3. Take me back To the night we met

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Abbey's pov

otto anni prima...

A seguito delle note di Cardigan di Taylor Swift, inizio a canticchiare, distraendomi da quello che si trova al di fuori dalla porta della mia camera. Non ho intenzione di togliermi le cuffiette, una volta bianche, ma col tempo si sono ingiallite. Non ho intenzione di sentire altre voci se non quelle della canzone.

Oltre la porta sento ancora le grida e cose che cadono a terra, in frantumi, vetro, mobili, piatti. Così alzo il volume, quasi fino a scoppiare il telefono. Ma niente da fare. Le sento ancora.

Allora decido di fare come quando ero piccola, proteggermi sotto le coperte del letto e non uscirne più, finchè tutto ciò non finisce.

Improvvisamente la musica viene interrotta da un'altra suoneria, quella del mio telefono. Il mio amico Trevis mi chiama. E' raro che io risponda ad una chiamata. Le uniche chiamate che faccio sono per giocare ai videogiochi. L'unica via per non pensare alla realtà.

sette anni prima...

Indosso le cuffiette. Stavolta nere. Alzo il volume al massimo quasi fino a spaccare il telefono, ma non è abbastanza. Sento ancora le grida, vetro che cade a terra in frantumi, mobili, piatti.

Sono già sotto le coperte, stavolta il letto è diverso. Sono cresciuta, così il vecchio letto è andato via da me.

Guardo il display del telefono, nessuna chiamata. Solo il quadrante dedicato alla musica di Spotify.

Mi sento sola.

Ho trovato, però, nuovi compagni: i libri.

La mia fuga dalla realtà.

sei anni prima...

Ho imparato a stare solo con una cuffietta. Ho imparato ad ascoltare. Ho paura che succeda qualcosa al di là della porta. Ho paura che mettano me nella discussione. Ho paura di essere presa alle spalle proprio quando non ascolto. Ho paura.

Non mi sento più sola. C'è la solitudine con me.

I libri, la musica, il mio letto.

Ora le voci si sentono di più e anche i vetri rotti, il rumore dei mobili e piatti a terra. Ma resto con solo una cuffietta nell'orecchio. Voglio accertarmi che tutto vada bene, anche se bene è una parola che ormai non significa più nulla.

Le pagine de Le Cronache di Narnia sono bagnate. Mi chiedo da quando piove anche dentro camera mia, ma sono solo le mie lacrime a bagnarle.

La via di gufa che in questo momento non è aperta.

Non riesco a leggere con questo chiasso nelle orecchie. La tentazioni di mettere anche l'altra cuffietta e sparire tra le mura della mia camera definitivamente è tanta.

Holden's pov

dieci anni prima...

«Te l'ho già detto, Alfred. E' solo una cena di lavoro... Si, Holden l'ho portato con me. Dovevo farlo. Ne parliamo a casa, che ne dici? No, ora non posso, te l'ho già detto. Possibile che dobbiamo discutere ogni volta? Fanculo!»

Mi tappo le orecchie.

Guardo mamma curioso del perchè sia così arrabbiata con papà, dall'altro capo del telefono. Lei si accorge che la sto guardando e, dopo averci pensato un bel pò su, mi sorride accarezzandomi la guancia, per poi ritrarla subito.

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