5. Run boy run! This world is not made for you

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Holden's Pov

Corro.

Vedo i palazzi volatizzarsi ai miei lati.

Cerco di spingere la mia moto al massimo limite di velocità.

La mano continua a premere sull'acceleratore sul lato destro del manubrio,senza degnarsi della velocità elevata. Troppo elevata.

Ammetto che, forse, non è la prima volta che sfreccio così veloce, e non rimango impressionato se mi fermano.

Per la sicurezza dei cittadini, decido di inoltrarmi in una strada più appartata, allontanandomi sempre di più dalla città.

Finalmente sento solo il rumore della mia moto. Niente umani intorno.

Il vento mi porta via, appicciandomi a sua volta tutti i vestiti al corpo. I capelli e la testa sono protetti dal casco nero, ma la visiera è alzata.

Mi è mancata la magnifica sensazione del vento che ti proibisce il respiro, in quel momento pensi che forse non respirerai più, ma poi riprendi a respirare normalmente. La sensazione del vento forte che sbatte contro la tua faccia come a dire che è presente anche lei.

Una macchina mi passa accanto, e mi accorgo che effettivamente sto andando ad una velocità illegale.

Ma non smetto. Continuo, finché l'ira non si abbassa.

Dopo aver riportato la moto di Kevin a casa, quest'ultimo ha dovuto subire una scusa inventata al momento. Non potevo dire la verità.

La sua moto era rigata da una profonda linea, una linea che forse non potrà mai essere rimediata.

Tuttavia, la linea non era perfettamente dritta. E soprattutto non era solo una.
Abbey deve aver fatto un inversione bizzarra, così che ha preso la forma di tre graffi a scala.

Abbey deve aver preso una buca, o forse più di una. Non si spiega.

Premo l'acceleratore, più forte possibile. Sfrecciando tra una strada tipica californiana, sperduta tra il paesaggio. Incurante del fatto che se svolto ad una curva, con la stessa velocità e spunta una macchina, potrei prenderla in pieno.

Accellero, ripensando a tutto. Ripensando a quello che ho fatto, tanto tempo fa, e quello che sto continuando, o quello che lo avrei rifatto altre mille volte.

Accellero, anche quando noto che la polizia mi sta inseguendo.

Dovevo aspettarmelo. Anzi, me lo aspettavo.

Ma invece di continuare ad andare avanti, mi fermo.

Prendo un bel respiro e senza guardare la polizia, dietro di me, abbasso la visiera e alzo le mani.

Sento la portiera della macchina sbattere e la presenza di due poliziotti avvicinarsi.

«Holden Blake.»

Sorrido.

Sorrido, perché loro sanno benissimo chi sono. Ormai lo sanno a memoria.

«Scenda subito dalla moto.» mi dà ordine la poliziotta.

«Subito, Susanne.» loro conoscono me, ma anche io conosco loro.

Con un sorriso sulle labbra, che loro non sono in grado di vedere a causa della visiera abbassata, scendo dalla moto, togliendo le chiavi dall'accensione e buttandole a terra. Dimostrazione che sono intrappola e che non andrò da nessuna parte.

«Bene. Non si azzardi a toccare la moto.»

Susanne, si abbassa, con gli occhi puntati su di me e prende le chiavi buttate a terra.

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