9. Crazy, but I love her, I could never run from her

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Holden's Pov

Volete sapere della mia vita? La mia vita è finita il giorno in cui mia madre mi obbligò ad essere una persona migliore.

Quel giorno ero pieno di lividi. Da tutte le parti. Non ricordo il motivo, ero uno spericolato, non che sia cambiato tanto fino ad oggi.

Mia madre diceva che ero una persona che non portava a fine i propri impegni, che non ero lavorativo e che ero troppo delicato e debole. Mi lamentavo spesso della mia vita come ogni adolescente, ma a quell'età, alle medie, mia madre non sopportava tutto ciò. Voleva che fossi forte e io non lo ero.

La sera era l'unico posto dove finalmente potevo riposare la mente. Ero distante da mamma e dalle sue frasi che, per lei erano di fondamentale importanza, ma che per me poteva portare al completo smarrimento della mia autostima e della mia linea verde di energia della vita.

Infatti fu proprio così.

Da quei tempi non ho più provato piacere nelle cose, non avevo voglia di fare nulla e le cose le facevo solo per compiacere a mia madre.

Mi fa schifo ammetterlo, ma a me, fa molto male. Da fuori può sembrare innocente, ma cazzo se fa male. Ogni giorno, piano piano, ti sgretola, portandosi con se anche il tuo cuore. Le emozioni spariscono e i sorrisi diventano sempre più forzati e finti. Come dei chiodi che tirano le labbra, inarcandole il più possibile, in modo da sorridere sempre, agganciate per bene ai bulloni impiantati nelle guance.

Col passare degli anni, mia madre, non mi lasciava andare, sempre più spesso mi diceva di migliorare. Ero troppo infantile per lei. Ma se io avessi voluto rimanere per sempre il bambino felice che ero? anche solo quel poco che sono stato.

C'ho messo anni a perdere le speranze. Ne ero pieno, carico di speranza. Ma quella volta...
Non sorrisi più. Smisi di ridere e di provare amore verso qualcuno.

Mia madre per me diventò solo una sconosciuta, mentre mio padre non lo vedevo quasi mai, e quando stavo con lui, non riuscivo a sorridergli. Nonostante volessi mostrargli uno dei miei più bei sorrisi che gli piacevano tanto. Impazziva per uno di quelli.

I miei genitori erano divorziati. Ma per me non lo erano veramente, o forse non volevo crederlo, fino a quando ho visto papà con un'altra donna. Papà era felice, finalmente, e la donna accanto a lei aveva in braccio un bambino. Un bambino. E quello non ero io.

L'idea che papà si fosse fatto un'altra vita mi face infuriare. E solo là realizzai che, i miei genitori, erano veramente divorziati.

Vivevo più con mamma che con papà, quest'ultimo ormai era completamente in un'altra vita, preso dalla sua vera famiglia se non migliore, che con il passare degli anni si è allargata.

Un giorno, decisi di lasciare casa. Lasciare mamma, andare via. Per sempre.

Decisi di andare in California. L'unico posto che mi aveva affascinato. Là avevo conosciuto una bambina, Abbey, era carina, anche se voleva starsene un po' pr fatti suoi. Quindi pensai che, visto che era simpatica, anche tutte le altre persone di Malibu lo sarebbero state.

In Australia avevo raggruppato un po' di soldi per questo viaggio, mi feci dare un passaggio dai nostri vicini di casa e mi nascosi nella stiva dell'aereo. Non avevo abbastanza soldi, mi sarebbero serviti per mangiare. Quella è stata la mia prima vera pazzia.

Quando arrivai cercai subito la casa di Abbey. Mi ricordavo il civico, così chiesi indicazioni ai passanti facendo finta quella fosse la direzione di casa mia e che mi ero perso. Lo dicevo per non creare troppe preoccupazioni.

Per la prima volta utilizzati i mezzi. Da solo. E ammetto che non è stato per niente bello.

Ma quando arrivai proprio davanti casa, rimasi bloccato e pregai con tutto me stesso di aver sbagliato strada e che quella non fosse la casa di Abbey, perché quando mi affacciai alla finestra, vidi Abbey per terra, a fissare il vuoto, in un angolino del salone. La madre era in piedi, stava coprendo Abbey, la stava proteggendo, e tutte e due erano spaventate da una presenza che le stava minacciando.

Mi spostai da una finestra ad un altra, in punta di piedi, perché non arrivavo completamente alla loro altezza nonostante fossero finestre abbastanza basse.

Vidi un uomo. Alto, robusto. Una pistola in mano, ma di poco gusto. La pistola era puntata proprio su Abbey, sul suo volto, che non traspariva alcuna forma di emozione, e la madre sopra di lei a proteggerla.

Era una situazione difficile, Abbey però guardava fisso davanti a sé. Dondolandosi con le gambe al petto. Accanto a lei c'erano delle cuffiette rotte e non rotte casualmente. Sono completamente distrutte, ne sono rimasti solo i fili in rame che un tempo erano coperti da una gomma bianca.

Che sta succedendo? Mi chiesi, in quel momento.

Quella non era la famiglia felice che avevo visto quella sera. Quella non era la madre che mi aveva offerto un cioccolatino all'entrata. In quel momento la madre invece era in lacrime, lacrime nere dal trucco sciolto. L'uomo deve essere il padre, ma alla cena non c'era, non l'avevo visto.

Ero venuto a vedere se potevano ospitarmi, insomma... erano gente buona e mi sembravano felici, ma dopo questa scena mi pietrificai.

Mi aggrappai alla finestra, ma questa fece rumore. Volevo solo vedere più da vicino, ma complicai le cose. A quei tempi ero solo uno stupido bambino curioso e indifeso.

Il padre di Abbey si girò verso di me. Mi aveva lanciato un occhiata di fuoco, era spaventoso. Orribile.

L'uomo venne nella mia direzione e in quell'istante vidi che lo sguardo di Abbey era puntato su di me. Non era più fisso nel vuoto. Ma non sembrava sollevata che io fossi lì, mi guardava con gli occhi sbarrati e con dei piccoli gesti mi diceva di scappare, di fuggire, visto che potevo. Avrei dovuto ascoltarla.

Decisi, tuttavia, che non l'avrei lasciata lì. Con le lacrime agli occhi e lo sguardo smarrito.

E poi, lo feci. Si, scappai, ma non la lasciai da sola. Ma feci una cosa, la cosa che mi segnò per tutta la vita. Ma che sicuramente, avrei rifatto altre mille volte.









Capitolo corto🤟🏻

Avete presente quando da piccoli ci arrabbiavamo con i nostri genitori e li minacciavamo di scappare di casa? Ecco Holden l'ha fatto per davvero😂

Ma era piccolo.

🤷🏻‍♀️

Vi lascio con la suspence ma giuro che prima o poi scoprirete che cosa ha fatto Holden e perché Abbey lo odia così tanto. Perché si. In questa storia è la ragazza che odia realmente il ragazzo. E non viceversa.

InsanityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora