10. How can we not talk about family when family's all that we got?

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Road's Pov

La serratura scatta. Spalanco la porta e un ondata di profumo mischiato tra Patchouli e Sandalo mi arriva dritto alle narici.

Casa.

No, non casa. Non è la mia vera casa. Ma è casa.

Non c'è bisogno di accendere le luci, la luce che oltrepassa le grandi vetrate del salone è abbastanza per illumare tutto.

È qui che vengo quando tutto va male.

Appena arrivo, tutti i problemi se ne vanno a farsi fottere.

Come una magia. È magia.

È un posto segreto, nessuno sa dove mi trovo quando sto impazzendo. Ho raggruppato tanti soldi per fare si che un sogno come questo diventasse realtà. I soldi a noi non ci mancano, non è stato difficile realizzarlo.

Sono consapevole che forse non durerà per sempre, prima o poi questo posto non sarà più un segreto e sicuro mio padre non accetterà tutto questo.

Non l'ho detto neanche a Abbey e Kyle. L'unico segreto che nascondo a loro da tempo. Tanto, tanto tempo.

Certo, non è una casa grande. Non è posto da dormirci. È costituita da un salotto, che accomuna le poche stanze; un piccolo bagno e una cucina con un isola spaziosa. Non ho mai cucinato in questa casa, ho sempre ordinato messicano o la pizza. In realtà non sono per niente bravo a cucinare.

Il punto fatale della casa è il porticato che da su una spiaggetta. Non so bene se è privata, propietà della casa, ma nessuno ci si è mai avvicinato.

Mi alleno sempre in quella spiaggia quando avvisto delle belle onde. Mi ci butto subito.

Di solito con il surf risolvo i Mii problemi, ma questa volta è diverso. Ora il mio problema è la mia salvezza.

E non mi sono preparato a questo tipo di problema.

Chiudo le porte-finestre che danno sul porticato, notando che il cielo grigio potrebbe dare vita a gocce di pioggia.

Finalmente un'aria fresca d pioggia.

Apro il frigo e prendo una cedrata, stappando il tappo con l'apribottiglia di papà che mi ha regalato per il mio diciassettesimo compleanno.

Accendo la TV e mi butto a peso morto sul divano.

Scorro con il telecomando i film che Netflix mi propone, ma li ho visti tutti, così vado su Disney+, cercando di mettere un film della Marvel, ma la mia mente continua a ripensare a quello che è successo poco fa.

Non sono adatto.

Spengo la TV e collego il telefono al Bluetooth delle casse sotto la televisione.

Forse con un po' di musica riesco a non pensare.

Cerco di destabilizzarmi con le note di Love Me Again di John Newman, la canzone che mio padre mi fece ascoltare più volte wuando ero ragazzino. Ne era fissato.

Ormai fa parte della mia infanzia e quando partono le prime note riesco subito a riconoscerla.

Fuori si iniziano a sentire i primi tuoni, la gara sarà stata rimandata, o forse l'anno finita prima del previsto.

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