CAPITOLO 7. FANTASMI DAL PASSATO.

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Pov Sana.

Parcheggiata l'auto, Hayama scese e mi porse la mano per aiutarmi a fare lo stesso. Pochi minuti prima mi ero quasi sputtanata da sola, per quanto cercassi di negarlo il fascino di Hayama non mi era per niente indifferente, anzi mi sentivo disperatamente attratta da lui e, per quanto mi sforzassi, non riuscivo più a dissimulare la cosa.
La fila per entrare al locale scorreva veloce e riuscimmo ad arrivare al bancone dei drink in meno di dieci minuti. Ordinai una Corona e mi affrettai a prendere posto su uno sgabello; vidi Hayama rivolgermi uno sguardo tutt'altro che amichevole.
«Bè?» chiesi sorseggiando la birra che nel frattempo era arrivata.
«Sei venuta qui per stare seduta?». Mi strappò la bottiglia di mano e bevve un sorso anche lui. Cercai di riprendermela, ma Hayama alzò il braccio e non sarei riuscita ad afferrarla nemmeno mettendomi sulle punte. Sbuffai sonoramente e gli diedi un colpo che gli fece quasi cadere la bottiglia dalle mani.
Una goccia di birra gli scivolò dalle labbra e finì prima sul collo e poi sul petto, lasciato leggermente scoperto dalla camicia . Desideravo ardentemente essere al posto di quella goccia, per poter sfiorare la sua pelle ma, subito dopo, un altro pensiero impudico si fece strada nella mia mente e considerai seriamente l'eventualità di avvicinarmi e leccargli via la goccia dalla pelle ma, fortunatamente, la parte razionale del mio cervello mi fermò, prima che commettessi lo sbaglio più grande della mia vita.
«Alza le chiappe da quello sgabello e vieni a ballare» mi ordinò dopo essersi scolato tutta la birra e avermi restituito la bottiglia vuota.
«Non hai un'altra ragazza con cui andare a scopare nel cesso?». Mi guardò di traverso e poi mi prese per mano. Trasalii a quel tocco e, come sempre, Hayama se ne accorse e mi sorrise.
«Un'altra, Kurata?» mi chiese. «Tu e io scopiamo? Come mai non me ne sono accorto?».
Mi resi conto di aver fatto una gaffe assurda e alzai gli occhi al cielo, ma il contatto della mia mano con la sua mi fece morire il fiato in gola di nuovo.
Cacciai indietro quelle sensazioni e cominciai a farmi spazio tra la folla insieme a lui. La prospettiva che di lì a poco avremmo ballato insieme mi faceva rabbrividire, un conto era un semplice lento dove il contatto era al minimo, ma con la musica da discoteca era tutta un'altra storia.
Quando ci fermammo e incrociai il suo sguardo vidi che aveva un'espressione diversa, quasi seria. Cominciammo a muoverci a ritmo di musica e la sua espressione era sempre la stessa. Per un attimo mi preoccupai e tentai di dirgli che volevo andare a sedermi, ma un attimo dopo abbandonai quest'idea, difatti proprio in quel momento tre ragazze stavano cominciando a strusciarsi su Hayama e – anche se non saprei spiegare il motivo – la gelosia mi salì fino al cervello.
Mi avvicinai a lui con fare provocante decisa a difendere il mio territorio, avrei lottato con le unghie e con i denti per difendere ciò che ritenevo mio. Hayama sorrise e mise le mani sui miei fianchi stringendomi ancora più a se.
Non appena vidi che le tre troiette – oops, ragazze – avevano abbandonato i loro propositi mi allontanai leggermente, ma lui accostò pericolosamente la sua bocca vicino al mio orecchio per parlarmi.
«Gelosa, Kurata?». Lo guardai negli occhi per un attimo e poi scoppiai a ridere.
«Ti piacerebbe.» risposi per poi continuare a ballare.
Le mani di Hayama erano ovunque tranne che nei punti non accessibili, le mie invece viaggiavano sul suo petto. Sapevo che stava impazzendo e questo contribuiva a farmi sbellicare dalle risate. Era bello avere potere, era stupendo.
Hayama avvicinò il suo viso al mio e per un attimo pensai che volesse baciarmi. In una frazione di secondo mi chiesi se l'avrei fermato. Probabilmente no, non l'avrei fatto.
Il biondino però si scostò.
«Sei una stronza.» mi sussurrò. Io mi allontanai di colpo e lo lasciai in pista con quel sorrisino da ebete.
Al bar trovai Beth e Tsuyoshi che mi sorrisero offrendomi lo sgabello vicino al loro. Mi sedetti e sbuffai; cosa mi stava succedendo? Mi sentivo magneticamente attratta da Hayama e non potevo far nulla per far cessare quella perenne sensazione di vuoto allo stomaco quando ce l'avevo vicino. Ero catturata da lui, non potevo negarlo, ma allo stesso tempo c'era un abisso tra noi.
Lui era un cazzone che si metteva tra le gambe delle ragazze con la stessa frequenza con cui si lavava i denti, io ero una ragazza normale che, a differenza delle amiche di Hayama, non avevo mai aperto le gambe per nessuno.
«Akito ha esagerato?». Per la prima volta da quando l'avevo conosciuto qualcuno lo avevo chiamato per nome. Tsuyoshi mi rivolse un'occhiata preoccupata e io gli sorrisi di rimando. «No.» risposi. «Forse ho esagerato io...» dissi più a me stessa che a lui.
«Ah..».
Ordinai un'altra birra sperando che Hayama non arrivasse di nuovo a fregarmela ma, si sa, le speranze vengono sempre buttate nel cesso e lui arrivò alle mie spalle togliendomi di nuovo la bottiglia dalle mani.
«Mi lasci bere una fottuta birra in pace?» sbottai.
«Sei carina quando dici le parolacce.». Mi sorrise e io mi sciolsi, letteralmente. Stavo lentamente cedendo e questo non andava affatto bene.
«Vaffanculo.» gli risposi voltandomi verso il bancone. Volevo solo bere una birra senza essere disturbata, ci voleva tanto ad arrivarci?
«Accompagnami, se ci tieni.»
«No, grazie. Immagino che ti ci abbiano mandato così tante volte che ormai sarà diventato la tua seconda casa.» Gli sorrisi sarcastica e poi inarcai il sopracciglio. «Posso riavere la mia birra?» chiesi sbuffando.
Nello stesso momento un ragazzo, si avvicinò a me. Aiden Carter mi sorrise dolcemente e mi offrì la sua birra. Io la presi sorridendo e ne bevvi un sorso. «Grazie.» gli dissi.
Voltandomi notai l'espressione crucciata di Hayama che un secondo dopo mi strappò per la terza volta la bottiglia dalle mani e rivolse uno sguardo agghiacciante a Carter.
«Non lo conosci nemmeno.» ringhiò guardandomi dritto negli occhi.
«Non sono affari tuoi.» risposi a denti stretti.
«Sana ha detto che non vuole la tua compagnia. Deve ripetertelo?»
Aiden si intromise nella discussione e io pregai che Hayama non si scaldasse perché l'avrebbe pestato a sangue.
Carter era un ragazzo robusto ma non aveva la stessa prestanza fisica di Hayama ed era evidente che non c'era competizione.
«Ripetimelo tu, se hai il coraggio.» Hayama e Aiden erano vicini, troppo vicini, e le persone stavano già arrivando per godersi lo spettacolo intorno a noi. Tsuyoshi guardava Beth indeciso se intervenire o meno e io non sapevo come riuscire a staccare Hayama dalla faccia di Carter.
Poi, improvvisamente, mi venne in mente l'unico modo che conoscevo per distrarlo. Scesi dallo sgabello e lo presi per mano attirandolo a me. I nostri occhi si incrociarono e tutto si fermò in un attimo.
«Finiscila Hayama, andiamo.». Lui però tornò a rivolgere lo sguardo a Carter e io cominciai a spazientirmi. Lo strattonai ancora e, dopo aver borbottato qualcosa ad Aiden, rivolse di nuovo gli occhi a me.
Mi stritolò la mano e mi portò fuori dal locale sotto gli occhi di tutti. Mi preoccupai immediatamente quando incrociai il suo sguardo per un attimo: sembrava che volesse uccidere qualcuno da un momento all'altro.

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