Pov Akito.
Non riuscivo a pensare a nulla, solo alle lacrime di Sana della sera precedente. Aveva pianto ancora, dopo che ci eravamo messi a letto, stringendosi di più a me come se stesse per perdermi. Vederla in quello stato mi faceva impazzire, ero certo che fosse colpa di quel dannato Kamura e, durante la notte, avevo pensato ad almeno mille modi per spaccargli la faccia, ma dovevo frenare i miei istinti, per lei.
Non mi avrebbe mai perdonato se avessi fatto del male al suo prezioso Naozumi e io non avrei sopportato di perderla o di metterla in imbarazzo davanti a centinaia di persone.
L'evento era fissato per le cinque del pomeriggio e la proiezione del film sarebbe stata seguita da un ricevimento per pochi selezionati ospiti in uno dei ristoranti più chic della città. Se avessi potuto, mi sarei risparmiato quello strazio, chiudendomi in albergo con Sana e passando la serata in sua compagnia, ma eravamo partiti con l'intento di distruggere le false speranze di Naozumi, ed era quello che avremmo fatto.
Non ero particolarmente preoccupato di ritrovarmi in una sala con centinaia di attori, la cosa che invece mi angosciava era trovarmi faccia a faccia con il suo ex ragazzo, perché mi conoscevo abbastanza bene da sapere che sarebbe stato difficile per me controllarmi.
Avevo stretto Sana tutta la notte tra le mie braccia, nella speranza di calmare il suo sonno agitato, ed ora che finalmente dormiva serena, decisi di alzarmi per mettere un freno ai miei pensieri.
La vicinanza di Kurata oltre a farmi provare una sensazione di totale benessere, riusciva a far venire fuori un nuovo Akito, forse quello vero, che avevo sempre tentato di mettere a tacere, per paura di apparire troppo debole.
Protetto dall'oscurità, senza nessuno che riuscisse a vedere i miei turbamenti, era più facile venire a patti con le mie paure, senza avere il timore di sembrare fragile o di essere giudicato. Non riuscivo a togliermi dalla mente quella maledetta frase, che avevo letto in un libro in camera di Sana."L'amore non si manifesta col desiderio di fare l'amore (desiderio che si applica a una quantità infinita di donne) ma col desiderio di dormire insieme (desiderio che si applica ad un'unica donna)".
Risi di me stesso, da quando in qua indugiavo in simili riflessioni?Decisi che era giunto il momento di svegliare Sana, così mi stesi di nuovo vicino a lei, mi avvicinai al suo orecchio e cominciai a chiamarla dolcemente.Sana mugugnò qualcosa di incomprensibile, poi si girò a guardarmi stropicciandosi gli occhi.«Smettila di svegliarmi così...». Ma la sua suonava proprio come una debole protesta, tanto che subito dopo mi abbracciò, cominciò ad accarezzarmi i capelli e ogni suo leggero tocco per me era un brivido, poi si scostò e notai che era arrossita. «Ma che gusto ci trovi a guardarmi dormire?» chiese poi, chiudendo gli occhi e gettando indietro la testa.«Mi piace..» risposi stringendola. «Lo faccio spesso.. sei sempre calma, emani pace.».Sana aprì gli occhi improvvisamente e, come se avesse voluto fuggire da me, si alzò dal letto mentre io rimasi nella stessa posizione in cui ero prima che lei si allontanasse.Quella ragazza continuava ad essere così criptica e io non riuscivo quasi mai a capire davvero i suoi comportamenti. Mi accorgevo di quando era arrabbiata, ma non ne scoprivo mai il motivo, avvertivo la sua tristezza, ma i suoi occhi mi ingannavano sempre, nascondendosi da me.Mi alzai anch'io e, spostandomi nella camera adiacente, la trovai seduta sul divano di velluto che la faceva sembrare piccolissima.Stringeva le gambe tra le mani, e aveva un'espressione diversa da quella che avevo sempre visto in lei, sembrava che i suoi occhi fossero spenti. Non potevo sopportare che Sana stesse così male e, ancora di più, il fatto che io non potessi fare nulla.«Alzati.» le ordinai. «Devi uscire per prepararti!». Lei sollevò lo sguardo, sfidandomi, ma io non avevo alcuna intenzione di cedere. Nonostante gli sbuffi e i borbottii di fastidio, fece come le avevo detto e si chiuse in bagno, rimanendovi per un po' prima di uscire vestita alla buona, con un paio di jeans e una maglietta troppo larga per lei.Fece tutto di fretta, prese la borsa e, anche se avevo insistito per accompagnarla, dopo avermi dato un bacio sulla guancia, era uscita, lasciandomi da solo nella suite.Come sempre, non la capivo, ma in quel momento mi rassegnai al fatto che, nemmeno con tutti gli sforzi del mondo, ci sarei mai riuscito.
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University life.
Fanfiction[COMPLETA] " Dietro di me, intanto, sentivo una mano che si avvicinava alla mia schiena incerta sul da farsi. Stizzita, mi girai e per la prima volta in quella giornata incrociai gli occhi di Hayama. " " Era carina tutta impacciata al mio fianco, mi...