CAPITOLO 21. LONTANI.

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Pov Sana.

Una settimana. Una settimana e ancora il mio cuore era in piena agonia. Dopo infinite conferenze stampa, avevo avuto il privilegio di rincontrare quella meraviglia del mio ex ragazzo. Anche quella, un'agonia vera e propria. Mi maledissi circa cinquanta volte al giorno per aver accettato quel ruolo perchè, non solo stavo soffrendo come un cane perchè Akito mi aveva tradita, ma dovevo anche sorbirmi la presenza di Naozumi ventiquattro ore no stop. Avevo prenotato un biglietto solo andata per l'inferno senza neanche accorgermene.
Akito aveva provato a chiamarmi un miliardo di volte ma ogni telefonata finiva allo stesso modo. Avevo impostato una suoneria speciale per il suo numero e, ogni chiamata, era un altro colpo al cuore.
You're beautiful... you're beautiful... you're beautiful, it's true.
Già, e la cosa buffa era che non riuscivo nemmeno a cambiarla, tanto mi piaceva quella canzone. Anche Beth mi aveva chiamata, sperando che la mia lettera non fosse stata davvero un addio, ma anche lei aveva dovuto fare i conti con la triste realtà e convincersi che non avrei più messo piede in quell'università. Avevo cercato di rifarmi una vita, pensando che il ruolo da studentessa mi si addicesse, pensando che avrei potuto davvero allontanarmi dal mondo dello spettacolo. Avevo fallito su tutti i fronti.
La storia del tradimento di Akito ormai era l'argomento preferito di ogni programma di gossip, e le immagini di quel pomeriggio mi passavano davanti almeno tre volte al giorno. Mi ero imposta di non piangere più, l'impresa non era risultata poi così difficile, anche perché avevo esaurito il quantitativo di lacrime anche per tutti gli anni avvenire. Ma quando stringevo tra le mani la chiave del suo appartamento un dolore tornava a schiacciarmi il petto e mi maledicevo per essere stata così ingenua e per avergli permesso di farmi del male. Quante belle parole, quante promesse... un futuro insieme, mille progetti, e alla fine? Puff, tutto sparito, come per magia.
Eppure nonostante il tradimento, il dolore e l'umiliazione non riuscivo a portargli rancore, forse perchè ancora lo amavo. E lo amavo così tanto, da desiderare che avesse trovato davvero in quella ragazza ciò che in me mancava. Beth lo aveva sicuramente riempito di insulti, maledicendolo ogni secondo per ciò che mi aveva fatto, ma io non riuscivo nemmeno a provare un briciolo d'odio nei suoi confronti. Forse per immunizzarmi dal troppo dolore, ormai non riuscivo più a provare niente. Non mi dava nemmeno più di tanto fastidio il fatto che Naozumi non mi staccasse gli occhi di dosso per un secondo. Ero indifferente a qualsiasi cosa.
Rei bussò al mio camerino un attimo dopo che finii di prepararmi, io mi voltai a guardarlo e per un attimo quasi sperai che non fosse lui. Era stato un attimo, e il mio cuore era di nuovo punto e a capo.
«Sana, dobbiamo andare. Penso che il regista voglia fare una chiaccherata con te, Naozumi e Shintaro. Ha riunito tutti in aula conferenze.»
Mi alzai, cercando di recitare il più possibile la parte della ragazza felice e spensierata, anche se sapevo che lì tutti mi trattavano con riguardo perchè erano a conoscenza di ciò che era successo. Tranne Naozumi, lui non mi rivolgeva la parola - cosa che non mi dispiaceva, anche se in ogni caso sentivo i suoi sguardi a chilometri di distanza- ed ero grata ad ogni Kami dell'universo per quel suo comportamento. Seguii Rei che mi fece strada e mi accomodai in una delle enormi sedie rosse che costeggiavano l'altrettanto enorme tavolo di legno al centro della stanza.
Il regista, a capo tavola, prese a spiegarci quale sarebbero stati i nostri ruoli, mettendo in evidenza le paure, i pregi, i difetti di ogni personaggio. Il mio, Akane, era una donna sicura di se', che nella vita aveva dovuto affrontare così tanti drammi, che ormai non era capace di provare amore per nessuno. Allora si dilettava a fare la cosìdetta mangiauomini fino all'arrivo di Yuki, il personaggio di Shintaro, che la cambiava nel profondo. Però - perchè nella vita c'è sempre un però - contemporaneamente alla loro storia d'amore, si ripresenta in città il fratello di Yuki, Hiraki, che non appena vede la fidanzata di suo fratello, se ne innamora immediatamente e da lì si da il via al triangolo amoroso. Alla fine, come una cretina, Akane sceglie Hiraki, proprio per far si che io e Naozumi ci riunissimo con una dichiarazione strappalacrime. Dannazione!
Maledissi mille volte Rei, per avermi proposto un ruolo così complicato da gestire. Mi voltai a guardarlo e, per un attimo, mi persi nei miei pensieri. Ci conoscevamo da sempre, mai avevo pensato che potesse tradirmi, mai avevo voluto allontanarmi da lui perchè era stato la mia ancora di salvezza. Amavo mia madre, più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma con Rei c'era sempre stato quel rapporto che solo con un padre si può avere. Nonostante tutto, lui era proprio quello per me. In ogni caso, non potevo addossargli i miei problemi, sia perchè mi era sempre stato accanto, senza pretendere nulla in cambio e soprattutto perchè non volevo condividere con lui la mia sofferenza, anche se sapeva benissimo quanto io stessi male.
Non appena il regista finì il suo discorsetto introduttivo, mi alzai e me ne andai, stanca della tensione accumulatasi durante la giornata. Salutai tutti e mi congedai, lasciandoli seduti a quel tavolo, a discutere di dettagli che non mi importavano.
Rei si sarebbe incazzato a morte, stavo dimostrando poco interesse nei confronti del lavoro che mi avevano offerto, ma non mi preoccupavo di essere licenziata. Ero perfetta per quel ruolo, e non avrebbero scelto nessun'altra.
Quando arrivai al mio albergo, circa venti minuti dopo, pagai il taxi e salii alla mia stanza, la 368. Entrando, non notai subito che c'era qualcosa di strano, solo accendendo la luce mi resi conto che, in quella camera, c'era qualcuno che non era di certo un dipendente dell'hotel.


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