CAPITOLO 8. AMICI.

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Pov Akito.

Guardai la sveglia accanto a Kurata: le 4:23. Non riuscivo a prendere sonno con lei accanto, non solo perchè non ero abituato a dormire con una ragazza, ma soprattutto perché il semplice averla accanto e respirare il suo profumo mi faceva fare pensieri, di cui, io allo stesso tempo, mi vergognavo ed avevo paura.
Non era solo il fatto di volerla possedere fisicamente in tutti i luoghi possibili ed immaginabili, quello che mi terrorizzava veramente era il meccanismo che scattava nel mio cervello ogni qualvolta lei mi era vicino, oltre ad un senso di pace, mai sperimentato prima, era l'unica donna con cui avevo piacere di passare tutto il mio tempo libero, senza farci sesso.
Da quando Kurata era entrata nella mia vita, aveva riempito le mie giornate, e la mia unica priorità non era più passare da un letto a un altro ogni notte, ma non deluderla.
Non facevo neanche più caso agli sguardi ammiccanti delle matricole, né alle ragazze disponibili che lanciavano messaggi allusivi e maliziosi, più che eloquenti, ma mi limitavo ad avere un rapporto platonico con Sana Kurata, e la cosa disarmante era che a me andava bene così.
Basta! Dovevo smetterla con tutte quelle pippe mentali, altrimenti mi sarebbe scoppiato il cervello.
Mi voltai verso di lei, si era girata sulla schiena e i capelli le ricadevano morbidi sul cuscino. Presi in mano una ciocca e, girandola tra le dita, mi soffermai a guardarla mentre lei non poteva impedirmelo.
Indossava una t-shirt rossa e un semplice pantaloncino di tuta nero che le lasciava totalmente scoperte le gambe lunghe. Il suo respiro era regolare e il petto si alzava e abbassava con un ritmo perfettamente cadenzato.
La guardavo dormire e il mio cuore aveva preso a battere più velocemente del solito.
Le accarezzai prima il fianco e poi la guancia ma lei si mosse e ritrassi immediatamente la mano. Non avrei mai pensato di ritrovarmi in una situazione come quella, era il mio periodo di astinenza più lungo dall'età di diciassette anni e dire che stavo per impazzire era riduttivo.
Non sapevo nemmeno perché mi ostinavo a contenermi e ad evitare di infilarmi nella camera di qualche matricola disponibile.
Era lei che mi frenava: sapevo che mi avrebbe guardato in quel modo, come se fosse stata disgustata dalla mia esistenza, e non volevo che Sana mi vedesse come un mostro. Non lei.
Probabilmente, escludendo Tsuyoshi, era la persona a cui tenevo di più al mondo, perché era l'unica che, nonostante tutto, non mi aveva respinto.
Si, aveva fatto la stronza, inizialmente, ma solo perché non si fidava e non potevo di certo darle torto, vista la mia reputazione.
Dopo un po' si era convinta che con lei non avrei fatto lo stronzo e aveva ceduto alla mia amicizia. Aveva giocato tanto a mio favore l'accoppiata nel corso di chimica, durante quella settimana avevamo passato per forza di cose un sacco di tempo insieme. Avevamo riso, scherzato, io l'avevo aiutata a riprendere le nozioni fondamentali della chimica e alla fine avevamo presentato un progetto da A+.
Quando Micha aveva dato il voto lei mi aveva abbracciato davanti a tutta la classe e io avevo visto gli sguardi pieni di invidia di ogni singolo studente di sesso maschile, veramente impagabile!
Sana si spostò ancora e mi ritrovai la sue curve appiccicate al corpo... Dovevo allontanarmi o la mattina dopo si sarebbe ritrovata davvero senza biancheria intima e io mi sarei ritrovato senza occhi.
Mi scostai leggermente quanto bastava perché non sembrassimo in un video porno, ma non così tanto da non ammirarla bene. Era proprio bella, anche senza un filo di trucco, cosa alquanto rara tra le ragazze dell'università.
Avrei dovuto allontanarmi da lei, lasciarle vivere la sua vita e magari lasciare che trovasse qualcuno che l'amasse abbastanza. Uno come il suo ex fidanzato, uno come Carter... ma non riuscivo a trovare nessuno che potesse essere degno di lei.
Nemmeno io lo ero.
Forse per questo mi ero imposto di non affezionarmi a lei, anche se in quel momento capii di aver totalmente mancato a quell'imposizione. Le volevo bene, ma ero anche profondamente attratto da lei in senso fisico.
Lei mi trattava come un amico e fino a che riuscivo a tenerla vicina a me potevo anche accontentarmi. Avvicinai il viso ai suoi capelli e inspirai profondamente l'odore di vaniglia che emanavano.
Non mi sarei mai accontentato di lei, ma non potevo iniziare nessun tipo di relazione con Sana, c'era una quantità infinita di motivi ad impedirmelo.
Primo: lei non voleva. Era ancora tutta presa dalla delusione per Kamura, ed io probabilmente ero l'ultimo dei suoi pensieri. Secondo: non ero sicuro di essere disposto ad abbandonare il mio stile di vita solo per la prima ragazza diversa che avevo incontrato. Terzo – probabilmente quello era il motivo più importante– : io non ero capace di amare. Puah.. l'amore per me non era un sentimento nemmeno lontanamente contemplabile. L'unica persona per cui l'avevo obbligatoriamente provato era andata via ancora prima che io potessi sentire il suo.
Non potevo deludere Sana e – anche se mi costava fatica ammetterlo – io ero capace di fare solo quello, deludere le persone.
Però, visto che era notte, che lei non se ne sarebbe mai accorta e che stavo per impazzire ad averla così vicina, una piccola soddisfazione potevo anche prendermela.
Mi chinai su di lei e la baciai sulle labbra, poi mi girai e poco dopo caddi nel sonno anch'io.

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