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"Pronto?" rispose al telefono, anche se l'unico numero non segnato poteva essere solo del protagonista dei suoi pensieri.

"Ti trovo a casa?" chiese lui, preso dalla foga.

"Ciao, Markus... no, sono attualmente ferma nel traffico" ribatté lei.

"Scusami, non ti ho neanche salutato" ridacchiò lui, rendendosi conto della gaffe.

"Scuse accettate" sorrise lei.

"Dove sei?"

Irina rispose senza malizia, indicandogli la zona e il tempo che ci avrebbe messo per tornare a casa.

"Abito poco dietro a dove ti trovi, se ti va posso darti il mio indirizzo" si buttò lui, mordendosi le labbra.

"Umh, va bene" accettò lei, pensierosa.

"Ottimo, ti do anche il pin così puoi mettere la macchina in garage" propose lui.

"E tu dove metterai la tua?" chiese lei.

"C'è abbastanza spazio per entrambi" sorrise lui.

"E se poi venissi a rubartela? Ti fidi così tanto da darmi il pin del garage?" scherzò lei.

"Se succederà saprò a chi dare la colpa" continuò lui, riattaccando subito dopo ma felicissimo.

Irina svoltò a sinistra, rendendosi conto che abitava in una zona decisamente residenziale e molto più lussuosa del suo quartiere.

Quei palazzi alti gridavano ricchezza da ogni rifinitura.

Anche lei guadagnava bene, aveva una bella macchina che era il suo gioiellino e un appartamento spazioso e comodo, con tutto l'indispensabile eppure aveva la netta sensazione che lì sarebbe stata quasi povera.

Entrò dal cancello principale e imboccò la rampa in discesa per accedere ai garage, fermò la macchina dietro la porta basculante con il numerino che aveva indicato Markus e scese dalla macchina per digitare il pin.

Risalì nell'abitacolo ma appena la porta si aprì rimase a bocca aperta.

Quel garage era più grande di casa sua e conteneva sei macchine, più un posto vuoto.

Spalancò gli occhi, infilando la macchina tra un Porsche 911 Carrera grigio chiaro e un Mercedes Amg GT nero.

Non fece in tempo a scendere dalla macchina che la porta del garage si aprì di nuovo, facendo entrare un Mercedes rosso fiammante.

"Ma sono tutte tue?" esordì Irina appena lui uscì dalla macchina dopo averla parcheggiata davanti alla sua, senza neanche salutarlo.

"Mi sa di sì, angioletto" sorrise lui, ammiccando verso di lei.

"Questo te lo invidio" sussurrò lei, guardando con occhi sognanti il 911 vicino a lei.

"Vuoi farci un giro?"

"Adesso?"

"Perché no?"

"Solo se mi fai guidare" provò a chiedere lei.

"Tieni" ghignò lui, lanciandole le chiavi.

Irina se le rigirò tra le mani, non aspettandosi quella reazione.

"Ti fidi proprio, quindi" mormorò.

"Certo" sorrise lui.

Scosse la testa, abbozzando un sorriso sincero.

"C'è troppo traffico, sprecherei il giro e questa è una macchina per correre" esordì, tirandogli di nuovo le chiavi che lui riprese al volo.

Markus ridacchiò, in effetti c'era un bell'ingorgo in strada.

Condanna D'AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora