Capitolo 16
Amnesia.
Another day and I'm somewhere new
I made a promise that I'll come home soon
Bring me back, bring me back to you.
«Mi spieghi perché lo fai?» chiede Vanessa, finendo di sistemarsi il rossetto, guardandosi allo specchietto della macchina.
«Perché faccio cosa?» chiede Luke, seduto al posto del guidatore, fermi al parcheggio mentre aspettano l'arrivo di Clary e tutti gli altri.
«Perché hai accettato di venire in discoteca? Insomma, mi pareva di aver capito che non ti piacesse per niente» spiega lei senza togliere lo sguardo dalle sue labbra: quel rosso scuro le sta benissimo, ha fatto l'acquisto dell'anno.
«Se devo essere sincero: perché finalmente posso ballarti addosso» ride «Ma... Anche perché tu stai rendendo la mia vita fantastica» ammette, facendole sentire il rossore salire bruscamente.Lui porta una mano sulla gamba di lei, coperta dalle calze scure, il solo tocco la fa quasi sussultare, mentre lui comincia ad accarezzarla piano.
«Ho trovato i miei genitori, loro mi hanno riconosciuto. Tu non sai quanto io... Io ti sia grato e riconoscente. Non credevo fosse possibile» continua quel discorso, mentre lei non può trattenere un sorriso di gioia, al pensiero di quei pochi giorni passati da quella cena, giorni in cui Liz si è fatta trovare spesso per poter stare con Luke, per potergli parlare, per potergli dire quanto gli sia mancato; non sono stati da meno Jack, Ben e Andrew, dato che li hanno invitati già tre volte a casa loro per cena e per guardare la partita insieme.
Sembra quasi incredibile, Luke non l'avrebbe mai ritenuto possibile: loro gli hanno dato una possibilità, loro gli hanno creduto, hanno creduto a lui e ai suoi poteri, hanno lasciato la decisione al cuore e non alla razionalità.Vanessa, dal canto suo, non sa davvero trattenere la gioia per aver reso così felice Luke.
«Quindi questo è un premio per me?» gli chiede, voltando lo sguardo verso di lui, illuminato appena dalla luce interna: la camicia bianca, i jeans neri e stretti, i capelli perfettamente messi in ordine, il solito sorriso gentile, l'aria di chi è in pace con se stesso.
«Consideralo un'occasione per potermi insegnare a ballare» risponde Luke, osservando la figura di lei: le calze scure, un paio di shorts a vita alta con fantasia scozzese, un top nero che le lascia spalle e parte di schiena scoperte, i capelli che cadono perfetti, il trucco leggero accennato un po' di più solo sulle labbra, quel rossetto nuovo che non passa inosservato.
«Io non ballo bene, infatti, non so muovermi»
«So perfettamente come balli» si avvicina lui «e so perfettamente come muovi bene il didietro, piccola finta innocente» le lascia un bacio sulla guancia, mentre lei ride divertita «Non lo farò più allora, non voglio essere imbarazzante» e sente la mano di lui scendere lungo la schiena, lentamente, provocandole mille brividi.Le bacia il collo, piano, sentendo il profumo di lei invaderlo.
«Sei tutt'altro che imbarazzante, amore» sussurra, e quel nomignolo le fa andare il cuore a mille.
Ma non ha il tempo di rispondere perché, al finestrino, qualcuno batte con le nocche, catturando la loro attenzione.
Sussultano entrambi dallo spavento e, Luke, se potesse ucciderlo lo farebbe volentieri, dato che Ashton li sta fissando con un ghigno divertito.
«Dai, sporcaccioni! Abbiamo capito che vi piace il sesso ma fatelo a fine serata!» e la sua risata da adolescente rimbomba nelle orecchie di entrambi.
*
Luke può ritenersi più che soddisfatto della serata appena cominciata.
Sono in discoteca da due orette scarse ma ha ballato così tanto che si sente accaldato e assetato.
Ha ballato con Vanessa e dire che si è divertito è usare un eufemismo.
Le ha tenuto i fianchi, le ha baciato il collo da dietro, l'ha sentita muoversi così lentamente e sensualmente davanti a lui che solo in quel momento ha capito il bello della discoteca.
I loro corpi attaccati, la musica nelle orecchie e nel petto, i loro baci rubati, le mani che si sono cercate e intrecciate, il sorriso di Vanessa che, diamine, non ne esiste uno come il suo.
Sì, Luke deve proprio ammetterlo, deve cambiare opinione, la discoteca lo fa impazzire.
Ed ora, lui, siede su un divanetto con Ashton, la solita Piña Colada in mano, la voce di Ashton che, grazie ai loro poteri, arriva tranquillamente alle sue orecchie senza bisogno di urlare, mentre con gli occhi guarda Vanessa ballare con le altre, balla con Clary, in particolare: le parla, volge lo sguardo verso di lui in sorrisi timidi; Luke sa bene di che stanno parlando: parlano di lui, di lei, del fatto di averla chiamata "amore", dei suoi baci... Pure di come fa l'amore.
Il che lo imbarazza a tal punto da dedicarsi solo a quello che dice Ashton.
«Non ti interessa sapere se sei una frana a letto?» gli chiede divertito, mentre Luke fa spallucce.
«Mi amerà lo stesso, spero» e beve un sorso dalla cannuccia.
«Come sei sdolcinato, santo cielo»
«Non credo che una relazione si basi sul quanto resisti prima di arrivare al limite, Ashton. Noi... Beh, ci accettiamo. Pregi e difetti...»
«Sì, sì, non cominciare, ti prego. Anastasia mi rompe le palle a sufficienza» si lamenta il riccio, mentre Luke sposta lo sguardo sulla ragazza in questione, intenta a ballare piano, ondeggiando appena, vicino a Hilary.
«Cosa c'è che non va? Mi sembrate in armonia» e Ashton sbuffa.
«Ero stato chiaro, sin dall'inizio: sesso, niente altro. Ma, lei, cazzo, queste femmine buttano tutto sul sentimentale» e intreccia le braccia al petto, infastidito.
«Toglimi un dubbio, angelo: ma... Tu non senti niente quando fai sesso, quindi, perché sei così ossessionato? Non sai neanche cosa si prova, cosa si sente. Che senso ha tutto questo? » e Ashton non risponde.
Cala il silenzio, come se lui stesse cercando le parole più giuste da dire.
«Io...» deglutisce «Io... Credo di aver fatto una cazzata, Luke» e non osa alzare lo sguardo «Forse... Sai com'è... Capodanno dà alla testa... Fa fare cose folli, a volte» e agita le mani con fare troppo nervoso «Ho agito senza pensare eh... Beh... Io mi sono lasciato cadere, okay? Sono come te, cazzo» e porge verso di Luke il braccio, gli mostra il polso, dove un numero ancora nero gli segna la pelle, un numero che Luke riconosce perfettamente.
«Ashton...»
«No, zitto. Non chiedere perché cazzo l'ho fatto. Perché non lo so. Non lo so e, porca puttana, io le ho detto di non innamorarsi di me! Non può, non deve, io me ne andrò e lei si ricorderà tutto» e stringe i pugni.
Luke sospira, legge chiaramente i pensieri di Ashton.
Senso di colpa.
Angoscia.
Rabbia.
Timore.
Tristezza.
«Sei innamorato di lei» conclude, senza che l'amico alzi lo sguardo verso di lui, lui guarda distante, ha l'aria che sembra assente «Ashton... Ti prego, parla. Non è la fine del mondo, non è brutto provare qualcosa di così bello...» e il riccio si alza in piedi di scatto.
«Michael!» esclama, mentre Luke cerca di tirarlo verso il divanetto.
«Non cambiare discorso, Ash...»
«Coglione, alza il culo! Quello è Michael!» e punta il dito contro un ragazzo al bancone: canottiera nera, jeans scuri, capelli blu, intento a fissare gli umani con fare quasi spaesato, prima di camminare in mezzo a loro.
«Porca puttana» impreca Luke, alzandosi di scatto e, seguito da Ashton, comincia a correre verso quella figura, senza dare spiegazioni a nessuno.
Michael si rende invisibile, loro fanno lo stesso, corrono a passo spedito, cercano di non perderlo tra la gente, non devono perdere questa occasione per nessuna ragione al mondo.
Michael sembra spaesato, sembra sotto ipnosi, non sa bene dove andare tanto che, i suoi occhi, non appena Luke gli tocca la spalla, si riempiono di gioia.
Quegli occhi verdi incontrano finalmente quelli di un amico.
«Luke! Cazzo, ne è passato di tempo!» lo abbraccia, battendo una mano sulla sua schiena, incrociando lo sguardo di Ashton, facendolo sorridere ancora di più «Ash!» lo saluta infatti, mentre il riccio si lascia scappare solo un leggero gesto con la mano. «Michael, finalmente ti abbiamo trovato» gli dice Luke, ricevendo uno sguardo confuso da parte del ragazzo con i capelli blu.
«Che succede?» domanda, ma Luke scuote la testa, sorridendogli benevolo.
«Tu non hai idea di quello che hai combinato»
«Effettivamente mi sento un po'... Strano»
Ashton e Luke sorridono.
«Facciamo così, Michael, per sta sera stai con noi. In un altro momento ti spieghiamo tutto, promesso. Lascia che Luke ti presenti la sua ragazza» fa l'occhiolino il riccio, ricevendo un sorriso d'intesa con il nuovo arrivato, il quale, lancia una gomitata sul braccio di Luke.
«Chi è la fortunata?» ammicca, ma a rispondere non è il diretto interessato.
«Michael, dai, la solita umana che fissa da una vita» e quelle parole fanno sbiancare il ragazzo dai capelli blu.
«Come cazzo hai fatto? Bravo, Hemmo!» e un'altra pacca va a finire sulla spalla di Luke.
«Parleremo anche di questo, te lo prometto Mike» gli dice, incitandolo a tornare verso gli altri, suggerendogli di rendersi visibile, mentre l'altro annuisce.
Ma quando tutto sembra andare per il meglio, nell'aria c'è già qualcosa di diverso.
Perché quando raggiungono il gruppetto, all'appello manca lei.
Michael viene presentato da Ashton, Anastasia prende la mano del riccio con gesto veloce.
Hilary e Clary salutano quasi timide.
Ma lei non c'è.
«Hey, Clary. Ma... Vane?» chiede timidamente Luke.
Lei inarca il sopracciglio.
«Ma... Non l'hai trovata? Ti ha visto scappare e ti è venuta dietro»
E quelle parole lo fanno sentire male.
Il cuore comincia a battere più forte.
Gli occhi spalancati e l'istinto che lo porta a voltarsi di scatto, cominciando a camminare con passo fin troppo veloce tra le gente.
La musica che rimbomba nel petto e nella mente.
Ragazze bionde, ma che non sono lei.
Paura.
Ansia.
Agitazione.
Si sente tremare, sente che c'è qualcosa che non va.
Prova ad usare i suoi poteri.
Prova a sentire i suoi pensieri.
Ma c'è troppo casino.
Ha bisogno di isolarsi, ha bisogno di silenzio. Crea una barriera attorno a lui.
Entra come in una bolla.
Respira.
Si prende un momento per calmarsi.
Si concentra.
Chiude gli occhi.
Passano secondi.
Poi sente quella voce.
La voce di Vanessa.
Quasi percepisce il battito del suo cuore.
Sente che è nervosa.
Sente che i suoi pensieri sono confusi.
È spaventata.
Si concentra ancora.
Riesce a vederla.
È appoggiata al muro vicino ai bagni.
Non è sola.
E Luke crede di provare rabbia allo stato puro.
Comincia a correre.
Spintona la gente che incontra, non capisce nulla, sa solo che deve andare da lei, alla svelta.
Quando arriva, è sicuro di entrare come in ipnosi.
Vanessa contro al muro, l'aria spaventata, le mani che tentano di spintonare via quel corpo che la schiaccia.
Lui, ancora quello stronzo, ubriaco da fare schifo, le mani che la tengono bloccata, le labbra sul collo di lei, mentre bisbiglia qualcosa.
Luke non riesce davvero a trattenere l'ira che sente dentro.
Prende Calum per le spalle, lo sposta dal corpo di lei, quel maledetto ghigno che lo provoca ancora una volta, tanto che Luke non resiste un secondo in più.
Gli tira un pugno, facendo portare una mano sulla bocca a Vanessa.
Gli tira un pugno e deve dire che, sì, finalmente si sente meglio.
Calum barcolla, non l'ha colpito così violentemente, ma l'alcool e il casino che c'è lì dentro lo stordiscono ancora.
Luke non crede a quello che ha fatto.
Ma, quelle parole, escono dalla sua bocca velocemente.
«Possibile che tu sia ancora qui a rompere? Porca puttana, Hood, fatti ancora vivo e giuro che non sai che ti faccio a forza di colpirti!»
I suoi occhi, poi, si volgono verso di lei.
Si guardano, lei si avvicina velocemente, si lascia trascinare verso l'uscita, avvolta dalle sue braccia e protetta dai suoi poteri.
Non appena hanno un attimo di pace, si abbracciano forte, mentre lui le bacia i capelli.
«Stai bene, vero?»
«Sì, sto bene, Luke, davvero»
«Dio. Perché mi hai seguito? Sarei tornato subito!»
«Scusa, Luke, scusa. Io... Beh, non credevo che lui...»
«Quello lì è un coglione, non gli conviene farsi rivedere»
Lei sorride, prende la mano di Luke: nonostante il pugno, la sua pelle è intatta, non un segno rosso.
«Ho avuto paura. Ma sapevo che saresti arrivato» confessa, mentre si stringe ancora un po' al suo petto.
Lo sente sospirare a fondo, Calum l'ha combinata grossa sta volta, gli ha fatto provare emozioni così forti da devastarlo.
«Te lo prometto, Luke, non succederà più» lo rassicura, sentendolo ricambiare la stretta in quell'abbraccio.
«Andiamo a casa, Vane. Dico io agli altri che ce ne andiamo» sussurra, mentre lei annuisce appena, incamminandosi verso la macchina, le cinge le spalle.
Lei sale velocemente, mentre lui esita ancora: deve avvisare gli altri, deve scrivere ad Ashton che se ne stanno andando.
Un pensiero si fa vivo, che lo porta assurdamente a ringraziare quel coglione di Calum.
Lo ha salvato da un piccolo dettaglio che avrebbe mandato in fumo ogni cosa.
"Ash, stiamo andando a casa.
È successa una cosa, ma ne parliamo domani.
Fammi un favore, tieni Michael con te, non dirgli di venire a trovarmi.
Vanessa conosce Jade, gli potrebbe chiedere qualcosa che lui non ricorda.
Aspettiamo domani, chiamerò Jade, le dirò di venire qui lunedì.
Vanessa sarà a lavoro, avremo la giornata a nostra disposizione per chiarire le idee a Michael.
Speriamo che questa amnesia svanisca"
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An Angel In Disguise
FanfictionSi dice che "gli opposti si attraggono", in amore. Si dice che "l'amore è cieco". Si dice che "in amore non ci sono regole". L'amore sembra un gioco dove tutto è possibile, dove non ci sono regole da seguire per saperlo giocare bene, in amore non ci...