Capitolo 13
Forse.
Now I'm searching every lonely place
Every corner calling out your name
Tryna find you but I just don't know
Where do broken hearts go?
Are you sleeping, baby by yourself?
Or are you giving it to someone else?
Try to find you but I just don't know
Where do broken hearts go?
Eppure Luke cerca in tutti i modi di ricordare.Prima di lasciarsi andare al sonno, quando è certo che Vanessa stia dormendo, dopo averle lasciato un ultimo bacio sulla guancia... Lui si ritrova a pensare, si ritrova a dover affrontare le mille immagini sfocate che non riesce a mettere a fuoco.
Ha le mani dietro la testa, è disteso a pancia in su, Vanessa dorme al suo fianco, messa di lato, già persa in un sogno mentre, lui, si perde nel suo flusso di pensieri, sospira a fondo quando non riesce ad arrivare ad un punto preciso.
Pensa sempre a loro, Luke, pensa ai suoi genitori, alla sua famiglia.Si sforza di ricordare, si sforza di associare l'immagine della cena di Natale, con la famiglia di Vanessa, con qualcosa che lui ha vissuto davvero, tanto tempo fa.Ma più ci pensa, più tenta di usare i suoi stessi poteri per capirci qualcosa, più si sente affaticato, nervoso, sempre al punto di partenza.
Non riesce a ricordare.Non può usare i suoi poteri a suo favore, non può usarli per conoscere il suo passato, per ricordare com'era la vita prima di morire.Sono passati quasi tre mesi dalla sua scelta, sulla sua scapola il numero dieci sta sbiadendo, sta diventando un nove, sta segnando il tempo che passa troppo velocemente, come a volerlo distrarre, come a volerlo allontanare dal suo tentativo di ricordare le sue origini.Ma Luke non riesce a togliersi quell'interrogativo, non riesce proprio a smettere di chiedersi: se io non li posso ricordare, loro che si siano scordati di me?
*
Ed è per questo che, a distanza di tre settimane di ricerche, tre settimane passate a logorarsi prima di prendere sonno, Luke ha deciso di dare una risposta a quell'interrogativo.
Ed è per questo che, ora, cammina mano nella mano con Vanessa, per la periferia di Melbourne.
Sono arrivati da poco, dopo un bel viaggio in treno passato nel silenzio più totale, sguardi sfuggenti e sorrisi tirati, la mano di Vanessa che ha preso la sua e l'ha stretta appena, come a rassicurarlo, come a dargli coraggio.
Lei sa perché sono a Melbourne, più o meno.
Ma lei non sa perché a Luke importi così tanto ritrovare la sua famiglia.
Perché a Luke sì, importa ritrovare i suoi cari, importa sapere se loro si ricordano di lui, ma... Lui è sicuro che, una volta passato l'anno con Vanessa, la storia si ripeterà.
Tra un anno lui tornerà ad essere un angelo.
Ma non si ricorderà di lei, non si ricorderà di Vanessa, delle cose fatte insieme, delle emozioni provate con lei.
Forse, avrà delle immagini sfocate che lo perseguiteranno, forse, avrà flashback che gli faranno perdere ore e ore a pensare... Ma i suoi poteri gli impediranno di ricordare, i suoi ricordi verranno placati, i suoi poteri lo terranno lontano da lei.
Forse c'è una via di scampo a quella tortura: se Vanessa si ricorderà di lui, lui potrà tornare da lei, in un modo o nell'altro. Ma Vanessa ancora è all'oscuro di tutto questo: lei crede che lui voglia soltanto colmare la mancanza della sua famiglia e, lei, è felice di aiutarlo, nonostante non capisca il vero motivo per cui, ora, siano a Melbourne, sono quasi le nove di sera, davanti ad una casa vicino alla costa e distante dal centro, davanti alla porta in legno bianca.
Luke ha appena bussato, pochi secondi e la porta si è aperta, lasciando che la luce da dentro illumini il portico: una ragazza dai capelli rossi, corti, gli occhiali da vista che nascondono la grandezza di quegli occhi smeraldini, la tuta da ginnastica blu scuro, le infradito indossate, lo sguardo confuso nel vederli lì.
«Jade?» chiede Luke, mentre la ragazza si limita a fissarlo.
«E voi siete?»
«Luke Hemmings, ero un amico di Michael Clifford» e Vanessa può giurare di vederla sbiancare.
*
Casa di Jade Collins è piena di giocattoli per bambini, piena di disinfettanti per ciucci e biberon, profuma di bambino, quella casa, un profumo delicato ed inconfondibile, una casa piuttosto grande per una neo mamma, ma che condivide con i suoi genitori.
Alle pareti non sono appesi quadri ma fotografie, fotografie che Luke ha fissato subito, nella speranza di trovare la figura di Michael.
Un sospiro di sollievo lo ha calmato, nel notare che Michael è ovunque.
Tiene le mani sul pancione di Jade.
Ha i capelli rossi, verdi, blu, cambiano da foto in foto.
Le bacia l'ombelico.
Le tiene la mano mentre sono seduti su uno scoglio.
Michael, sì, Michael proprio lui, l'angelo che è diventato mezzo umano, l'angelo che ha passato un anno tra gli umani, ha amato, ha sentito la vita nelle vene, per poi andarsene puntuale.
Jade fa accomodare Vanessa in salotto, le chiede se vuole da bere, da mangiare, ma lei scuote la testa, sorridendole un po' imbarazzata, ringraziandola per l'accoglienza.
«Per gli amici di Michael questo e altro» dice sincera, cercando di non farsi sopraffare dalle lacrime, cercando lo sguardo di Luke.
Si è fidata di lui, lui quasi non coglie il perché, ma lei sembra leggergli la mente velocemente «Michael mi ha parlato di voi, di te Vanessa, che hai fatto perdere la testa a Luke» dice quasi ironica, facendo arrossire la diretta interessata, mentre tutto si fa un po' più chiaro «E mi ha parlato di te, Luke. Mi ha detto che saresti venuto a vedere suo figlio mentre lui non c'è» e il biondo annuisce, ricordando quel momento.
«Beh, Nathan purtroppo sta dormendo di sopra. Ma capita che si svegli quindi... Beh, siete miei ospiti!» esclama entusiasta, continuando a fissare Luke, come se stesse intuendo che c'è qualcosa da confessare, ma non davanti a Vanessa.
«Grazie, Jade, ti sono grato» interviene Luke, mentre la rossa incita i suoi genitori a offrire a Vanessa un pezzo di torta e un po' di caffè «Non voglio farti tornare a Sydney con fame!» insiste, mentre la bionda sorride, alzandosi dal divano e raggiungendo i due coniugi in cucina.
Jade e Luke si scambiano un'ultima occhiata «Dobbiamo parlare. È importante» le sussurra, mentre cercano una scusa per uscire da quella casa, lasciando Vanessa con un altro interrogativo da aggiungere ai suoi pensieri.
*
«Michael mi aveva detto che eri bionda» i passi di Jade e Luke si mescolano alla sabbia della spiaggia.
Sono vicini al mare, le onde rompono il silenzio di quel posto.
La luna si specchia sull'acqua, è bianca e piena sta notte, è bellissima ed attira gli occhi di entrambi.
«Li ho tinti dopo la nascita di Nathan, circa un mese fa» spiega lei, indicando a Luke degli scogli «Andiamo lì» sussurra, respingendo i ricordi.
Si siedono sulla roccia grigia che l'acqua ama bagnare, sono scogli piuttosto pericolosi per una chiacchierata, ma Jade sembra felice di stare lì, si siede su una roccia, non una a caso, sposta lo sguardo verso il mare.
«Qui Michael ed io ci siamo detti tante cose: mi ha detto di essere un angelo, mi ha detto che dopo un anno da umano se ne sarebbe andato... Gli ho detto che l'avrei detto ai miei genitori... Gli ho chiesto un figlio... Mi ha detto addio» lo sguardo si abbassa, mentre Luke le si mette accanto, avvolgendole il braccio sulle spalle «Mi dispiace» sussurra, mentre lei lascia scappare una lacrima silenziosa «Era il giorno del mio compleanno, eravamo qui e... E... Non aveva più il numero sulla mano. Mi ha baciata un'ultima volta. Ha baciato me e la mia pancia e poi... Poi è sparito» racconta, sentendo la presa di Luke un po' più stretta.
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An Angel In Disguise
FanfictionSi dice che "gli opposti si attraggono", in amore. Si dice che "l'amore è cieco". Si dice che "in amore non ci sono regole". L'amore sembra un gioco dove tutto è possibile, dove non ci sono regole da seguire per saperlo giocare bene, in amore non ci...