An angel in disguise.

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Capitolo 20


An angel in disguise.


In the moonlight you looked just like an angel in disguise
My whole life seemed like a postcard.


Il sole comincia lentamente ad illuminare la città.

Sono le prime luci del mattino, Sydney si sta svegliando le talmente, in modo più che gradevole, con gli uccellini felici di farsi sentire, con le macchine che trafficano le strade un po' alla volta, i rumori dei motori che invadono quel silenzio in modo quasi armonioso.

I bambini, gli adolescenti, gli universitari sono già svegli, sono già in cammino verso quel banco, verso quella sedia dove saranno seduti per tutta la mattina, prendendo appunti, ascoltando quel maestro o professore, divertendosi ad apprendere, o annoiandosi come non mai in quella mattina di fine novembre.

Sembra una giornata come tante altre.Sembra una bella giornata di sole, tranquilla, normale.La Terra gira attorno al sole, l'Australia che si sta inoltrando nell'estate, il riscaldamento globale che esiste davvero... Tutto nella norma, o almeno così sembra.Ma in quell'appartamento appena fuori dal caos della città, qualcosa è cambiato, qualcosa è... Strano, diverso, inquietante.Non è una giornata qualsiasi.Non è solo una mattina di sole di novembre.

E, Vanessa, lo sa bene.Vanessa ha gli occhi aperti da appena cinque secondi.Ha il cuore in gola.Le mani che tremano.Il suo corpo trema tutto.Sente i piedi freddi.Sente l'aria che le manca.Sente il bisogno di urlare quel nome.

Perché lui, non c'è più.Si alza di scatto, rimanendo seduta sul letto.

«Luke!»

Urla, mentre le lacrime le rigano il viso.Lacrime calde che scendono velocemente, le dita che tentano di sposare i capelli da quelle gocce salate, le mani che si portano davanti alla bocca, per evitare che quei singhiozzi vengano sentiti dal mondo intero.Il cuore che batte forte.Le ginocchia sul petto.Una scena devastante, dove una ragazza piange, dopo aver urlato il nome della persona che ha amato con anima e corpo.Una scena triste, troppo fredda per poterla descrivere a pieno.Eppure, non è veramente tutto come sembra.

Perché Vanessa sente una mano, sente una mano toccarle la schiena, sente una carezza, per poi essere avvolta da un abbraccio.Si spaventa al sentire quel tocco.

Si gira di scatto, ma quel profumo l'ha già riconosciuto.«Vane, Vane, sono qui» sussurra quella voce, prima che lei possa finalmente guardarlo negli occhi.

E quell'azzurro è ancora lì.

È ancora vicino a lei.

Quei capelli color dell'oro, quegli occhi ancora un po' chiusi a causa del sonno, le guance arrossate, le braccia attorno alla sua figura, mentre la rassicurano, mentre quelle mani grandi si avvolgono alle sue gentilmente, preoccupate come non mai.

«L-Luke?» domanda lei, sentendo le lacrime fermarmi di colpo, come se quella scoperta fosse troppo scioccante.

«Sì, Vane, sono io» sorride lui «Era solo un sogno, sono qui» e quelle parole la fanno nuovamente irrigidire.

«Luke... Luke...» balbetta, cerca di riprendere fiato, cerca di ragionare su quello che ha appena detto, cerca di esprimersi trattenendo i singhiozzi, ma l'unica cosa che riesce a fare è avvicinarsi di più a lui.
Lo bacia, velocemente, esigente, come se temesse di vederlo sparire da un momento all'altro.
Lo bacia, gli morde il labbro, lo sente quasi sorridere, lo sente che ricambia con la stessa foga, sentendo la sua lingua sfiorare la sua, sentendo la passione nascere ad ogni secondo.
Lo sente, mentre la porta di nuovo distesa.
Lo sente che si mette sopra di lei, senza perdere il contatto con la sua bocca.
Ma lei ha troppi dubbi in testa per andare avanti.
«Lo senti?» domanda, cogliendolo alla sprovvista, facendogli inarcare il sopracciglio.
«Scusa?»
«Tu li senti i miei baci? Le mie carezze? Mi senti sotto la pelle?» e il ragazzo appare sempre più confuso: si distende accanto a lei, sul fianco, la guarda con aria spaventata e persa, quelle parole suonano più strane dell'arabo.
«Non dovrei?»
«Luke, ti ricordi di me?» e il ragazzo appoggia una mano sulla fronte di lei.
«Sei fredda, la febbre non ce l'hai. Sei proprio strana di tuo» la prende in giro, mentre lei si rialza, incrociando le gambe, lo sguardo fisso su quel ragazzo.
Con gesto fulmineo gli mette le mani sulla spalla, nel tentativo di guardargli la scapola, abbassando la maglietta: la pelle del ragazzo è intatta, non un solo segno, neanche un misero graffio, nessuna traccia di quel numero maledetto.
«Vane, ma stai bene? Sta mattina sei preoccupante» le prende il polso, costringendola a guardarlo di nuovo.
«Chi sono i tuoi genitori? Quanti gatti abbiamo? Come si chiama il figlio di Jade?» domande che le scivolano fuori senza pensarci, domande che lasciano Luke senza parole, con la bocca semi aperta, mentre risponde quasi incerto, come se temesse di essere preso a schiaffi.
«Andrew e Liz Hemmings? Un gatto solo? Jade e Michael non hanno figli?» un sospiro da parte di lei.
«Sono confusa» afferma lei.
«A chi lo dici» ride lui «Si può sapere che ti prende?» si alza anche lui, accarezzandole piano la guancia.
«Tu eri un angelo» comincia così quel breve discorso, che già spaventa il ragazzo davanti a lei «Eri un angelo, potevo vederti solo io... poi sei caduto, hai fatto una scelta, sei diventato mezzo umano e avevi un tatuaggio e potevi amare solo me e... e... mi hai comprato Charlie, e... Michael era un angelo, e Jade ha un figlio con lui e... lui dopo l'anno non ricordava nulla ma poi ha ricordato tutto e... Ashton era un angelo! Ma ha saltato per Anastasia... E Calum mi veniva dietro e... e tu dovevi sparire la notte scorsa!» e quelle parole, dette a voce alta, suonano come idiozie pure, suonano davvero insulse e sciocche.
Luke non sa cosa dire, resta imbambolato a fissarla, ci pensa qualche secondo, prima di avere l'illuminazione, battendo le mani e spaventandola un po'.
«Ho capito! Ieri sera abbiamo guardato City of Angels, amore, ti sei lasciata un po' influenzare. Prometto che non lo guarderemo più» la rassicura, baciandole il naso, ricevendo uno spintone da parte di lei, irritata come non mai.
«Non abbiamo guardato City of Angels! Ieri sera io e te abbiamo fatto l'amore! Me lo ricordo!» e arrossisce, mentre l'espressione del ragazzo passa da felice a felicemente maliziosa.
«Beh, se vuoi possiamo recuperare anche ora, piccola vogliosa» le bacia il collo, cercando di non farsi allontanare dalle sue resistenze, ma Vanessa lotta con forza, gli urla nell'orecchio che deve smetterla, perché lei non ci sta capendo più nulla.
«Vane, era solo un incubo. Perché sei così insistente?»
«E se invece tu ti fossi solo scordato tutta la nostra storia? Perché... tu dovevi dimenticarti di tutto!»
Lui alza gli occhi al cielo.
«Ti illumino, se vuoi. Così vediamo chi ha torto e chi ragione» l'aria di sfida si impossessa dei suoi occhi chiari «Punto primo: Jade e Michael non hanno figli, dato che stanno insieme solo da un mese e Michael deve ancora trovare il modo di portarsela a letto, visto che tra ciclo, impegni e tutto non sono ancora arrivati al dunque.»
E Vanessa resta senza parole, perché, effettivamente, ricorda qualcosa, ricorda che Jade l'ha conosciuta solo... poco tempo fa. Solo... due sere fa.
«Ashton e Anastasia si sono lasciati la bellezza di un anno fa, perché lui era partito per l'America e lei si è fatta il suo professore, con il quale ora convive, non so se hai presente, ma siamo andati a trovarli tre giorni fa» e un altro flashback si fa vivo nella mente di Vanessa.
«Ashton ora sta con Clary» sussurra piano lei, rivedendo nella sua testa la sua amica in braccio al ragazzo riccio.
«Calum, invece, mi dispiace deluderti ma... va dietro da tre mesi ad una ragazza che, proprio ieri, ci ha detto essere lesbica. E tu, amore mio, hai commentato con "Povero Calum, se venisse dietro a me non ci penserei due volte" e ti sei meritata un cuscino in faccia dal sottoscritto» un bacio rubato sulle labbra.
«Charlie è di là, dorme come sempre. I miei genitori sono sempre i soliti, e... beh, tra i due, l'unica con il tatuaggio sei tu, gattina» e le dita di lui toccano dietro il collo di Vanessa, ripassando a memoria il bordo di quel disegno nero, facendola rabbrividire un po'.
Tutto un sogno.
Tutto quel dolore, tutta quella sofferenza, tutto quel casino...
Solo un sogno.
Perché Luke non è mai stato un angelo.
Perché quello che ha vissuto era solo frutto della sua mente.
E le immagini reali si fanno spazio, dentro di lei.
Vede come stanno davvero le cose.
Vede che solo pochi dettagli sono ancora veri, come il bacio al concerto degli Sleeping With Sirens.
Vede che Jade non la conosce nemmeno.
Vede il viso di Calum nell'aggiornarli sulle ultime news riguardanti quella ragazza.
Vede Ashton partire per l'America.
Vede Anastasia e il suo nuovo compagno.
Vede Luke, poi, sempre presente, sempre il solito Luke, con la differenza che non è mai stato qualcosa di impossibile.
Lo sente baciarla, distraendola dai suoi pensieri.
Lo sente che con la mano va ad accarezzarla da sotto la maglia del pigiama.
Lo sente, lo vede sorridere.
Lo sente sussurrare quel «Ti amo» che lei contraccambia un po' sorpresa, beandosi di quella voce calda che rimbomba leggera nella sua mente.
Il cuore le batte ancora un po' forte.
Le mani si perdono con quelle di Luke.
Mentre riprendono a baciarsi e a distendersi l'uno attaccato all'altra.
Assapora le sue labbra.
Intreccia le mani tra i suoi capelli biondi, sente le sue sfiorarla con la solita delicatezza che riconosce, che non la spaventa, che la rilassa, la calma, la fa sentire al sicuro, protetta, come se lui fosse davvero come nel suo sogno.
Perché Luke, forse, è davvero il suo angelo.
Perché, forse, lui, per quanto umano possa essere, è davvero come nel suo sogno.
Luke è un angelo in incognito, è un angelo che tutti vedono come semplice umano, come un ragazzo qualunque, tra tanti, un viso tra milioni.
Ma non è così ai suoi occhi.
Gli occhi di Luke li riconoscerebbe tra milioni e milioni.
Quell'azzurro che si mescola alla perfezione con il suo blu.
Quel ragazzo che è solo il suo angelo, l'angelo che solo lei può vedere, sentire, baciare, amare.
L'angelo che la fa sentire così bene, anche solo con una carezza, anche solo con un sorriso, anche solo con una parola sussurrata, un angelo per lei, un angelo che ha bisogno solo del suo amore per essere felice davvero.
An angel in disguise.

The End.

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