Mi avvicino e appoggio le mie labbra sulle sue. Sanno di sale come se avesse appena baciato la dea del mare. Il mio cuore batte mille all'ora. Ho agito d'impulso, senza riuscire a opporre resistenza a quel gesto avventato. Mi ritraggo sorpresa, sconcertata, confusa.
Restiamo a guardarci per qualche secondo, sul suo viso si delineano una serie di emozioni, così veloci da non riuscire più a dargli un nome.
«Scusa...» Ma non riesco ad aggiungere altro. In realtà non mi dispiace affatto.
Appoggia le sue mani ai lati del mio viso e mi bacia. Avvolgo le mani attorno ai suoi fianchi, lo tiro a me con forza. Non riesco più a resistere, il mio corpo e la mia anima hanno bisogno di lui, adesso. Ci avviciniamo e il bacio diventa più profondo, aggressivo.
Non riusciamo a controllare il respiro. Gli sfilo la maglietta, Reeve alza le braccia al cielo e mi aiuta a sfilargliela. L'addome piatto, i muscoli visibili sotto la pelle liscia e perfetta. Il suo odore mi inebria e manda in tilt il mio cervello.
Chiudo gli occhi per assaporare il momento e per assorbire il contatto così delicato. Fra le sue mani mi sembra di essere una bambola di porcellana e allo stesso tempo al sicuro dal male del mondo.
«Apri gli occhi, non lasciarmi solo». La sua voce è roca e deliziosa. Capisco che ha bisogno di me, della mia attenzione.
Mi sorride complice. Non c'è bisogno di aggiungere altro. Sognavo questo momento da mesi, lo avevo immaginato ogni notte prima di addormentarmi e mi chiedevo come sarebbe stato fare l'amore con lui.
Il mio turno arriva subito dopo. Mi sfila la maglietta, il reggiseno e sono nuda come lui. Mi contempla, osserva il mio corpo con rinnovata meraviglia. Mi vergogno, non ho mai amato le mie curve e come se mi avesse letto nel pensiero mi bacia la pelle, mi stuzzica con la lingua.
Mi scosta i capelli che ricadono dietro le spalle e mi solleticano i sensi, mi morde il collo. La mia pelle vibra di brividi di piacere. La mia schiena si inarca, affondo le dita fra i suoi capelli mentre è impegnato a sfilarmi i jeans. Le sue dita scivolano addosso al mio corpo come se sapessero esattamente dove andare, come se fossi il suo strumento musicale preferito.
Lo stringo a me, la sua pelle è incandescente a contatto con la mia. Si sfila i pantaloni e ora siamo nudi, vulnerabili uno di fronte all'altro. Non abbiamo filtri. Non ci sono più barriere fra noi, bugie o maschere. Siamo due anime che si incastrano con perfezione millimetrica.
Gli mordo il labbro e dalla sua gola sgorga un gemito simile a un ruggito. Ci stendiamo sul letto in mezzo al mare, lontano dal mondo.
Lui si avvicina e mi copre col suo corpo mentre la nostra pelle a contatto, così calda e umida sembra plasmarsi per diventare un'unica entità. Le nostre mani si intrecciano e lo sento scivolare dentro di me con dolcezza, in un movimento costante e crescente.
I battiti dei nostri cuori si sono uniti per diventare uno solo. I capelli gli ricadono davanti al viso, i suoi occhi sono di un colore indefinito e lo sguardo malizioso mi provoca una scossa eccitante. Inarco la schiena, accompagno i suoi movimenti. I respiri si fanno pesanti, intensi.
Lo desidero con tutta me stessa, lo voglio come non ho mai voluto nessuno. L'affondo è più intenso, il calore aumenta e arriviamo fino all'apice di quella danza sensuale e ammaliante di cui non vorrei più smettere di nutrirmi.
***
Un raggio improvviso mi colpisce il viso. Qualcuno, probabilmente Marco, deve aver aperto le finestre.
«Ti odio» borbotto sperando che mi abbia sentito.
Alzo le coperte sopra la testa. Non voglio aprire gli occhi, se lascio che venga il giorno allora la sensazione del sogno meraviglioso che ho fatto questa notte svanirà del tutto e la realtà sarà ancora più difficile da affrontare.
Allo stesso tempo non posso starmene qui sotto per l'eternità, quel maledetto del mio migliore amico salterà sul mio letto da un momento all'altro, mi toglierà le coperte e scoprirà che...
Sono nuda? Dove diavolo sono finiti i miei vestiti?
Qualcuno si muove di fianco a me. Sgrano gli occhi ma li chiudo subito per la luce eccessiva che c'è qui dentro. In un secondo, nella mia testa si presentano mille scenari e uno più terrificante dell'altro: ho fatto sesso con Jamal credendo di farlo con Reeve o forse sono sonnambula e credendo di sognare ho fatto...
«No!» Mi metto seduta col cuore che batte furioso. Devo andarmene da qui, però...
Non sono in camera mia. La luce mi acceca. Il sole si sta alzando alle spalle della casa sul mare e ricopre le fronde degli alberi di una patina dorata. Una brezza fresca scivola nella stanza in cima al mondo, passando per uno spiraglio della finestra. Non sono in camera mia. E questo non è Jam.
Guardo Reeve addormentato con la schiena nuda, le spalle punteggiate da piccole lentiggini. Si gira a pancia in su, allarga le braccia verso l'alto e apre gli occhi. «Hai urlato o sbaglio?»
Alzo la coperta per coprirmi e la infilo sotto le braccia mentre un senso di panico si fa largo dentro di me. Cerco di raccattare tutti i miei vestiti sparpagliati per la stanza e sopra le mensole. Non voglio che mi veda e mi metta a fuoco, potrebbe essere troppo imbarazzante. Non voglio che si perda in scuse tipo "come prima e unica volta è stato davvero bellissimo" o "il sesso più bello che ho mai fatto con un'amica" o potrebbe addirittura dirmi che quello che è accaduto è stato uno sbaglio, un impeto del momento sai, l'atmosfera del mare, le onde, la brezza, il faro, questo angolo di mondo lontano da tutti... Potrei morire seduta stante. E quello che è successo ieri è stato...
«Ehi...» mi avvolge i fianchi, mi bacia la schiena.
«Che ore sono?» Recupero un calzino finito in cima alla sua Gibson.
«Le sei... abbiamo tutto il tempo del mondo».
Mi giro a guardarlo confusa, incredula. «Per fare cosa?»
Raddrizza la schiena. «Cosa ti prende?»
Scuoto il capo. Recupero il reggiseno, mi sistemo i capelli. «Dobbiamo andare. Fra un po' si sveglieranno tutti».
«E allora?»
«Allora? E se ci vedessero arrivare insieme? Se capissero che siamo stati qui tutta la notte? Tua mamma si sveglierà fra poco e farà domande anzi, non serve neanche che faccia domande perché capirà tutto alla prima occhiata. È come una strega o roba simile».
«Mi madre non è una strega e non ha poteri psichici».
Gli scocco un'occhiata truce. Finisco di vestirmi e chissà perché ho come l'impressione che si veda lontano un miglio che questa notte è successo qualcosa di speciale. «Devo andare».
«Ok, aspettami almeno». Reeve recupera le sue cose e mentre scende le scale, si veste alla velocità della luce.
Infila le scarpe saltellando su un piede e poi sull'altro e quando siamo fuori sto praticamente correndo verso casa come se uno tsunami di emozioni mi stesse precipitando addosso per annientarmi.
Non è facile correre sulla sabbia mantenendo una certa dignità, mi sembra di essere una papera sgraziata e non oso immaginare in che stato sia la mia faccia e che razza di gomitolo di capelli ho in testa.
Mi odio, mi detesto e vorrei prendermi a pugni. È stata la cosa più bella che mi sia mai capitata nella vita e sto praticamente scappando da lui.
Cosa c'è che non va in me?

STAI LEGGENDO
Ricomincio dall'Amore
Literatura KobiecaIsabella Patterson è una scrittrice di fama mondiale che vola a Los Angeles per promuovere i suoi libri. "Sei mesi di lavoro e torno a casa." E' la promessa che ha fatto a se stessa per poter scendere a patti con la sua timidezza. Lentamente però l...