Sweet Dreams (are made of this)

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Bellatrix: Sweet Dreams (are made of this)


I giorni passavano e le giornate diventavano sempre un po' più lunghe. A forza di prove, tentativi ed errori, stavo diventando molto abile nelle arti oscure. Anche il mio maestro lo notava, un paio di volte aveva parlato di qualcosa di importante che voleva iniziare a fare con me, ma ancora non si era deciso a cominciare.

Io non avevo fretta, mi bastava stare insieme e sapere che avrebbe deciso lui quando i tempi sarebbero stati maturi.

Un pomeriggio, sul presto, eravamo fuori dal castello e mi stava insegnando delle maledizioni potenti, quando fummo interrotti.

Nott veniva velocemente verso di noi.

"Scusate, Signore, non volevo disturbare, ma ci servirebbe davvero il giocatore in più."

Lo guardai entrambi.

Questa era una novità per me, sembrava qualcosa di interessante.

"Ancora con quell'assurda sfida a quel gioco inutile?"

L'altro annuì.

"Sì Signore, ma vi prego, il trio non può perdere, non abbiamo mai perso."

Ascoltavo la conversazione senza capire bene di cosa si trattasse.

"Non ho voglia, Nott, cercate qualcun altro."

"Voi siete il più bravo a calciare la pluffa, sembra non abbiate mai fatto altro. E siete a capo del trio, non possiamo perdere contro quei giovincelli del cazzo, vi prego."

Quando Nott parlò di giovincelli, sembrò interessarsi di più.

"Chi sarebbero questi?"

"Ci sono i due Lestrange, Mulciber e Wilkes."

Allora chiese informazioni in più, era partecipe.

"Come pensate di batterli?"

Anche Nott notò subito che c'era un'apertura.

"Venite, vero? Non ho idea di come batterli, ma dobbiamo. Oggi noi non abbiamo nulla da fare, Signore, non stiamo trascurando nulla."

Lo guardò dubbioso, ma pensai che, in fondo, avesse voglia di partecipare, solo che non lo dava a vedere.

"Non possono certo vincere gli imberbi ragazzini, dovreste devastarli, umiliarli in maniera implacabile."

Nott annuì subito.

"Infatti, Signore, ma non ammettiamo altri nel trio, lo sapete, se non venite voi resteremo in tre e perderemmo sicuramente."

Mi intromisi.

"Cosa dovete fare?"

Rispose Lord Voldemort.

"Devono fare una sfida stupida, che ogni tanto si verifica tra i Mangiamorte che non hanno nulla da fare. Noi invece qualcosa la stavamo facendo."

Nott fece un paio di precisazioni.

"Non è stupida, Signore, è molto sentita, è una specie di tradizione."

Si rivolse anche a me.

"Ogni tanto ci si sfida ad una versione semplificata del Quiddich. Le sfide nascono per caso, ma non puoi tirarti indietro, perché ci perdi la faccia davanti agli altri."

Annuii.

Sapevo che Lord Voldemort non amava particolarmente il Quiddich. Glielo avevo chiesto tempo prima, ma forse quella versione gli interessava di più e soprattutto era una sfida, non ci avrebbe rinunciato.

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