Quella col fuoco dentro

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Bellatrix: Quella col fuoco dentro

Ormai era pomeriggio inoltrato, aspettavo già da un bel po' che il mio maestro mi chiamasse per le lezioni, ma il Marchio Nero era silenzioso e non mi aveva mai procurato il benché minimo bruciore.

Cominciai ad immaginare che per quel giorno non avrei potuto stare con lui.

Attesi ancora, quando però si fece ormai quasi sera, non riuscii a sopportare la solitudine e la lontananza, decisi allora di andare al Quartier Generale, anche solo per stare con gli altri, nel caso lui non avesse avuto tempo per me.

Fui così discreta che scelsi di evitare la saletta comune dove di solito ci si trovava, non avevo davvero intenzione di disturbarlo.

Ormai avevo capito che, se non si faceva vedere, era solitamente per motivi effettivi, non perché non volesse stare con me.

Questa fase l'avevo passata, ero cresciuta, come avrebbe detto lui stesso.

Vagai quindi per il castello, giusto per sapere se era lì oppure in giro chissà dove.

Avrei incontrato volentieri Avery, o Nott, meno Dolohov con cui faticavo a legare, ma non vidi nessuno dei tre.

Purtroppo la prima che incontrai fu invece Alecto, anche lei per nulla contenta di vedermi lì.

"Che ci fai tu qui, Bellatrix?"

Mi apostrofò così, senza nemmeno avere la decenza di salutare.

"Potrei chiedere la stessa cosa a te, Alecto."

Mi guardò male e io lei.

"Cercavo Lord Voldemort."

Non dissi nulla.

"E tu cosa stai facendo?"

Alzai le spalle, ancora senza rispondere. Non potevo certo dire che anche io lo cercavo.

Avanzò di poco verso di me.

Capii subito che la tregua tra di noi era finita, era durata veramente solo quella notte al Club, quando entrambe avevamo avuto lo stesso scopo.

Decisi di restare calma, provai ad evitare la ripresa delle ostilità che Lord Voldemort aveva chiesto apertamente non si verificasse.

"Allora, te lo sei ripreso?"

La osservai.

"Di cosa parli? Non ti seguo."

"Sai benissimo di cosa parlo. Non fare la finta con me."

Alecto indugiò per qualche istante, poi parlò duramente.

"Non ti sopporto, ottieni sempre le attenzioni di tutti. Sei una viziata."

Nelle sue parole sentivo l'odio e l'invidia nei miei confronti, ma non capivo perché si fosse così tanto infervorata proprio contro di me.

Decisi di scoprirlo.

Provai una breve incursione nella sua mente, ma anziché trovare le motivazioni reali del suo odio, incappai, per caso, su altro di ben diverso: un segreto dei Mangiamorte.

Provai ad andare a fondo e capii che c'era scontento nei confronti di Lord Voldemort.

Il problema era la sua estrema violenza da una parte e la paura di perdere la sua protezione dall'altra.

Correva voce, infatti, che avesse troppe distrazioni, tra le quali io figuravo al primo posto e troppi altri interessi per la testa.

Dunque un gruppetto di persone si stava preparando a spodestarlo e prendere il suo posto a capo dei Mangiamorte.

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