Il futuro Horcrux

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Lord Voldemort : "Il futuro Horcrux"


Le prime ore del pomeriggio erano lente e silenziose, un pallido sole rischiarava la giornata, ma dalle finestre si infilava, tra i vecchi infissi, un lieve sibilo di vento freddo.

Lo percepivo sulla pelle del viso, sulle mani, ne sentivo l'odore come se fossi all'esterno, ogni mio senso captava il vento come naturalmente amplificato, il mio potere oscuro mutava e si accresceva senza sosta, sentivo tutto attraverso esso e, più lo usavo, più diventava vita e parte di me.

Quell'aria serpeggiante sulla pelle mi dava una bella sensazione.

Ero sdraiato sul grande divano non lontano dalla finestra, il braccio alzato davanti ai miei occhi reggeva a penzoloni il medaglione di Serpeverde.

Osservavo distrattamente quel prezioso oggetto oscillare davanti ai miei occhi. La catena d'oro era intrecciata tra le mie dita e, muovendo leggermente la mano, il futuro Horcrux ondulava lentamente con essa, a destra e sinistra, destra e sinistra.

Nello stesso modo, la mia mente oscillava tra un sì e un no, un sì e un no.

La catena scricchiolava appena ad ogni movimento, lo smeraldo verde brillante era assai pesante e capeggiava su tutto il gioiello, talmente grande che quasi stonava.

Quell'oggetto era un simbolo importante, doveva essere trasformato in un Horcrux e questo l'avevo deciso già da tempo.

Mi restava da scegliere quando compiere l'incantesimo.

Ero incerto.

Avevo cambiato idea già più volte: prima ero convinto, poi avevo rimandato, poi avevo deciso di riporre al sicuro prima l'anello e poi pensare al medaglione e ormai che il tempo era giunto, non avevo nessuna voglia di farlo.

Mi sentivo bene in quel momento, non era nei miei progetti tornare a subire il dolore fisico e mentale che comportava la rottura dell'anima.

Forse mi ci sarei abituato un giorno, sarei riuscito a fare un incantesimo che non comportasse effetti collaterali, oppure il mio corpo non ne avrebbe semplicemente più risentito, sarei arrivato a creare Horcrux senza problemi.

Forse, un giorno, ma in quel momento ero ancora lontano da quel tipo di traguardo.

Avevo pensato tante volte al motivo per il quale, né il diario né l'anello mi avessero dato praticamente alcun problema, mentre con il diadema le cose si fossero talmente tanto complicate, da diventare difficili da sopportare, ma non ero arrivato ad una spiegazione che mi soddisfacesse.

Sospirai.

Avrei dovuto studiare ancora molto per capire tutto di quegli incantesimi.

Probabilmente era il prezzo da pagare per l'immortalità, un enorme e immenso dolore e prostrazione fisica, poca cosa di fronte al vivere per sempre.

Il problema però rimaneva, al momento non avevo voglia.

Abbassai il braccio e il medaglione si sfilò lentamente dalle dita, lo lasciai cadere a terra, chiusi gli occhi per un attimo.

Non mi andava di pensarci e non mi andava di provarlo, tutto quel dolore.

Era la prima volta che mi succedeva di non desiderare di compiere al più presto quell'incantesimo oscuro.

Non capivo il motivo del mio tentennare, o forse non volevo capirlo e non volevo pensare nemmeno a quello.

Sorrisi a me stesso: non volevo proprio pensare a niente, insomma.

"Mio Signore, ho creato la pozione, ho usato alcuni incantesimi per aumentarne il potere, dovrebbe essere perfetta."

Aprii gli occhi.

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