Romeo
Non riuscivo a togliermi il pensiero che Ellen fosse ancora viva. Forse in pericolo. Perché per quale altro motivo non si sarebbe più fatta sentire?
Riaccompagnai a casa Juliette in silenzio.
Ellen era viva e non si era mai fatta sentire.
Perché?
-Ci deve essere una spiegazione- Juliette sembrava fragile come vetro. La osservai attraverso lo specchietto. Se ne stava con un gomito puntato contro la portiera, i capelli come tentacoli sul viso. Alla luce tagliente dei lampioni sembrava la protagonista di una qualche storia fantasy. La principessa sfuggita alle grinfie del mostro.
Non sapevo cosa dire. Le parole mi grattavano la gola e non uscivano.
-Potrebbe essere vivo anche Nathan, deve essere vivo anche lui
-Se sono insieme- ecco, adesso ogni lettera era un proiettile. La vidi impallidire. Mi odiai. La odiai.
-Deve essere vivo-
-Questo è quello che vuoi credere- di nuovo quella voglia di distruggerla, lei che rappresentava i miei rivali. Fermai l'automobile all'angolo di casa sua, le mani che stritolavano il volante. -Non sappiamo nulla
Un gemito.
Mi voltai.
Tremava. Gocce le cadevano sulle guance e riflettevano la luce. Piangeva.
Ma cos'avevo fatto?
La dovevo abbracciare. Assicurarle che l'avrei protetta. -Tuo fratello e mia sorella stanno bene, okay?
Juliette singhiozzò più forte, le mani a coprirle il volto.
-Ehi, non vorrebbe vederti piangere- allungai una mano e le sfiorai il braccio.
Juliette si piegò avanti, quasi avesse il peso del mondo sulle spalle.
-Li troveremo
-Non sono una bambina, so che non ci riusciremo
-Invece sì, mai perdere le speranze- mi resi conto che avrei detto qualsiasi cosa per rassicurarla.
-Devo andare- si passò le dita sulle guance. Le lacrime le s'incastonarono nei polpastrelli. -Cloe sarà preoccupata- aprì la portiera.
Sapevo di dover dire qualcosa. Dovevo trattenerla. Juliette già camminava sul marciapiede, le braccia strette al petto, come se fosse stato l'unico modo per tenersi insieme. Avevo fallito. Come sempre.
La stanza di Ellen aveva ancora il suo profumo. Come se lo avesse trattenuto nelle pareti, nelle lenzuola, nell'aria. Nessuno l'aveva più toccata da quando Ellen se n'era andata. Non lo avrei permesso.
Camminai tra il letto a baldacchino, la scrivania bianca, la cabina armadio. L'arredamento era stato rinnovato un paio di anni prima. Ellen aveva insistito molto al riguardo.
-Sono una donna, voglio una camera da donna, niente più rosa-
Potevo ancora vederla con il top bianco e gli shorts di jeans. Non sapevo perché Peter avesse acconsentito. Lui odiava non avere il controllo di qualcosa ed era chiaro che Ellen gli stava sfuggendo di mano.
-Che cos'altro non sapevamo sul tuo conto?- mi lasciai cadere sul letto che cigolò sotto il mio peso. Non avevo mai pensato che esistesse una Ellen che non conoscevo. Che non fosse la cheerleader dagli occhi luccicanti e con i pompon in mano. Un'altra Ellen che non era mia sorella, ma aveva solo il suo aspetto, la sua voce, il suo atteggiamento. Una Ellen che nascondeva un segreto pericoloso.
Caddi all'indietro. Su quel letto le avevo detto della morte dei nostri genitori. La ricordavo piccola, i capelli ancora neri sugli occhi, il corpicino avvolto nelle lenzuola. Quanti anni aveva? Nove? Dieci? I suoi singhiozzi avevano scosso anche me. Era stato come ricevere mille coltellate.
Su quel letto, seduti con le gambe incrociate, le avevo spiegato scienze e biologia, quando non riusciva a capirle a scuola.
-Non capisco perché debba studiare tutte queste sciocchezze! Io voglio fare l'influencer- si era lamentata, spingendo in fuori la bocca a cuore, e mi aveva fatto male perché in quel momento sembrava più che mai la mamma.
-Beh, la scienza e la biologia sono applicabili alla vita reale, per cui potrebbero servirti-
-Non ci credo- aveva incrociato le braccia, rifiutandosi d'imparare altro.
Su quel letto avevo cercato di farle capire che non c'era possibilità di andarsene dalla città, che Peter non glielo avrebbe mai permesso, non lo aveva permesso nemmeno a me.
-Ma non è giusto- aveva protestato con l'energia dell'adolescenza.
-La vita non è giusta... siamo molecole che tendono al caos, al disordine, l'entropia vincerà su di noi-
Ellen aveva tirato su con il naso, le lacrime che le facevano luccicare gli occhi, ma che riusciva a trattenere, testarda come una Montayne.
-Sarai felice anche qua- sapevo che era una bugia, ma dovevo consolarla, ne sentivo il bisogno come di respirare.
-Non con Peter, con lui non sarò mai felice-
-Ma Peter non può controllare la tua vita- gli avevo appoggiato una mano sul braccio. Avrei voluto poter prendere il suo dolore e metterlo dentro di me. Avrei voluto che lei, la mia sorellina, fosse felice. Per questo mi era venuta quella stupida idea. –Perché non trovi qualcosa che ti piace? Peter non può controllare ciò che ami-
Un sorriso appena accennato sulle labbra di Ellen. Non potevo sapere che quello era l'inizio della fine. –C'è una cosa che mi piace-
-Vedi? Concentrati su quello-
-La storia di Prudence e Spencer-
Non potevo sapere quanto fosse pericoloso. L'amore. Ellen aveva cominciato a credere nell'amore.
Mi rimisi seduto e... un'asse del parquet era sollevata. Non l'avevo mai notato prima. Era una cosa leggera, appena qualche millimetro, ma c'era. M'inginocchiai a terra per poter guardare meglio. Non sembrava un rigonfiamento del legno, quanto piuttosto...
Afferrai l'asse e la sollevai. Non dovetti nemmeno sforzarla. Venne via e rivelò un buco dentro il quale c'era una scatola rosa. La presi e mi resi conto che non era una scatola, ma un quaderno. Anzi, era un diario. Lo soppesai tra le mani.
Un diario. Doveva essere il diario segreto di Ellen. Un diario di cui non avevo mai saputo l'esistenza.
-Che cos'altro mi nascondevi?-
Lo aprii, la sensazione, amara come cenere in bocca, che non mi sarebbe piaciuto quello che avrei scoperto.
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Laddove s'incontrano gli amanti (a Romeo and Juliette story)
ChickLitEx Non dire il mio nome Sarei stato felice ovunque purché fossi al suo fianco. Era il mio uragano. Mi capovolgeva e mi lasciava bocconi. Eppure non ci avrei rinunciato per nulla al mondo. Perché era il mio mondo. ❤️ Juliette Capulet non è mai stata...