5. APPROFITTA DI QUESTA NOTTE

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Juliette  

Mezz'ora dopo mi rigiravo tra le mani il bicchiere che ci aveva portato una cameriera vestita come Morticia Addams. Bloody Mary. Come la regina inglese morta secoli prima. Come la ragazza della leggenda, quella che usciva dagli specchi per cavare gli occhi.    

Il liquido rosso si muoveva. Serrai la stretta delle mie mani e mi sforzai di controllare il tremore, ma il guardarlo mi provocava un brivido. Sembrava sangue. Perfino per un'amante del gotico come me, beh, era strano. Mi morsi il labbro inferiore e sentii il sapore dolciastro del rossetto.

-Ho un podcast- Cloe si sfiorò le ginocchia. -Parla di crimini-

I serial killer, la passione di Cloe. Aveva una foto di Ted Bundy in camera... e sì, una cosa molto inquietante.

Sorseggiai il Bloody Mary. Il liquido m'infiammò la gola. Boccheggiai. Avevo l'impressione di avere delle fiamme in bocca.

-Un po' forte?- Peter puntò lo sguardo su di me, un guizzo nelle iridi. -Non sei abituata?-

-Juliette non beve molti alcolici- Cloe mi strizzò l'occhio, come se fossimo state complici.

Nessuna delle due beveva alcolici, ma Cloe fingeva meglio di me. Perlomeno non sembrava che stesse soffocando dopo il primo sorso.

-Beh, non dovresti esagerare allora- Peter puntò un gomito sul bracciolo. -Non vuoi rischiare di stare male, giusto?-

Aprii la bocca per dirgli dove avrei voluto mettergli il Bloody Mary, ma uno sguardo di Cloe mi convinse a richiederla. Ne avremmo parlato in un altro momento.

-Questo posto è davvero carino, pieno di atmosfera- Cloe si passò le dita tra le ciocche. -A cosa ti sei ispirato?-

-Ai miei più oscuri desideri- sussurrò, l'attenzione tutta su mia cugina.

-Mmm, quindi hai dei sogni oscuri?- Cloe buttò in fuori le labbra. Dov'era finita la ragazzina che a scuola non riusciva a parlare con i ragazzi senza arrossire?

-Chi non ne ha?- Peter abbassò la voce, un graffio sul legno.

-Mmm, e c'è un modo per scoprirlo?- Cloe allungò le gambe e lo sfiorò con la punta delle scarpe, lo sguardo reso a fessura. Un tentativo di apparire sensuale. Okay, la situazione stava diventando imbarazzante. Mi sembrava di assistere al rito di corteggiamento di una qualche specie d'animali.

-Non saprei, po... -

Un suono stridulo. Sussultai e gocce rosse scivolarono fuori dal bicchiere. Le osservai lasciare una scia sul vetro prima di schiantarsi al suolo.

Peter allargò il sorriso da lupo. Avrei potuto giurare che fosse contento del mio spavento. -Scusate- afferrò il cellulare. -Le persone nella mia posizione sono sempre cariche di problemi- si abbandonò a un lungo sbuffo, ma qualcosa nel suo sguardo mi chiuse lo stomaco. Si alzò. -Siete libere di andare dove volete- uscì dal privè.

Mi sentii più leggera. Un macigno invisibile mi era stato tolto dal petto.

-Proprio quando iniziava il divertimento- Cloe posò il bicchiere sul tavolino.

-Non c'è nulla di divertente in questa storia- potevo farla ragionare. Potevo...

-Merito un innamorato, non credi? Sono stufa di questa vita- Cloe strizzò gli occhi. -Viviamo tra le sbarre, ma non ce ne rendiamo conto-

-Non sono sbarre- già mentre lo dicevo le parole suonavano false. Eravamo prigioniere, incatenate.

Cloe scosse la testa. -Non fraintendere- trattenne il respiro e si accarezzò la manica dell'abito. -È una bella gabbia, la migliore del mondo, ma resta una gabbia e non si può vivere in una gabbia-

-Non è una gabbia e Peter Montayne è nostro nemico-

-Perché mi contraddici sempre?-

-Voglio solo dire che... - le parole mi s'impigliarono in gola. Sapevo di aver già perso quella battaglia.

-Lo sai che è una prigione- c'era una nota stonata nella sua voce. Tristezza. Cloe si sentiva triste. -Non possiamo chiamarla così, ma la è- sollevò un angolo delle labbra. -E ora lasciami sognare una vita diversa, una vita che non potrò mai avere, almeno per stasera, okay?-

-Non credo che sia il caso- il Bloody Mary mi raffreddava i polpastrelli.

-Non sei tu che dici che una cosa successa una volta non è mai successa?-

-In realtà è L'insostenibile leggerezza dell'essere- perché gliel'avevo letta?

Cloe fece spallucce. Scacco matto.

Contrassi le labbra. -Non metterti nei guai-

-La mia idea è proprio il contrario- quel sorrisetto divertito che un tempo collegavo a quando dovevo combinare un guaio. Cloe era sempre stata una tempesta. Fin da quando ancora bambina si arrampicava sugli alberi.

-Del tipo?-

-Divertirmi!- mi strizzò l'occhio. -Nessuno si diverte se si mette nei guai-

-Questo è da vedere-

-Ne sei sicura?- si alzò, le mani che lisciavano l'abito, i brillantini che le rimanevano appiccicati alle dita. -Ci troviamo qua alle quattro-

-Le quattro? Di mattina?-

-No, di pomeriggio- sollevò lo sguardo, l'esempio della ragazza vittima di un atroce destino. -Certo che di mattina-

-Ma sono solo le dieci-

-Il tempo passa in fretta se ci si diverte- si passò le mani tra i capelli. -Vado a prendermi la mia vita, per una sola sera all'anno, non credi che sia mio diritto?- uno scintillio nello sguardo azzurro, le mani che si stringevano a pugno, una punta della scarpetta che batteva sul pavimento. -E sarebbe anche il tuo- abbassò la voce fino a renderla un sussurro. -Approfitta di questa notte- fece un mezzo giro.

-Preferirei giocare a D&D- sussurrai.

Cloe non mi sentì, o finse di non sentirmi, scivolò fuori dal privè.

Me ne rimasi seduta sul divanetto. Le parole di Cloe mi rimbalzavano nella testa, nella pelle, nel sangue.

Approfitta di questa notte.

Per fare cosa?

Mi mordicchiai l'interno della guancia. Questa notte. L'ultima notte al mondo. Scossi la testa. Non ero come Cloe. Non ero libera come lei. O incosciente.

Afferrai il cellulare, controllai i social, cercai notizie su Nathan. Il gelo m'invase lo stomaco quando mi ritrovai a fissare quella vecchia fotografia. Lui ed Ellen. Bugie. I giornalisti erano dei bugiardi. Bloccai il cellulare.

Perché non mi ero portata un libro? Mi allungai sul divanetto. Le luci sfarfallavano. Avrei preferito guardare una serie su Netflix. Magari vedere per la centesima volta la prima stagione di Stranger Things.

Approfitta di questa notte.

Non ce ne sarebbero state altre. Mi alzai. Sentivo il cuore battere più forte. Avrei dato una sbirciatina. Niente di più. Uno sguardo e sarei ritornata nel mio mondo un po' banale. Nella mia prigione. Un solo sguardo. Magari per i miei studi di antropologia sarebbe servito a qualcosa. Barattai la sicurezza del privè con la confusione del locale.


NOTE DELL'AUTRICE:

Ed ecco il nuovo capitolo... aspetto la vostra opinione.

Un enorme abbraccio 😘

Laddove s'incontrano gli amanti (a Romeo and Juliette story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora