24. APPUNTAMENTO PER DIMENTICARE

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Juliette

-Dai, non ti si può vedere sempre a letto- Cloe mi diede un colpetto alla spalla.

-Non sono sempre qua- una chiara bugia. Mi girai su un fianco, la testa sul cuscino

Cloe sorrise. -Ti ho organizzato un appuntamento

-Non voglio un appuntamento

-Ti farebbe bene, passi il tempo a mangiare gelato e a guardare serie tv- mi prese per il braccio con la sua stretta sicura. -Il ragazzo si chiama Mark- mi stampò un bacio sulla guancia. -Si è appena lasciato, è carne freschissima e avete moltissimo in comune

-Non credo che sia il caso... ho altri pensieri

-No, ti prego, non quella persona che comincia per R e finisce con O- scosse la testa. -Dai una possibilità a Mark, se non doveste andare d'accordo amici come prima, okay?

-Ehm, sei sicura che sia affidabile

-Naturalmente

-Ma non ho niente da mettermi- una debole scusa.

-E cosa ci faccio io?

Cloe si mise subito all'opera. Mi fece provare degli abiti.

-Troppo corto- borbottai riguardo al primo.

-Troppo scollato- mormorai al secondo.

-Trop...

-Zitta, questo è perfetto- fece un passo indietro, le mani sui fianchi, la fronte aggrottata. -Il taglio mette in risalto le forme- annuì. -Vedi che la scuola di moda non è una perdita di soldi e di denaro?

-Non ho mai detto questo

-Tu no, altri sì- sorrise, il sorriso tagliente di chi sta per combinare qualcosa. -Bene, bene, dovrò darti il mio cappotto, ti arriverà al ginocchio, alla stessa altezza dell'abito

-Non fa così caldo

-Meglio, così Mark dovrà scaldarti, sono o non sono un genio?

-Un genio del male- sbirciai lo specchio. Ricambiò lo sguardo una ragazza slanciata con il fisico delineato da un abito che la faceva sembrare una donna.

-Sei crudele- Cloe fece una smorfia e mi strizzò l'occhio. -Fallo per me, ragazza, voglio vederti felice... sono o non sono la migliore cugina del mondo?

-Mmm, dipende dai giorni

-Cosa?

-La sei

-E allora ascolta il mio consiglio: dimentica Romeo

Facile a dirsi. -Non credo di riuscirci

-Almeno provaci

-Okay- ma aveva il sapore di una bugia.

Mark mi passò a prendere alle diciotto. Scese dell'automobile. Era un ragazzo più alto di me, robusto come alcuni giocatori di football del mio vecchio liceo. Indossava una giacca di pelle e un paio di jeans.

-Sei uno schianto- mi sorrise e mi aprì la portiera del passeggero.

-Ehm, grazie- salii, il cuore che batteva all'impazzata. Avevo voglia di fuggire.

-Vuoi... ehm, vuoi che accenda il riscaldamento?

-No, non ce n'è bisogno- chiusi la portiera.

Mark fece il giro dell'automobile ed entrò dall'altra parte.

-Dove andiamo?

-Cloe mi ha detto che ti piace il gelato

-A chi non piace?

-Giusta osservazione- mise in moto l'automobile.

Il locale era carino con grandi vetrate e tavolini a forma di stelle.

-Non sono mai stata qua- affondando il cucchiaino nel mio gelato alla crema.

-Spero che ti piaccia

Parlammo del più e del meno. Mark studiava

-Studio marketing a New York

-Wow, è interessante

-Sì, mi piace molto

La porta del bar si aprì con un cigolio. Due persone entrarono.

Lo stomaco mi si chiuse quando riconobbi un viso familiare.

Era Romeo? Non appena voltò la testa riconobbi i suoi lineamenti delicati. Al collo aveva le cuffie da gamer.

Strizzai le palpebre. Che ci faceva lì?

Accanto a lui c'era un ragazzo. Si stavano dicendo qualcosa a bassa voce.

Rabbrividii. E adesso cosa dovevo fare?

-Li conosci?- Mark posò un gomito sul tavolino.

-Di vista

-Quello con le cuffie ti fissa

Romeo. Abbassai lo sguardo e giocai con un tovagliolino. -Davvero?

-Si può dire che non ti toglie gli occhi di dosso- Mark fece una risatina nervosa. -È un tuo ex?

-Non ho più voglia di stare qui, possiamo andare da qualche altra parte?

Romeo comparve vicino al mio tavolino. L'aria divenne di ghiaccio. D'improvviso avevo freddo.

-Ciao, Juliette

-Cosa vuoi?

Romeo impallidì. -Volevo salutarti

-Beh, avresti potuto farlo giorni fa

-Io...

-Lascia perdere

-La ragazza non ti vuole qua- Mark si alzò. La sedia strisciò e batté contro il muro, ma nessuno sembrò farci caso. L'attenzione del bar era su Romeo e Mark.

-Ju... senti... volevo...

-Non abbiamo nulla da dirci- incrociai le braccia.

-Sì che ne ho- Romeo posò le mani sul tavolino. -Vorrei parlarti in privato

-Non ne ho voglia

-Ti prego, July, ascol...

-Non ti vuole ascoltare- Mark superò il tavolo. -Non ti è chiaro?

-July, è importante

-Non ora

Romeo aprì e chiuse la bocca. -Quando vorrai parlarmi, beh, sai dove trovarmi- si voltò.

Mi venne voglia di chiamarlo. Di pregarlo di non andare via. Rimasi in silenzio. Guardai Romeo tornare a sedersi dall'amico.

-Mi sono stufato di stare qua- Mark si voltò verso di me. -Posso portarti in un posto?

Ovunque, bastava che fosse lontano da Romeo. -Certo

Laddove s'incontrano gli amanti (a Romeo and Juliette story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora