Romeo
La birra mi graffiò la gola e il bicchiere mi sfuggì di mano per schiantarsi contro il pavimento. Nessuno sembrò notarlo con la musica che scuoteva il locale. Abbassai lo sguardo e fissai i vetri che riflettevano la luce blu senza vederli davvero.
Uno. Due. Tre.
Quando avrei alzato lo sguardo lei non ci sarebbe più stata. Era un'illusione. L'espressione di quella maledetta sensazione che mi cresceva dentro. Sollevai la testa.
Lei era sempre lì. Nel locale. Il mostro fatto di carta, ossessione e follia che avevo creato negli anni. Che era cresciuto davanti ai miei occhi. Un insulto alla mia vita con quella sua innocenza.
La scrutai. Si muoveva con difficoltà tra la folla, un abito in taffetà nero che la faceva sembrare la principessa fuggita da una fiaba. I capelli scuri le scivolavano sul viso ovale da bambina. Era esitante. Inadatta al mondo. Giocherellai con le cuffie da gamer che tenevo al collo. C'era qualcosa di affascinante nel suo essere fuori luogo. Nel suo essere sbagliata.
-Juliette Capulet- il nome aveva un sapore dolce, come una caramella. Mi costrinsi a sopprimere quel desiderio pungente che mi prendeva tutte le volte che la vedevo. La voglia di afferrarla per le spalle, gettarla sul divano, ricoprire ogni centimetro del suo corpo di baci. Volevo sapere che effetto faceva la sua pelle sotto le mie mani. Era morbida come sembrava?
-Che dici?- Benny si allungò verso di me, una mano sulla coscia della ragazza bionda che aveva rimorchiato un paio di ore prima.
-Juliette Capulet- maledizione! Perché continuavo a ripetere quel dannato nome? E perché la musica era così alta? Mi sarebbe venuto il mal di testa.
-Chi?- squittì la ragazza bionda.
-Non può essere lei- Benny si spinse avanti e sbirciò da sopra la spalla della sua conquista. -Una Capulet nella tana di un Montayne? Devo aver bevuto troppo- fischiò.
-Hai visto bene invece-
Che ci faceva lì? C'entrava qualcosa con Ellen?
Il sapore della colpa m'invase la bocca. Avrei preferito un pugno nello stomaco a dover pensare a mia sorella. Avevo cercato di soffocare il pensiero in ogni modo senza riuscirci. Lei sorgeva, un fantasma. E quando non era lei a disturbare la mia calma, era quella maledetta Capulet.
-Deve essere pazza- Benny scosse la testa, i capelli colorati di verde che gli coprivano gli zigomi ricoperti di piercing. Benny adorava la modifica corporea più di me. Per lui il corpo era una tavolozza bianca sulla quale esprimere la propria creatività. -Nessun Capulet è tranquillo qua, soprattutto dopo la scomparsa di Ellen-
Ellen. Sembrava che fosse scomparsa il giorno prima. Strinsi una delle cuffie. La colpa, rossa e spinosa, mi lacerava lo stomaco.
Non credevo a quelle voci che la gente metteva in giro. Ellen non sarebbe mai fuggita con un Capulet.
Doveva esserci un'altra spiegazione.
Juliette si passò una mano sul fianco, come per sistemarsi l'abito. Come se ci fosse solo lei in quel locale pieno di gente. Solo lei sotto quelle luci blu che la facevano sembrare ancora più pallida. Sentii le dita bruciarmi. Volevo toccarla. Mi piantai le unghie nei palmi e mi nutrii del dolore.
Il dolore purificava. Il dolore mi aiutava a scacciare quel desiderio che mi bruciava. A ignorare Juliette, che attraversava la mia vita con la grazia di una ballerina.
Juliette.
Le luci del locale rendevano i suoi lineamenti sfocati. Era come guardarla attraverso l'acqua. Come se fosse stata un'illusione. La piccola Juliette. Innocente e dolce. Una Barbie. Quanto avrei voluto scalfire quell'innocenza.
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Laddove s'incontrano gli amanti (a Romeo and Juliette story)
Chick-LitEx Non dire il mio nome Sarei stato felice ovunque purché fossi al suo fianco. Era il mio uragano. Mi capovolgeva e mi lasciava bocconi. Eppure non ci avrei rinunciato per nulla al mondo. Perché era il mio mondo. ❤️ Juliette Capulet non è mai stata...