20. ALLA FINESTRA

16 4 2
                                    

Juliette

Mi girai nel letto, senza riuscire a prendere sonno. Erano passati un paio di giorni dalla lite con Blake. Due giorni in cui non avevo fatto nulla oltre a stare in camera.

Un tonfo. Con la coda dell'occhio scorsi un movimento fuori dalla finestra. Sollevai la testa, una ciocca che mi ricadeva sul naso.

Una figura svettava contro il cielo stellato, aggrappata ai lati della finestra. La spinse e l'anta si aprì quel tanto che bastava da permettermi di scorgere chi c'era fuori.

-Romeo- ansimai.

Sembravo forse disperata? Non che me ne importasse.

-Contenta di vedermi?- sollevò le sopracciglia, quel suo sorriso contagioso sulle labbra. Un sorriso che avrebbe potuto sciogliere tutta la neve dell'Antartide.

-Ehm... non credevo che saresti venuto- mi misi seduta, il cuore che mi martellava nelle orecchie. Ero ben vestita? La camicia da notte mi cadeva da tutte le parti. Era troppo larga.

-Non è quello che ti ho chiesto- saltò dentro. Il parquet cigolò.

-Se Blake ti scopre...

-È a New York, a quanto pare ha saputo che Ellen era lì- contrasse le labbra. Un segno rosso gli attraversava lo zigomo dove Peter lo aveva colpito. Mi si chiuse lo stomaco. Avrei voluto poter far scomparire quel dolore.

Scesi dal letto. -Crede che Nathan sia lì?

-Sì, penso di sì- si frugò in tasca. -Ti ho portato questo- aprì la mano.

Un ciondolo a forma di croce, attaccato a un nastrino nero. Se ne stava appoggiato sul suo palmo come una falena. Piccole pietre brillavano sulla superficie dorata.

-Che bello- sussurrai. Feci un passo verso di lui, il cuore che mi batteva all'impazzata. Avevo sempre amato le croci gotiche. Nathan mi prendeva in giro per questo. Sosteneva che fossi troppo principessa Disney per amare cose così dark. Non capiva la contraddizione che viveva in me.

Sentii la presenza di Romeo, il suo profumo, il calore che il suo corpo sprigionava. -Ti piace?

-È il ciondolo del negozio

-Esatto... che ne dici?- abbassò lo sguardo.

-Che è bellissimo- cosa potevo aggiungere? Era un regalo costoso. Esagerato. Sfiorai la superficie gelida e nel farlo toccai la sua pelle calda. Non avrebbe dovuto farlo. Cosa significava quel regalo? La presi. Era più pesante di quello che credevo.

-Vediamo- le sue mani scivolarono sui miei fianchi. Mi fece voltare. -Mmm, direi che ti ci vorrebbero anche gli orecchini

Le guance s'infiammarono. -Sei pazzo

Rise. -Ammetto che non credevo che ti piacesse qualcosa di così... - le parole rimasero sospese.

-Così dark?- lasciai cadere la mano al mio fianco e lo guardai. Occhi che mi stordivano. Lasciai che indugiassero nei miei, che mi procurassero un tremito. Qualcosa che non avrei dovuto provare.

-Non mi sembri così dark- sollevò un angolo delle labbra carnose, un guizzo divertito nei suoi occhi.

-Ne sei sicuro?

Romeo sbatté le palpebre, un velo di confusione che si dissolse in un sorriso. -Chi lo sa, forse perfino una principessa come te ha i suoi demoni... e deve imparare a conviverci

I miei demoni. Ripensai a Nathan, il sorriso che illuminava il mio mondo. Nathan che piangeva disperato, senza volermi dire perché. Nathan con il viso macchiato di sangue una sera lontana, sbiadita nel ricordo.

-Posso metterti il ciondolo?

-Ehm, sì-

Me lo prese dalle mani. Gli diedi le spalle, il cuore in gola. C'era una strana intimità nel pensiero di noi due così vicini. Il suo torace che sfiorava il mio petto. La collana mi scivolò sul seno. Gelida e pesante. La cercai con le dita e incontrai di nuovo la mano di Romeo. Calda. La strinsi.

-Juli...

-Grazie per il ciondolo

-Mi piace vedertela addosso- la sua mano sgusciò via. Lo sentii armeggiare con la chiusura. -È stato un buon acquisto

Un uragano si divincolò dentro di me. Si stava ripetendo la storia tra Ellen e Nathan? Oppure Romeo era solo gentile con me per quel filo che ci univa? Per quella disgrazia che ci rendeva simili?

Il ruggito di un'automobile ruppe l'ambra che avvolgeva l'attimo.

-Sta arrivando qualcuno

-Vado

Avrei voluto trattenerlo. Aggrapparmi al suo braccio e pregarlo di restare. -È un arrivederci, giusto?-

Non un addio. Ti prego, non un addio.

-Naturale, abbiamo ancora un mistero da risolvere noi due

Noi due. Quasi fossimo una squadra. -Certo

Romeo mi sorrise. Io gli sorrisi. I suoi occhi sgusciarono giù. Sulle mie labbra. Me le morsi. Avrebbe potuto prendermi tra le braccia. E baciarmi.

-A domani sera, principessa

-A domani sera- lo guardai gettarsi dalla finestra, il cuore che mi batteva in ogni parte del corpo. Ero una sciocca. Mi lasciai cadere sul letto con un sospiro.

Povera me. Ero proprio cotta.

Laddove s'incontrano gli amanti (a Romeo and Juliette story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora