8. IN AUTO

26 7 14
                                    

Romeo

Era a un soffio da me. Il pensiero mi faceva impazzire. Juliette mi camminava tanto vicina che se avessi voluto avrei potuto afferrarla per le spalle e scuoterla. Attirarla contro di me, tanto vicino da poter inspirare il suo profumo, fragola e un pizzico di lampone, da affondare la faccia tra quei suoi capelli setosi. Strinsi i pugni, attento che le unghie mi si conficcassero nei palmi. Volevo farmi male per smettere di pensare a quanto la volevo. Non dovevo dimenticare che era la mia nemesi. Nonostante sembrasse tanto fragile alla luce dei lampioni.

Avrei voluto farle quello che Nathan aveva fatto a mia sorella. Qualsiasi cosa fosse.

Ti troverò, Ellen.      

Dovevo mantenere la calma. Quella era l'occasione giusta. Potevo sapere la verità. Perché ero sicuro che i Capulet fossero coinvolti nella scomparsa di Ellen. Mi concentrai sulle crepe del marciapiedi. Dietro di noi la musica volteggiava fuori dal locale.

-Eccoci qua- mi fermai davanti alla mia auto, parcheggiata per metà sul marciapiede.

-Non ho mai visto un'automobile così- Juliette mi superò, una risata tra le labbra. Una risata affilata come un rasoio. -È meravigliosa- lasciò scivolare le dita affusolate sulla carrozzeria, seguendo le linee blu sul bianco. -È tua?-

Mi sforzai di non sembrare orgoglioso. -Naturale, è una BMW 4M, la mia Tigre-

-Tigre?- arricciò il nasino. -Ha un aspetto felino a ben guardare, ma non è nera- gli occhi riflettevano la luce artificiale del lampione. -Sembra pronta all'attacco-

-La è- la raggiunsi. Juliette mi dava le spalle, i capelli sparsi sulla schiena, il corpo esile in quell'abito frusciante. Sarebbe stato facile afferrarla per la vita, farla girare, costringerla a dirmi tutto quello che volevo. Dentro di me il mostro sussurrava di farlo. La mia mano si posò sul suo fianco. La sentii tremare e percepii il calore della sua pelle nonostante la stoffa. Sembrava un animale braccato. -L'unica cosa che si può fare è provarla, se ne hai il coraggio-

-Mi provochi?- si voltò, i capelli che le volteggiavano intorno. Fui inondato dal profumo di fragola. Cric. Qualcosa dentro di me si spaccò. Uno spasmo al petto. Di nuovo quel desiderio che bruciava. Tenni la mano premuta contro il fianco, le dita che aderivano alla sua schiena. Mi godetti il leggero tremore. Quello sguardo sgranato che la faceva sembrare giovanissima. Lei era la preda, io il cacciatore. Non dovevo dimenticarlo. E non dovevo nemmeno dimenticare che quella sera Peter mi aveva dato un compito.

-Lo prendo come un sì- mi spostai di lato e con la mano libera aprii la portiera del passeggero. -Un giro-

-Dove mi porti?- un singhiozzo tra le labbra socchiuse. Il rossetto fucsia le faceva sembrare due frutti maturi. Sentii di nuovo quello spasmo. Come avrebbe reagito se l'avessi spinta contro la portiera? Se le avessi preso il viso tra le mani e l'avessi baciata? Mi sforzai di rimanere aggrappato all'obiettivo. Juliette era un mezzo per sapere cos'era successo a Ellen.

-Dove vorresti andare?-

-Stupiscimi-

-Mmm, sali-

Juliette restò immobile, un guizzo nei lineamenti. Potevo leggere la battaglia dentro di lei. Una guerra con armi e feriti. Entrare o non entrare.

Ero ancora in tempo. Potevo cacciarla e chiudere quella maledetta storia. La mano mi si contrasse intorno al suo fianco. Percepii il suo sussulto e le lessi un luccichio nello sguardo. No, ormai non potevo tornare in tempo.

-Vuoi salire?- lasciai vagare il pollice sulla sua pancia.

Juliette annuì, la gola che le si contrasse. Fece un passo di lato, sfuggì dalla mia presa, scivolò dentro l'auto, una bambola di carta e inquietudine.

Laddove s'incontrano gli amanti (a Romeo and Juliette story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora