10. Desiderio e passione

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Caden aveva dato il via alle danze con un bacio. Singoli schiocchi, in uno strofinare lento delle labbra, finché la punta della lingua scivolò all'interno della bocca di Iliana per esplorarla.
La divorava come se cercare ossigeno non fosse una priorità, come se nient'altro fosse rilevante se non il cozzare di denti e lingua, mentre le mani abbandonavano il viso per esplorare i fianchi, le natiche che aveva stretto, il bacino sul quale aveva iniziato a strofinarsi per ricevere quel briciolo di piacere necessario a non fargli perdere totalmente la ragione. Un tentativo inutile, perché l'idea di affondare in lei gli rendeva impossibile trattenersi. Iliana, d'altronde, aveva gli stessi pensieri: percepire il sesso al di sopra del tessuto era bastato a farla gemere, come se pregustasse già l'idea di averlo dentro di sé.

«Caden» aveva sussurrato il suo nome, nell'implicita richiesta di fare qualcosa di più. Afferrò la maglietta dai lembi per tirarla via, mostrando per la prima volta il fisico scolpito dell'uomo: era perfetto. I muscoli del torace flettevano seguendo il ritmo del suo respiro, la vita sottile era ben delineata dal disegno di una v, che proseguiva al di sotto dei pentaloni, la fretta l'aveva spinta a muoversi per sfilare via anche loro, ma Caden l'aveva interrotta. Perché anche lui voleva di più.

«Alzati» la voce roca e perentoria non ammetteva repliche, averla imprigionata tra i cuscini era stata la scelta peggiore, poiché gli impediva di vedere il suo bellissimo corpo nudo. Ilianava, che aveva ben compreso le intenzioni, aveva curvato la schiena affinché fosse più semplice sfilarle via la maglietta, mostrando l'intimo nero e decorato di pizzo lungo i lati. Era bellissima. Seducente, con un seno prosperoso che aveva celato sotto fin troppi strati di stoffa, l'uomo compì alcuni movimenti a ritroso perché il volto arrivasse all'altezza dei seni di lei; i polpastrelli avevano piegato la coppa del reggiseno, strattonandoli verso il basso perché la carne morbida fosse esposta al tocco della sua bocca. Li aveva raccolti tra le mani, massaggiandoli, sfregando gli indici sui capezzoli di per sé turgidi. Percepiva il corpo della donna reagire istintivamente, in modo lascivo muoversi e Caden fu ben felice di accontentarla. Il piatto della lingua aveva leccato il capezzolo, ormai gonfio dai continui solletici, che divennero ancora più intensi quando iniziò a giocherellarvi, la punta della lingua compiva piccoli movimenti circolari che alternava a lappate, quando percepiva gli ansimi di Iliana farsi più presenti li succhiava, portandola a chiudere le cosce per il piacere che andava man mano espandendosi per tutto il corpo, partendo proprio dal basso ventre. Era dannatamente bravo, Caden. E lei terribilmente affamata. Entrambe le mani della donna si insinuarono nei capelli dell'uomo, li strattonava, si aggrappava ad essi mentre cercava di trattenere i gemiti – non che vi fosse qualcuno ad ascoltarli, ma trovava umiliante l'idea di essere così bagnata solo per quei pochi movimenti che l'uomo aveva compiuto con la bocca.

In un istante si erano ritrovati senza più vestiti a complicare i loro movimenti, a parte le mutandine di Iliana.
Era accaldato, troppo, e allo stesso modo desideroso d'essere ammirato e divorato dai suoi occhi, mentre le labbra baciavano ogni porzione della sua pelle, scendendo sulla pancia, sul ventre, fino a raggiungere l'intimità, che a sua volta baciò, facendo tremare Iliana.
La prima fu una generosa lappata, per comprenderne le forme, la seconda fu all'altezza delle piccole labbra, la terza sul clitoride, che succhiò da sopra il tessuto. Solo dopo le scostò a un lato per poterlo succhiare ancora, alternando leccate a solleciti con i polpastrelli, utilizzando le falangi per dividere le piccole labbra per passarvi sopra ancora una volta la lingua, fino a raggiungere la fessura che aveva penetrato. Data la sua altezza fu complesso, e altrettanto necessario portarsi una coscia altrui sulla spalla per poterla penetrare fino in fondo, abbeverarsi dei suoi liquidi, mimare l'amplesso con la bocca entrando e uscendo dal suo sesso; gli era impossibile smettere, mentre la punta della lingua premeva contro le pareti ruvide alla ricerca dei suoi punti più sensibili, affondando il volto sulla sua intimità fino a perdere anche il desiderio di respirare. La bramava, la desiderava, come desiderava affondare in lei. Il solo pensiero di poterla scopare su qualsiasi superficie di quella casa dalle infinite stanze lo rendeva febbrile. Lo rendeva impaziente.

Alla fine, le mutandine vennero fatte scivolare sul pavimento, mostrandola completamente nella sua nudità. Bella da mozzare il fiato.

«Voglio guardarti mentre ti tocchi, sono sicuro che mi farà impazzire», Caden aveva interrotto i movimenti e Iliana ne aveva approfittato per avvolgere il suo volto tra le mani, costringendolo a risalire per baciarla; fu lei a dettare i ritmi, a divorare la bocca dell'uomo, decisa ad assecondarlo perché tutto ciò che stavano facendo, in quel momento, era dannatamente eccitante. Una mano di Caden era tornata sul seno, stretto nel suo palmo mentre utilizzava l'altro avambraccio per non pesare sul suo corpo, affinché Iliana potesse iniziare a toccarsi come richiesto. Non lo fece attendere molto. Sentiva la sua intimità così scivolosa che nemmeno percepì il suo stesso dito, aveva utilizzato il medio per penetrarsi, inserendo poco dopo l'anulare e allargare le pareti, per prepararsi. Ripeteva il nome di Caden senza sosta, mugolava, lo baciava, ansimava nella sua bocca per provocarlo, una provocazione a regola d'arte a cui l'uomo si arrese. Il sesso era completamente eretto, fiero, la reclamava. Quei pochi passi che aveva compiuto lontano da lei per prendere un preservativo furono un'agonia. Lo fu per entrambi, e il sollievo che provarono entrambi quando Caden la penetrò si tramutò in sospiri; percepiva le pareti della donna stringersi contro il membro duro e pulsante, inglobarlo fino alla base e impedirgli di muoversi, nei primi istanti. Quando la donna si abituò alla sua presenza poté finalmente sfogare tutta la frustrazione che aveva provato in quegli ultimi mesi, da quando l'aveva conosciuta: affondava in lei con forza, alla ricerca del suo punto più sensibile, entrava e usciva completamente dalla sua fessura per penetrarla con precise stoccate. I gemiti di Iliana erano diventate urla di piacere, ansimava a bocca schiusa, lo incitava a prenderla in modo più forte, a riempirla completamente, mentre Caden utilizzava i braccioli del divano per rimanere in equilibrio, scopandola con un ritmo serrato, non troppo veloce, ma abbastanza da indurla a venire senza ulteriori stimolazioni: qualcosa che Iliana non aveva mai provato, in vita sua. Trovava persino imbarazzante definire “sesso” tutti i rapporti che aveva avuto in precedenza. Ma per Caden non era abbastanza. In un istante si era ritrovata con la pancia contro il divano, il volto imprigionato tra i cuscini e i fianchi protesi verso l'altro mentre Caden si spingeva ancora e ancora in lei; nei suoi movimenti non vi era più logica, rincorreva il piacere della sua carne bollente, ogni affondo lo avvicinava più velocemente all'amplesso. Le urla di Iliana, sovrastimolata, erano piacere puro. «Non smettere, Caden», aveva mugolato alla ricerca dell'ossigeno assente, e l'uomo l'aveva penetrata con affondi più decisi, finché l'orgasmo non esplose per la seconda volta tra le cosce di Iliana, facendola tremare, e nel preservativo di Caden, doveva aveva riversato tutto il suo seme.

 

Il peccato di CadenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora