Caden aveva raggiunto la casa vacanza verso il tardo pomeriggio, la discussione con l'investigatore si era protratta a lungo per decidere un piano d'azione, al quale si era aggiunto l'avvocato personale di Caden, poiché ogni cosa venisse gestita al meglio. Il senso di soddisfazione per aver finalmente chiesto il divorzio fu indescrivibile. Niente si era ancora mosso, ovviamente, ma si sentiva libero. Aveva compiuto il primo passo in avanti verso la liberazione di tutti i suoi peccati. E finalmente avrebbe potuto raggiungere Iliana – era così impaziente che si era dimenticato di due cose essenziali, tanto da dover compiere metà del tragitto a ritroso: gli oggetti personali di Iliana, insieme a qualche vestito, poiché la donna gli aveva lasciato le chiavi la mattina, e un po' di spesa per quei giorni che avrebbero trascorso insieme. Quando finalmente varcò la soglia di casa Caden era raggiante. Iliana, invece, alquanto alterata.
«Finalmente», aveva risposto la donna, seccamente, portandosi le mani sui fianchi. Aveva trascorso tutta la mattina lì, senza niente da fare, oltre il vagare senza ragione tra quelle ampie mura; il tempo di solitudine che le era stato donato era stato fruttuoso, poiché aveva potuto ancora una volta elaborare tutti i propri pensieri, gli avvenimenti recenti, come comportarsi da quel momento in poi. Il resto del tempo, invece, fu straziante: niente rovinava l'umore di Iliana più della noia. Caden si era avvicinato a lei di qualche passo, le buste della spesa e tutti gli oggetti personali erano stati posati con cura su un ripiano lì vicino. L'uomo sembra tranquillo, sorridente, completamente ignaro di ciò che il cellulare di Iliana nascondesse; lo comprese quando si avvicinò per baciarla con passione, in modo così travolgente da portarla ad aggrapparsi alla maglietta di lui. Si baciarono a lungo, provando reciproco sollievo solo quando le loro bocche si unirono. «Perdonami, ho fatto tardi perché avevo mille commissioni da svolgere», Iliana rispose con un mugugno e poi lo abbracciò. Aveva gioito mentalmente della bontà dell'uomo, per non essere un ficcanaso come, al contrario, lo era lei: trovandosi davanti la possibilità di curiosare sul cellulare di Caden, non ci avrebbe pensato due volte. E poi si baciarono ancora, ancora, e ancora...
***
«Richieste per la cena?», aveva osservato con attenzione la dispensa, aveva comprato la maggior parte delle cose che mancavano, motivo per il quale era abbastanza certo di poter soddisfare il palato della donna in qualsiasi modo. Iliana, invece, giocherellava con il cellulare, a debita distanza. Per evitare problemi, aveva bloccato quella persona, cancellando ogni messaggio e foto, ogni ricerca di navigazione a cui non avrebbe saputo trovare una valida giustificazione, insieme a un'enorme quantità di foto che aveva prima salvato e nascosto in un'apposita app, per poi disinstallarla e cancellare ogni traccia. Dannazione, si sentiva una feccia davvero. Non che avesse chissà quale oscuro segreto da nascondere, forse poteva dirsi grave, ma non abbastanza da indurla a metterci tutto quell'impegno per evitare domande. Il problema era sempre lo stesso. Era essenziale che Caden non facesse domande, non avesse sospetti su di lei, perché avrebbe rovinato tutto. Tutto il momento, la situazione che si era naturalmente creata, il rapporto che stavano sviluppando, era essenziale che rimanesse esattamente così com'era. Era essenziale per lei.
«È da un po' che non mangio carne, hai comprato qualcosa? Ma aspetta...» l'attenzione si concentrò rapidamente sull'uomo, impegnato a sbucciare una quantità esorbitante di verdure, ad una velocità tale che la donna non poté non stupirsene. «Cucini tu?», chiese, incredula. Il riverbero di una risata appena accennata fu udibile alle orecchie della donna, che aveva allungato il collo per osservare meglio cosa diamine stesse preparando. «Mi stai forse dicendo che do l'impressione del bastardo, ricco, incapace di prepararsi un pasto?», girò il capo il tanto per osservarla, per poi sorridere alla pietanza che stava preparando. «No, credevo fossi più un fissato con il pollo alla piastra e che urla “proteine!” ogni volta che qualcuno gli chiede della sua dieta». Non mentiva: era così strano vedere quell'uomo così dannatamente in forma e dal culo sodo maneggiare delle verdure come se vi fosse qualcosa di immorale, che continuò ad osservare solo per accertarsi di non star sognando. Alla fine non riuscì a rimanere seduta e si avvicinò, mettendosi al suo fianco. Le dita picchiettavano sul marmo, mentre si osservava attorno. «Posso aiutarti in qualcosa?», chiese, la donna, ma Caden sembrava ignorare i suoi buoni propositi, si limitò a chiederle di passarle dell'olio e di recuperare delle cipolle dalla busta. Iliana frettolosamente si mosse per raccogliere tutto il necessario, ma vedendo che ormai non vi era più niente da fare, si arrese e rimase semplicemente lì ad osservarlo. Caden sembrava compiacersi degli sguardi altrui, quando tutte le verdure vennero speziate e infilate in forno si lavò le mani, piegò il grembiule e lo appoggiò sul ripiano, per poi infilarsi con il corpo tra le cosce di Iliana. Aveva deciso di sedersi su una sedia alta, per osservare dall'alto le sue prestazioni culinarie, di conseguenza il dislivello tra le loro altezze non erano poi troppe.
«Sai, se continui a guardarmi in questo modo per tutto il tempo, finirai per consumarmi», le mani ampie si posarono sui fianchi, carezzandole fino a raggiungere le natiche, Iliana portò le mani a circondargli il collo, senza nascondere un sorriso. Le piaceva quando Caden la stuzzicava con quelle parole, era ben conscia fossero solo provocazioni nulle, ma era divertente rispondere a tono. Quel rapporto così fisico ma comunque intimo era proprio ciò che li univa.
«Conosco metodi migliori per consumarti», il sorriso si fece meno morbido ma più malizioso, portando un angolo della bocca a incurvarsi leggermente; le cosce si divaricarono, per permettere al corpo altrui di avvicinarsi ancora di più, fino a combaciare con il suo. Le labbra di Caden, invece, le carezzavano il collo, posandovi piccoli e brevi schiocchi fino a raggiungere le clavicole. Si lasciò baciare, mentre le mani erano risalite sulla nuca dell'uomo. «E come vorresti farlo?», «in tanti modi. Per il primo, forse, potrei slacciarti i pantaloni...», gli occhi ambrati di Caden emettevano scintille, all'idea di essere accolto nella calda bocca della donna. Non perse tempo, lei, ad infilare la mano all'interno del pantalone per raccogliere il sesso a riposo, mentre l'uomo si avventò sulla sua bocca, nell'ennesimo bacio famelico che si erano scambiati il giorno prima.
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Il peccato di Caden
Romance[COMPLETA] "Avete inteso che fu detto: «Non commettere adulterio»; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore." (𝑴𝑻 5, 27-28)