18. Una vita infelice

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Caden aveva osservato quel biglietto a lungo, senza riuscire davvero a comprendere cosa fosse accaduto, o per quale motivo. Non poteva negare a se stesso che la convivenza tacita e improvvisata aveva reso il loro rapporto ambiguo, difficile da spiegare. Erano amanti, ma non erano amici, né compagni... forse avrebbero trovato un nome da dare al loro rapporto con il tempo, ma Caden era e restava un uomo sposato, fino alla conclusione del suo divorzio. Questo, ovviamente, non giustificava il resto: cosa diavolo significava che non era Iliana? Perché mentire? Perché sparire senza dire nemmeno il suo vero nome? S'era portato le mani tra i capelli, la frustrazione sembrava corroderlo da dentro. Aveva così tante domande senza risposta e nessuna possibilità di farle alla diretta interessata. Non provava nemmeno rabbia, non ancora, perché era difficile metabolizzare la sua scomparsa. Per ore aveva aspettato lì, seduto sul suo divano, a osservare il nulla. Il silenzio gli permetteva di percepire i rumori esterni, nella speranza di udire il suono dei suoi passi, il tono morbido della sua voce, mentre lo chiamava perché si era pentita della sua scelta. Ma niente di ciò avvenne, quando Caden bussò alla porta di Leilah, la vicina, era ormai sorta l'alba.
Teneva stretto il foglio tra le mani, con un'espressione scura in viso.

***

«Un secondo, aspetta... troppe informazioni tutte insieme», Leilah premeva indice e medio sul ponte del naso, un gesto nervoso utile a concentrare tutte le attività cerebrali in quell'unico punto, per timore di vedere la sua stessa testa esplodere sul momento. Caden le aveva spiegato nel dettaglio tutto quanto, anche aspetti della sua vita con Dahlia di cui nemmeno Iliana era a conoscenza, forse per volersi giustificare delle terribili azioni che l'uomo aveva compiuto in passato e di cui, soprattutto, non s'era mai pentito. Leilah, per quanto fosse possibile, aveva cercato di mantenere una postura seria e uno sguardo attento, ma la storia raccontata da Caden era così folle da non poter essere vera. Nemmeno nei film accadevano cose del genere! Era troppo innaturale.

Caden si grattava il braccio in segno di disagio, Leilah si era alzata solo per raccogliere una seconda caraffa di caffè. Le serviva.

«In tutto ciò non hai mai trovato strano che Iliana fosse sempre lì in mezzo, o che abbia acconsentito a seguirti in questa casa?», l'uomo smise di grattarsi e si irrigidì, forse perché Leilah aveva velocemente c'entrato il punto. Al di là della propria morale, nessuna donna sana di mente si lascerebbe andare in una situazione del genere, con un uomo sposato, per di più appena conosciuto.

«A meno che non abbia avuto un motivo per farlo...» Leilah ragionava a voce alta, poiché troppe cose non tornavano, troppe incognite lasciate da Iliana non permettevano ai due di trovare un senso alla sua fuga, né alle sue menzogne. «E se fosse stata un'attrice pagata da Dahlia?», infine chiese, bevendo la sua tazza di caffè, ma Caden negò con un cenno del capo.

«Iliana sarà pure una brava attrice, ma Dahlia no. Le due non si conoscevano, né avrebbe potuto trarre profitto da Iliana... al contrario, è stato proprio perché avevo trovato un testimone che ho deciso di farmi avanti», «e se Dahlia avesse pensato a tutte queste cose per farti innamorare di Iliana, in modo che lei poi ti portasse a cambiare idea e non portarla in tribunale?», Caden mostrò un sorriso infastidito, tutte le ipotesi di Leilah non avevano un senso, non era probabilmente del tutto lucido, ma gli anni passati con Dahlia erano una certezza.

«Sopravvaluti la sua intelligenza, Leilah. Giusto ieri mi ha mandato un test del DNA palesemente falso per convincermi che sono il padre del bambino. E non ti dirò il resto, perché solo pensarci mi innervosisce», Leilah si limitò a sospirare, era grata di essere l'unica sveglia in casa quella mattina, poiché i bambini o semplicemente la presenza di Jason avrebbe reso il clima troppo nervoso per l'umore di Caden, tuttavia non poteva fare a meno di sentirsi impotente.

«E cosa vuoi fare adesso?», chiese.
Caden si prese qualche istante per pensarci.

«Niente.
Non conosco il suo nome, il proprietario di casa si rifiuta di darmi le sue informazioni personali, non ho nemmeno una sua foto... presumo sia una persona famosa, dato che potrei vederla su qualche copertina...»

«Aspetta, di un libro?», fu Leilah a dirlo, mentre indicava la lettera che Caden le aveva affidato. «È una scrittrice?»

Caden sembrava stordito.
«È possibile, ma non conosciamo il suo nome. Ho provato a digitare Iliana su internet ma non ho trovato niente», «non ancora» risponde, «ma magari potrebbe apparire più avanti».

Caden strinse i pugni, infastidito da quella situazione. Non capiva nemmeno perché volesse trovarla a tutti i costi. Alla fine era stata lei ad abbandonarlo, senza nemmeno una spiegazione, senza dare un significato a quelle scuse scritte velocemente.

«Non penso aspetterò così a lungo, soprattutto se non dovesse avere intenzione di farsi viva».

«Ne sei sicuro, Caden?»

«Ne sono sicuro».

***

SEI MESI DOPO

❝  TRAMA “Il peccato di Iliana”

L'avvocata Iliana Wood si stabilisce a Regina per inseguire il suo sogno, affidandosi al suo senso di giustizia per affrontare i casi più complicati, finché l'incontro con un cliente rende precario l'equilibrio che aveva creato tra vita privata e lavoro; Caiden è un uomo sposato, infelice, i loro caratteri sono così diversi e i modi di pensare opposti che non possono fare a meno di scontrarsi. E di baciarsi, di vivere una seconda vita, ma i segreti sono difficili da mantenere tali, soprattutto quando sarà a causa di essi che Caiden rischierà di perdere la causa e Iliana si ritroverà costretta ad agire, fino a macchiarsi di un peccato che non è possibile nominare a cuor leggero...

«Come ti sembra la copertina?», Jasper teneva la prima stampa come se fosse l'oggetto più prezioso dell'universo, e forse per lui lo era, poiché la famosissima scrittrice di romanzi rosa dallo pseudonimo di Anna Quins aveva stupito tutti lanciandosi in un nuovo genere letterario, gli Horror.

«È banalmente rossa, un richiamo al sangue e all'horror di cui il libro non aveva bisogno», Joanna aveva dato un'occhiata veloce al libro, prima di sedersi e aprire il portatile. Era stanca, demoralizzata, arrabbiata. Era certa di aver scritto il libro del secolo, ma aveva subito così tante modifiche e addirittura un cambio di genere che non poteva più definirlo davvero un “suo” libro. Non poté fare a meno di pensare a Caden, a come aveva sfruttato la sua storia per scriverci un libro e fargli fare persino una tragica fine. Non aveva mai smesso di sentire la sua mancanza, dal famoso giorno in cui sei mesi prima era scappata via. Il pensiero di andare a Regina si fece più prorompente, tanto da non sentire più lo sproloquio di Jasper a riguardo del libro e della sua pubblicazione prevista per la settimana successiva. Tutti fremevano per il suo libro, a parte lei. Mai nella sua vita Joanna si era sentita così infelice.

Il peccato di CadenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora