CAPITOLO 12 La strada che conduce alla rovina

4 1 0
                                    


Falumo raggiunse i suoi amici e con un cenno del capo si riunirono tutti insieme dietro uno degli arazzi.

«Falumo, ma dove sei stato?» chiese Robin, William guardava l'halfling con un evidente cipiglio in volto.

«Le cucine sono piene di bambini fantasma. Non c'è né uno vivo qui dentro, sono tutti spettri, sogni e demoni sotto mentite spoglie, ma il bambino con cui ho parlato mi ha detto che c'è un bimbo vero intrappolato alla Corte, un bambino che sa anche come uscire di qui».

Robin era senza parole. La rabbia le fece brillare gli occhi di una Furia cieca. Se fossero stati reali li avrebbe ammazzati tutti, ma nessuno nella stanza da ballo era vero eccetto loro e forse Nicholas Milton. William le poggiò una mano sul braccio: sembrava pensare la stessa cosa. Meritavano tutti la morte, sapevano dei bambini scomparsi e non facevano nulla per aiutarli.

«C'è un bambino che possiamo aiutare ed è l'ultima speranza per noi di uscire di qui tutti vivi, sai dove si trova, Falumo?» L'halfling scosse il capo: non sapeva come rispondere. Ma i tre non si arresero e iniziarono a cercarlo in tutti i luoghi a loro conosciuti. Dopo oltre due ore tornarono nelle loro stanze: nessuno aveva visto il bambino.

Allora decisero di superare le guardie e controllare in tutte le stanze sorvegliate. Robin si trasformò in una mosca ed entrò nella stanza di Sylas, fu così che sentì la strana conversazione tra Nicholas Milton e il bardo.

Quando ebbe finito di raccontare agli altri ciò che aveva visto e sentito William sbottò: Quindi ci stava spiando per tutto il tempo!? Maledetto!»

«A me interessa di più sapere che cos'è questo Sangue Argenteo, se le persone che discendono da Nashira hanno poteri fuori dal comune pensate a quanto possa essere potente lei». Falumo ebbe un brivido solo a pensarci. Robin gli rispose:

«Il Sangue Argenteo non mi sembra una leggenda a questo punto, è probabile che Nashira esista davvero. Non vorrei mai vederla con i miei occhi, dovrebbe essere grande quanto un Villaggio, forse anche quanto una città. I Draghi più sono vecchi e più sono potenti. Dopo mille anni credo sia l'essere più potente di questo Continente e forse anche del Mondo intero».

«Mi fa paura solo a pensarci. I Draghi non sono come noi, non ragionano come gli umani, sono capaci di svegliarsi una mattina e distruggere un villaggio solo perché si annoiano. Noi per loro siamo formiche». disse William ricordando ciò che aveva detto Lareth, il figlio di Nashira.

«Cerchiamo di uscire di qui poi penseremo al resto», disse Falumo poi prese una pergamena dallo zainetto e iniziò a disegnare la mappa del castello. Cercarono di venirne a capo per diversi minuti, poi William ebbe un'intuizione:

«Se lo tengono in prigione potrebbe essere nelle segrete. So che questo posto non segue nessuna logica ed è solo un grosso ammasso di sogni diversi ma se il bambino crede di essere prigioniero, allora sognerà una gabbia oppure un luogo segreto in cui nascondersi».

«William ha ragione, bisogna scendere nelle segrete», disse Robin lanciando un'occhiata a Falumo per vedere se fosse d'accordo. L'halfling annuì: era una buona idea e così fecero. Durante il viaggio parlarono con il gergo ladresco commentando quello che Robin aveva scoperto. Nessuno pareva sorpreso di scoprire che Nicholas era malvagio esattamente come tutti loro si sospettavano.

Girando per i corridoi videro la porta che conduceva in basso. Era presidiata dalle guardie ma Falumo, furbescamente, guardò prima dietro l'arazzo trovando la porta di servizio usata dai bambini fantasma. Così passarono inosservati per il castello esplorando i meandri e mano a mano che procedevano trovavano sempre più bambini fantasma che sapevano già tutto di loro e li aiutavano volentieri come se fosse un gioco, gli indicavano dove avevano visto il bambino vero l'ultima volta e presto Falumo trovò delle impronte di piedi sporchi di fuliggine.

Proseguirono quindi nei meandri del castello con le pareti che da tempo ormai avevano abbandonato l'oro e il marmo in favore di una pietra fredda e umida molto friabile. Robin toccò le pareti con la faccia pensierosa. William, che era dietro di lei, se ne accorse e le chiese:

«Cosa c'è Robin?»

«Nulla...» rispose lei tornando a camminare, «...solo che le pareti sono molto friabili come gesso o qualcosa di simile, rischia di crollare tutto». Falumo più avanti di un passo di loro sorrise furbescamente, aveva un piano ma avrebbe aspettato per dirlo agli altri perché gli serviva una valida ragione per farlo. Continuando a camminare nei corridoi bassi e stretti finalmente ad un certo punto raggiunsero le caldaie. E lì capirono come funzionava davvero la Corte delle Meraviglie: davanti gli occhi di tutti c'era sempre il denaro, lo sfarzo e l'eccesso mentre nei meandri della loro mente, nascosti nel buio di chi si rifiuta di guardare, c'erano i loro crimini, i peccati e le sofferenze che avevano causato al mondo.

Nessuno degli Eroi aveva fatto caso al calore che li aveva accompagnati per tutto il tempo da quando erano arrivati, eppure da quando erano alla Corte delle Meraviglie non avevano mai sentito un brivido di freddo e il motivo era semplice: l'aria che riempiva le stanze del Castello veniva fatta passare dentro dei tubi di riscaldamento che, a loro, volta passavano dentro una grossa caldaia a carbone che due bambini fantasma alimentavano spalando giorno e notte.

Quando gli Eroi entrarono nella caldaia, i due bambini non si fermarono e non li salutarono come gli altri. Non erano veri fantasmi con una coscienza, ma reminiscenze di una vita passata di quando erano vivi. I loro fantasmi privi di coscienza inscenavano le ultime ore di vita a ripetizione come se leggessero sempre lo stesso copione. Non c'era modo di svegliarli: avrebbero continuato a ripetere le stesse azioni fatte poco prima di morire per sempre.

I due bimbi fantasma erano senza volto, nient'altro che due figure completamente nere, due sagome indistinte dalle ombre che si muovevano spalando sacchi neri dentro una fornace: "funzionava così nella terra dei sogni", pensarono gli Eroi, "su questo Piano di Esistenza la vita era solo uno stato delle cose, qualcosa che spariva e riappariva come un bagliore di luce quando si sposta uno specchietto". Nessuno di loro poteva liberarli, questi bambini non erano altro che ricordi vividi come lo erano i racconti di stragi messe su carta, non erano veramente loro ma solo un ricordo di ciò che erano stati un tempo. Poiché nel Mondo dei Sogni appariva qualsiasi cosa una persona potesse sognare allora quei bambini erano lì per un motivo, qualcuno aveva assistito a quella scena e il ricordo tormentava i suoi sogni ogni notte così come adesso tormentava i nostri Eroi.

Falumo li osservava ammutolito, come gli altri, ma vide che mancava ancora una montagna di spazzatura da buttare così pensò di fermarsi e gettare anche lui nel fuoco qualcosa ma non poteva toccare i sacchi perché questi gli sparivano tra le dita scivolando via sotto forma di sabbia nera.

«Dovremmo essere vicini, hanno detto di averlo visto qui o poco più avanti», disse l'halfling.

«E se lo troviamo cosa ne facciamo? Non possiamo portare un bambino con noi è troppo pericoloso», disse William.

«Robin? Che ne pensi?» provò a chiedere Falumo, ma la ragazza non lo stava ascoltando. Osservò i bambini che gettavano l'ultimo sacco nel fuoco e Falumo che la vedeva di spalle la fissò intensamente.

Robin era rigida, la fronte increspata di una rabbia enorme.

Doveva aver visto, pensò Falumo, doveva essersi accorta come lui che nei sacchi c'erano i corpi dei bambini fantasma. Qualcuno doveva già averli uccisi tutti e fatto sparire le prove e chiunque fosse stato non c'era modo di trovarlo e fargliela pagare.

Lei si voltò. William vide la sua espressione e capì cosa stava accadendo. Fissò il fuoco: l'ultimo sacco bruciava e quello che c'era dentro spariva per sempre senza lasciare traccia.

«Proseguiamo finché non lo troviamo poi usciamo di qui a modo nostro». disse Robin fissando Falumo con un'occhiata per nulla raccomandabile, Falumo fece un cenno di assenso e guardò William.

«Allora stregone, come te la cavi con un po' di fuochi d'artificio?»

EROI DI VANDRIL VOLUME 1 Il Principe dei BardiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora