CAPITOLO 5 La Tana di Mangiafuoco

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Tempo fa, un Circo Errante viaggiava per tutti i Regni portando gioia ai bambini e tanto tantissimo dolore agli adulti. Il Re di questo Circo degli Orrori era un Tiefling, un mezzo demone e mezzo umano, tristemente noto con il nome di Mangiafuoco. Il Circo ogni tre giorni si spostava seguendo un percorso sempre uguale e ogni tre anni tornava esattamente nello stesso luogo. La gente mormorava della sua presenza, ma nessuno era mai riuscito a vedere uno degli spettacoli e tornare indietro ancora vivo. Se nessuno degli adulti poteva affermare cosa succedeva nel Circo di Mangiafuoco, per i bambini era una questione diversa: quei poveri Bimbi Sperduti attirati dalle luci, dalla musica e dai dolci, venivano fatti prigionieri e da lì non se ne sapeva nulla. Centinaia e centinaia di piccoletti erano stati rapiti e nonostante la rabbia dei genitori nessuno poteva salvarli, perché in realtà il Circo di Mangiafuoco era solo una fiaba. Esatto, una fiaba della buona notte che si raccontava ai figli per non farli andare da soli con gli sconosciuti strani e dai cappelli a punta. Era solo un racconto popolare, così pensava la gente e nessuno aveva mai creduto alle storie e dato loro la caccia sul serio.

Sarebbe rimasta una storia della buonanotte anche per William se quel giorno svegliandosi non si fosse trovato in una gabbia per uccelli a grandezza d'uomo. Accanto a lui, stesi su un tappeto logoro e incatenati, i suoi due amici dormivano beatamente: Falumo con un occhio nero coperto dal trucco da Clown e Robin con indosso strani vestiti a strisce bianche e rosse.

«Ragazzi...» disse William allungando una mano verso di loro attraverso le sbarre ma nessuno dei due emetteva un fiato.

"Oh no..." pensò subito William agitandosi.

«No, no, no...» si guardò intorno, non portava grimori con sé o altri oggetti magici ma se avevano spogliato i suoi amici dovevano aver fatto la stessa cosa a lui... un brivido gli scese addosso, si guardò e vide che indossava anche lui una strana tutina bianca e rossa e un cappello da giullare con tre punte alla cui estremità erano attaccati dei campanellini.

«Merda» disse, poi tirò un calcio furibondo contro la gabbia che prese a oscillare poiché era appesa a venti centimetri dal suolo. Falumo aprì gli occhi.

«William buongiorno, belli i festeggiamenti di ieri sera», parlò assonnato come faceva ogni mattina al risveglio ma ben presto si accorse che qualcosa non andava, il pugnale che era solito nascondere sotto il cuscino non c'era, trovò invece un mucchietto di paglia. Ricordò tutto ciò che era successo al villaggio e spalancò gli occhi. Si chinò sopra Robin per sentirne il respiro e dopo un attimo di panico emise un sospiro di sollievo.

«Sta bene... stiamo tutti bene» disse più a sé stesso che a William.

Svegliò Robin che si alzò di scatto gridando il nome di Randall ma il lupo non era con loro. Presero a ricostruire gli avvenimenti, cercando di capire come erano finiti lì dentro: dopo la festa gli uomini di Mangiafuoco erano entrati nel Villaggio dando fuoco alle case, le persone ubriache e intontite erano state rapite una ad una. I nostri eroi avevano lottato ma i fumi dell'alcol e la loro inesperienza li avevano resi prede facili per gli aggressori così ben organizzati.

Dovevano liberarsi e fuggire quanto prima, ma le catene ai loro piedi non permettevano nessuna fuga. Serviva un piano. Falumo che era un esperto in materia, faticò ad aprire la gabbia di William e non aveva modo di liberare sé stesso o Robin perché le loro catene passavano all'interno di un foro nel muro e il lucchetto, se mai ce n'era uno, doveva trovarsi dall'altra parte della parete.

«Ci affidiamo a te, William.» gli disse Robin quando era ormai chiaro che Falumo non poteva liberarli tutti.

«Troverò le chiavi e tornerò a prendervi», rispose lo stregone con un cenno del capo poi uscì con cautela dal tendone, facendo attenzione a non essere visto da nessuno.

EROI DI VANDRIL VOLUME 1 Il Principe dei BardiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora