Nicholas non poteva dire parole più vere per descrivere la Corte delle Meraviglie: nulla era come doveva essere, né come sembrava in apparenza. Erano sbucati in un grande atrio, il soffitto era alto ventisei metri e sorretto da colonne antiche di purissimo marmo rosato. Diversi colori dominavano lo spazio ampio e luminoso, rappresentavano le tre Fazioni che detenevano il potere nella Corte delle Meraviglie: Ladri, Bardi e Assassini. Perfino William rimase a bocca aperta, lui che come stregone aveva visto e servito dentro il palazzo reale di Waterdeep. Era abituato al lusso sfrenato della più grande città del Faerun, ma qui non c'era ombra del solito bianco marmo usato per addobbare i palazzi reali, né la Corte delle Meraviglie somigliava alle case popolari fatte di legno e ferro che si vedevano nei villaggi. No, qui ogni cosa dimostrava pura ricchezza e opulenza a non finire. Poiché erano nella dimora personale di Nicholas Milton, i colori predominanti erano porpora e oro. Enormi vetrate colorate, alte sedici metri, splendevano disposte in file da sei sulle pareti più lunghe. I due lati più corti erano dominati da tre arazzi lunghissimi che scendevano dal soffitto fino a sfiorare il pavimento. Il soffitto a volta era completamente affrescato e raffigurava Sildar che combattevano un'epica battaglia contro Demoni del Pandemonium. Il pavimento era composto da un bellissimo mosaico di minuscole tessere che intrecciate tra loro formavano i tre simboli della Corte delle Meraviglie: due pugnali incrociati per la Corte della Notte, una maschera d'oro e un nastro rosso per la Corte dei Mercanti e infine un mantello azzurro e argento per la Corte dei Bardi.
Era tutto così magnifico che perfino gli Eroi non potevano starsene lì impalati a guardare senza restare a bocca aperta. Intorno a loro, i membri della Corte li osservavano altrettanto sorpresi: li avevano appena visti comparire dal nulla insieme ad uno dei tre Principi delle Meraviglie. Milton, come suo solito, si andò a sedere sul trono che era posto a capotavola proprio davanti ai tre enormi arazzi raffiguranti i singoli stemmi dei tre principi.
Robin, Falumo e William si alzarono in piedi e si diedero le spalle l'un l'altro stando in guardia. I membri della Corte erano facili da riconoscere: gli Assassini portavano vestiti neri o di cuoio e avevano il viso coperto da un cappuccio, i Bardi vestivano tanti colori quanti ne bastavano per sembrare esotici ma non eccentrici, infine i Mercanti portavano abiti dorati o bianchi e oro e delle maschere d'oro a forma di animali. Alcuni parlavano tra di loro a bassa voce mentre altri osservavano con le facce stupite i tre ospiti inattesi. La situazione era surreale. Falumo si guardò intorno e fu l'unico a notare la presenza di alcuni bambini nella sala, erano così piccoli e magri da sembrare fantasmi e questi silenziosi come ombre si muovevano dietro gli arazzi cambiando i bicchieri vuoti con altri pieni oppure servendo le persone senza mai farsi vedere per più di qualche secondo. Robin notò un leggero spostamento alla sua destra ma prima che riuscisse a fermarlo, Falumo fece un paio di passi degni del miglior ladro in circolazione e sparì dietro uno degli arazzi sotto gli occhi di tutti, ma senza essere notato. Robin trattenne un'imprecazione e afferrando la manica di William gli intimò di non allontanarsi ma questi non sembrava averne alcuna intenzione e fissava la sala e i suoi abitanti intimorito. Falumo intanto era dietro uno degli arazzi appesi alle pareti laterali. Ce n'erano abbastanza da costruire un minuscolo corridoio nascosto e, seguendo questa strada segreta che girava tutto intorno alla stanza, Falumo pareva un gatto che inseguiva un povero e tenero topolino. Appena il bambino lo vide scappò ancora più veloce, Falumo lo inseguì senza esitare, separandosi dagli altri.
Robin sospirò e afferrò la mano di William: «Restiamo uniti», disse ma dal tono sembrava a metà tra un ordine e una minaccia, sicuramente con Falumo avrebbe fatto i conti più tardi.
«Non vado da nessuna parte, figurati. Qua ci lasciamo le penne, è peggio che nella Cripta secondo me», rispose lo stregone allentando il colletto della camicia. Robin allora lo lasciò andare e fece un passo avanti. «Che vuoi da noi, Nicholas!?» domandò, ma l'uomo parlava a bassa voce con i suoi uomini tutti seduti al tavolo accanto a lui. Robin provò a sentire con le orecchie a punta che ebbero un piccolo brivido quando le sembrò di sentire la voce bassa e profonda di Nicholas dire: «Siamo sicuri che sia proprio lui? Fenris non può essere stato ucciso da una ragazzina!»
STAI LEGGENDO
EROI DI VANDRIL VOLUME 1 Il Principe dei Bardi
FantasiaIl loro Fato è stato scelto. Gli Dei hanno deciso il loro Destino. Ma questi tre Avventurieri faranno le cose a modo loro! E qualunque cosa accada resteranno insieme per combattere fino alla fine. Non importa se il loro avversario è la Regina Lich...