CAPITOLO 14 La Regina Rossa

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La città di Waterdeep era silenziosa come mai prima d'ora ma rimaneva comunque bellissima come sempre: con i suoi edifici immensi, il marmo che si innalzava verso il cielo bucando l'orizzonte con la sua imponenza, unica e sola memoria di un passato che non poteva più ripetersi in alcun modo e di un tempo in cui sia elfi che umani vivevano tutti insieme sotto il dominio della Dinastia dei Valtasis. Ma adesso con la minaccia dei Vampiri e il ritorno dei Draghi D'argento, le persone vivevano nel terrore e non osavano più uscire di casa dopo il calar del sole. Erano tornati tutti ai Tempi Bui, quando la Regina Drago dominava queste terre e anche allora nessuno osava alzare la testa e sfidare apertamente Luna Calante.

Vanessa osservava il cielo farsi scuro e tingersi di viola da una delle finestre del Castello dei Sussurri. Due bracieri ardevano accanto a lei illuminando il suo bel viso con strane ombre di preoccupazione. Poi la Paladina di Mystra sentì dei passi e si voltò lasciando che il mantello bianco scivolasse morbido dietro le spalle coprendo la sua figura per intero. Aveva già il cappuccio sollevato quando qualcuno disse:

«Ti vedo appassire come una foglia, mia giovane e cara amica». Il Principe dei Bardi se ne stava seduto su una trave del soffitto in legno di quercia. Il piede dondolava morbido nel vuoto, incurante del pericolo, mentre Morpheus se ne stava lì appollaiato come un rapace. Vanessa si abbassò il cappuccio immediatamente e gli rispose con un sorriso.

«Sei ancora vivo». Non c'era motivo di essere in guardia con lui, si disse Vanessa. Il Bardo scese con eleganza dalla trave, con la stessa facilità con la quale si cammina. Si avvicinò a Vanessa e i due si guardarono negli occhi, i volti a pochi centimetri l'uno dall'altro, i respiri che si innalzavano come nuvolette di fumo intorno a loro. Il Castello era gelido. Poi lui si mosse per primo e la strinse in un abbraccio stritolante, la ragazza tirò finalmente un sospiro di sollievo.

«Ti aspettavo da una vita», disse con la voce che faceva fatica ad uscire per l'emozione.

«Sono sempre nei tuoi sogni, lo so, non preoccuparti ci sono io adesso. Lei come sta?» disse subito staccandosi dal suo abbraccio per guardarla negli occhi e metterle le mani sulle spalle. Vanessa evitò subito il suo sguardo e questo gli disse tutto ciò di cui aveva bisogno: Clothel stava molto male.

Percorsero le segrete del Castello. Erano proprio sotto Waterdeep nella zona centrale della città e sentivano le persone in superficie camminare sui tombini con l'acqua sporca che correva nei tubi accanto a loro.

L'entrata della cisterna d'acqua era stata sigillata con una porta nuova di zecca che stonava con le pareti piene di alghe. Vanessa iniziò a togliere i lucchetti e infine recitò un incantesimo poi aprì di poco la porta, come se all'interno ci fosse una bestia feroce e pericolosa. Quando Morpheus le vide il collo sotto la luce delle torce capì il perché: aveva graffi e morsi su tutta la pelle. Vanessa entrò impugnando Stormungard, la sua spada d'argento più potente, la situazione era più critica di quanto Morpheus pensasse. Entrarono e il buio li avvolse appena la porta alle loro spalle si chiuse. Poi una serie di torce si accesero una dopo l'altra brillando di una luce verde che illuminò un altare di pietra. Clothel era lì, con i polsi incatenati alla roccia. Il viso, che pareva addormentato, non aveva perso il suo aspetto angelico nonostante il bianco candore della pelle e le vene viola intorno agli occhi. Morpheus si sedette a terra a gambe incrociate e unì le mani formando il simbolo di un occhio. Vanessa capì subito cosa voleva fare e rimase in silenzio.

«Chloé?» disse Morpheus avvicinandosi a lei. La ragazza aprì gli occhi anche se li aveva già sentiti arrivare.

«Pensavo avessi portato del cibo», disse e le sue labbra viola si aprirono in un sorriso per mostrare i canini appuntiti. Clothel ci passò la lingua sopra guardando Morpheus come se non lo conoscesse.

EROI DI VANDRIL VOLUME 1 Il Principe dei BardiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora