Capitolo uno

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(Questa storia e' stata iniziata tantissimo tempo fa. Probablimente ci sono un sacco di errori. L'inizio non e' convincente. Quando la terminero' mi rimettero' a sistemare e rileggere tutti i capitoli. Buona lettura)

Mancavano solo due ore alla fine della giornata,ma io non ce la facevo più.
La mia testa era altrove, e chissà dove. Sembravo isolata in una bolla mentre sentivo la prof in sottofondo, questo ultimo anno di liceo mi stava letteralmente uccidendo e la testa che diceva "Vai Margherita scappa,questo è il momento giusto"

Quando qualcosa mi riportò in classe. Era il preside Fiorili che con un'aria piuttosto giù di morale, richiamò la mia attenzione.

<<Margherita Padovani,venga subito nel mio ufficio,è importante>>
A quelle parole tutti si girarono verso di me, alcuni mi guardavano contenti perché credevano avessi fatto qualcosa di male, altri mi snobbavano perché anche loro sarebbero voluti uscire,e altri ancora non mi guardavano proprio.
Mi girai verso Alessia in cerca di una sua approvazione e lei feci di sì con il capo.

Lei era da sempre stata la mia migliore amica, una persona di cui hai sempre bisogno, non so se mi spiego. La conoscevo fin dall'ultimo anno di scuola elementare e, tra alti e bassi, la nostra amicizia non si era spezzata.

Mi alzai e mi diressi nell'ufficio del preside.
<<Accomodati>> cosi' feci.
Non capivo il motivo di quella chiamata e così glielo domandai.
<<Ecco il perché >> continuò
<<Purtroppo ieri notte è accaduta una brutta cosa. Erano circa le due di notte e tuo padre stava tornando a casa, dopo essere stato in un locale dove si era ubriacato parecchio. Era alla guida della sua vettura e al suo fianco c'era una ragazza sulla ventina. Lui ovviamente, essendo fatto, guidava malissimo. Ad un certo punto perse il controllo e la macchina finì fuori strada. Lui e la sua compagna morirono subito sul colpo. Mi dispiace Margherita ma non ci sono state speranze. Arrivato all'ospedale era già deceduto>>

Senza dire una parola presi la borsa e uscii. Tornai in classe camminando alla svelta e mi sedetti al mio posto.

<<Tutto okay Marghe? che è
successo?>>
Non mi andava di parlare con Alessia o perlomeno con nessuno.
E di nuovo quella sensazione, la sensazione di essere isolata, di non contare nulla. Fissavo la cartina dell'Europa di fronte a me. Ero impassibile. Quell'uomo per me non era nessuno, non lo era mai stato, perché una persona che ti offende, che beve e che ti maltratta a quattro anni per me non è nessuno. Lui se n'era andato di casa quando avevo otto anni, mia mamma lo aveva cacciato via perché non poteva sopportare di vivere con un uomo così, finché anche lei morì quando avevo quindici anni. E così rimasi da sola, un piccolo scarto nato per sbaglio che poteva anche non esistere, tanto a nessuno importava.

<<Si tutto bene> mormorai tra le lacrime.
Non ce la facevo più e mentre la prof continuava a spiegare, presi le mie cose ed uscii.
Corsi fuori da scuola per arrivare a casa in più fretta possibile.
Continuavo a piangere e intanto correvo. Volevo solo mettermi a letto e riposare.

Appena arrivai ebbi un'improvvisa voglia di vomitare, di buttare fuori tutto, le cose brutte, e magari anche l'anima. Mi stesi sul letto e ricominciai a piangere.

*la mattina dopo*

Erano circa le otto quando mi alzai. Quel dì non sarei andata a scuola, non me la sentivo proprio di farmi vedere in quello stato. Mandai un messaggio ad Alessia, lei aveva il diritto di sapere, non potevo chiudermi in casa senza far sapere nulla a nessuno.

"Ciao Ale..."

"Ehi bella ma ieri cosa è successo? perché sei scappata via così?la prof era parecchio arrabbiata e ti ha messo una nota, dai Marghe, è l'ultimo anno non farti sospendere o cose simili!"

"Non mi importa sinceramente...sai...ieri notte è morto Giovanni"

"Cosa?! Aspetta...t...tuo pad...padre?"

"quello che era...non ti preoccupare, sto bene...oggi avverti che non vengo"

"Cosa...Sicura che è tutto okay? se hai bisogno io ci sono..."

"No sto bene. Vabbè ciaoo"

Lasciai lì il telefono e andai in cucina. Presi il necessario per la colazione e tornai in camera, ma appena iniziai a mangiare, corsi a vomitare.
Forse mi stavo davvero ammalando. Non volevo far preoccupare la zia inutilmente, era meglio chiamare il dottore per andare a fare un piccolo controllo.

"Dottor Tognetti?"

"Si sono io...chi parla?"

"Margherita Padovani, la nipote della signora Sabrina; mi scusi il disturbo ma l'ho chiamata perché in questo periodo non mi sento molto bene, potrei passare per un controllo?>>

"Si, va bene...oggi alle 14.45 può andare bene?>>

"certo...allora a oggi pomeriggio...buona giornata"

Chiusi la telefonata.
Non avevo più fame, così scesi e rimisi a posto il tutto.

Ehiiii...ciao a tutti!!!! ho pensato di scrivere una nuova storia! spero che l'idea vi piaccia e che lasciate un commento....thanks
bacii❤️

Confident||Cameron Dallas (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora