Capitolo tre

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Tornata a casa buttai la borsa all'entrata e corsi a sdraiarmi .
Tutto era successo troppo in fretta, e si sa che troppe notizie insieme confondono i pensieri.
Pensai al mio futuro, vivendo da sola non sapevo come tirare su un figlio.
Si, la zia poteva aiutarmi ma oramai stavo per compiere diciotto anni e non potevo sempre vivere sulle spalle degli altri.
Tutto quello era surreale, mi sembrava tutto uno scherzo.
Mi veniva da piangere, proprio adesso avevo bisogno di mia madre.
Volevo qualcuno a cui poter raccontare tutto, qualcuno con cui confidarmi, invece ero da sola.
Guardai quella gigantesca e fredda casa che un tempo era una dolce e accogliente abitazione. Mia mamma mi aveva tirata su da sola fino alla sua morte, per cui potevo anche crescere da sola un bambino all'età di diciassette anni. Non c'erano problemi.
Non lo avrei detto alla zia, ad Alessia, agli amici e non volevo dirlo neanche al padre. Ebbene sì, conoscevo l'identità del padre. Sapevo tutto, quando e dove era successo.
Tre settimane fa, alla festa per i diciotto di un'amica di Alessia, mi ricordo che avevo subito puntato un ragazzo alto e moro che si è rivelato poi uno stronzo completo. Era Giacomo, detto Jake, il belloccio della scuola, come quelli nei film americani. Non so perché ma quella sera non ragionavo e così sono finita a passare la notte con lui. La mattina dopo realizzai l'accaduto senza allarmarmi troppo, pensavo non sarebbe successo nulla di male. E invece è successo, è si, è successo.

Forse stavo prendendo un po' troppo alla leggera la situazione, facendo finta che il bambino non mi avrebbe mai chiesto: << dov'è il mio papà? ma io ce l'ho?>>. D'altro canto non potevo farci nulla, ero stata io la scema.
Dovevo iniziare a pensare al mio futuro, dovevo smetterla di comportarmi come una bambina e reagire, stavo per diventare una mamma, non potevo permettermi di fare la stupida.
Mi accorsi che erano già le sei, così ordinai una pizza e mi misi a guardare "Teen Wolf" sul divano, dove poi mi addormentai.

BRR...TAC..TAC...

I lavori del palazzo affianco mi svegliarono. Mi ritrovai a terra con gli scarti della pizza della sera prima sulle gambe e la tv accesa.
Mi alzai dal pavimento ed uscii a buttare la spazzatura. I rumori erano persistenti e mi stavano rompendo i timpani, non riuscivo neanche a ragionare su cosa stavo facendo.
Come al solito ero in ritardo, così presi una maglietta bianca, un paio di jeans e le mie Adidas.
Ero così di fretta che avevo scordato anche gli auricolari. Di corsa presi il bus e in dieci minuti arrivai a scuola. Tutti erano già ai loro posti e la prof aveva già iniziato la lezione.

<<ehm... mi scusi posso entrare?>>

<<Vai Padovani, e vedi di non fare più ritardo oppure ti metterò una nota>> disse la prof. Sapella, soprannominata la salamella, minacciava sempre tutti di mettere una nota, ma in cinque anni non l'aveva mai fatto.

Andai al mio posto vicino ad Alessia e tirai fuori i miei appunti. Le ore passarono in fretta e mi ritrovai in mensa per pranzo. Mi andai a sedere vicino a Mattia, un ragazzo del quarto anno con la passione per i videogiochi.
Il resto della giornata passò lentamente ma per fortuna la campanella dell'ultima ora suonò.
All'uscita Alessia mi salutò dicendomi che mi avrebbe chiamata per chiedermi che cosa avrebbe indossato al suo primo appuntamento con Luca, il ragazzo più brutto della scuola. Io ero sempre d'accordo con Alessia, ma in fatto di ragazzi lei aveva gusti pessimi. Così annuii e presi l'autobus per tornare a casa.

ecco aggiornato anche questo capitolo :) un bacione

Confident||Cameron Dallas (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora