Ricomincia la scuola

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Tra il trasloco e il bambino in questa estate non mi sono divertita e cosa più importante mi sono dimenticata che la scuola sarebbe iniziata, una cosa impossibile da dimenticare eppure io lo fatto. Quello sarebbe stato il mio ultimo anno, più complicato, tutto sarebbe stato più amplificato e la cosa che lo rendeva peggiore era che con me non ci fossero le mie tre migliori amiche a distrarmi da quelle lunghissime e noiosissime lezioni. Il 15 Settembre è arrivato troppo presto e non ho avuto neanche bisogno della sveglia, ho aperto gli occhi e il secondo dopo ero accasciata davanti alla tazza ma ormai ho cominciato a non farci neanche più caso.

É inutile lamentarsi quindi la prendo come viene.

Vedere l'alba è diventata una delle cose che preferisco e con la macchina fotografica che ormai cammina sempre con me la immortalo trovando sempre sfumature diverse in ogni cosa, forse sto impazzendo. Sono le sei ho ancora un'ora di tempo per bearmi della tranquillità delle onde che s'infrangono sulla riva poi dovrò dirigermi a scuola, prendere l'orario in segreteria, trovare il mio armadietto, la classe della prima ora. Sarà un vero caos e io vorrei solo restare qui per sempre.
Così tra foto e solitudine sto mangiando caramelle, le caramelle gommose che adoro.
Si, lo so.
Non è una colazione adeguata per una ragazza incinta e la dottoressa non mi ha raccomandato altro ma questo marmocchio dopo avermi fatto buttare via anche l'anima le voleva e sinceramente anche io quindi questa mattina lo assecondato. Per fortuna con l'odore del mare la nausea passa o starei tutto il giorno attaccata alla tazza. Sta mattina il mare e davvero calmo neanche un'onda che invogli i surfisti a cavalcarle con le loro tavole quindi ho la spiaggia tutta per me e devo ammetterlo sono anche un pó dispiaciuta del fatto che non abbia più potuto rivedere Nathan.
Non ho cambiato idea.
Lui resterà all'oscuro di tutto questo voglio solo scattargli un'innocente foto per capire cosa prenderà il fagottino da lui e poi se un giorno mi chiederà 'Mamma chi è il mio papà?'  voglio saper rispondere prendendo una foto e dicendogli 'Questo è tuo padre. Lui non ti ha lasciato piccolino/a, non sa che esisti quindi non prendertela con lui' si sono un'ipocrita mostragli una foto e lasciare il fagottino nel dubbio ma lui non deve sapere niente di questa storia. Ho preso la mia decisione e se affermo che è quella non cambio facilmente idea.
Ho la testa dura quanto una roccia.
La sveglia del mio cellulare mi dice che solo le sette e che è arrivata l'ora dei dirigersi verso il carcere. Così prendo la borsa tolgo la sabbia dai vestiti e torno verso casa. Devo recuperare le chiavi della macchina e il pranzo, non mangio la roba della mensa ci ucciderebbe, si ho appena usato il plurale, e sicuramente mia madre cucina molto meglio. Così dopo aver preso ciò che mi serviva, aver urlato, si amo urlare, che stavo andando via salgo sopra la mia adorata 500 elegantemente bianca e mi dirigo verso la scuola. Appena arrivo resto impietrita questa non è una scuola, mi sa che devono ricontrollare la parola scuola nel vocabolario o farne una nuova descrizione. 
É un'edificio gigantesco di un bel color salmone con giardino all'entrata e un posto auto per ogni studente nel retro.
Sono curiosa di vedere l'interno.
Per adesso ci sono solo pochi ragazzi così non facendomi notare parcheggio la mia macchinina e con passo fermo mi dirigo verso l'entrata principale e li mi si blocca il cuore, il respiro, ogni neurone. Praticamente il mio cervello si è appena scaricato nel cesso. Sulle scale a fumarsi una sigaretta e a ridere con quattro amici vi è Nathan con un bellissimo sorriso sulle labbra , smettila di aggiungere bellissimo per descriverlo, mi rimprovero e cercando di non farmi riconoscere gli passo accanto ma qualcosa doveva andare storto o sarebbe stata una giornata perfetta. Il telefono proprio in quel momento comincia a squillare attirando l'attenzione dei ragazzi seduti sugli scalini, diciamo che la mia suoneria attira sempre la sua bella dose di attenzione 《Pronto》dico senza nemmeno vedere chi è che chiama a quest'ora del mattino distogliendo così l'attenzione da quei quattro《Angie》corrucciai la fronte《Hailay》dissi allegra e leggermente sconvolta, la mora non si sveglia mai così presto almeno che non deve incontrare il suo fidanzato di turno che in questo periodo non esiste, troppo poco tempo dopo il ritorno dal suo viaggio《Ciao mammina》diventai subito seria《Non chiamarmi così, sono ancora una splendida studentessa e lo odio quante volte devo ripetertelo?》la sentì ridere all'altro capo del telefono《Oh, lo so. Quei jeans però sono i miei, ed io che li cercavo, e come al solito ti fasciano perfettamente il culo, modestamente ho buon gusto》mi girai di botto, come faceva a sapere cosa avevo messo? 

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