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Arrivato a casa Jungkook accese la luce della cucina e si ricordò che Bam era con suo fratello in vacanza in montagna:"ecco, manco il cane ad aspettarmi! Beh meglio così vista la serata. Dovrei avere ancora qualche bottiglia di whisky da qualche parte."
Ne trovó una, con scritto sopra a pennarello:"Buon compleanno scemo! Yoongi e Jimin"
Non si prese neanche la briga di sporcare un bicchiere, ma proprio come temeva sarebbe successo, inizio bere dalla bottiglia, andando a sprofondare nel divano. Non ci volle molto perché sopraggiunse il sonno, ma era un sonno agitato. La sua mente ripercorse tutto quello che era successo. Il pensiero di Tae aveva smosso tasselli che non dovevano essere toccati. Si ricordò di quando erano insieme, di come Tae lo aveva iniziato a quel tipo di amore che per lui era ancora sconosciuto . Di come gli piaceva quando lo baciava, sentire le sue morbide labbra sulle sue, di sapere che sarebbero state solo per lui, che desideravano solo lui. Tutto di lui. Le sue mani abili che lo giudavano alla scoperta di se stesso e di tutte le sensazioni che il suo corpo poteva provare. Il loro essere un tutt'uno. Una sola anima divisa in due corpi. Ma tornati dal militare, Tae voleva rendere ufficiale la relazione, sentiva la necessità di urlarlo al mondo questo amore, ma Jk era stato codardo, non se la sentiva. Troppo pesante da sopportare il giudizio altrui, troppo influente sul destino della sua carriera da solista che stava decollando. Tae aveva comprato dei vigneti nel sud della Francia a Bordeaux e voleva trasferirsi là, Jungkook voleva cantare ancora! Lui era nato per quello, voleva fare quello e non era pronto a lasciare che tutto andasse in frantumi.
L'immagine delle spalle di Tae in aeroporto si faceva largo nei suoi pensieri. Tae non ha neanche voluto girarsi a salutarlo, chissà cosa stava pensando in quel momento. Se lo stesse maledicendo o se stesse piangendo, proprio come stava facendo lui. E come avrebbe fatto anni dopo, quando era arrivata la notizia della morte di Tae. Finito fuori strada con la sua citroen squalo degli anni70. Un catorcio di macchina! Nessuno sarebbe sopravvissuto ad un volo giù da una collina alla guida di quell'affare. Ma Tae amava quell'estetica bohemien, malinconica e decadente: la Francia, la citroen, le Gauloises, le sue stramaledette sigarette francesi dal nome impronunciabile, i vini raffinati e Haruko. Lei era l'unica che riuscisse a calmargli la mente e l'anima.

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