Il tragitto verso casa era costellato delle risate e delle chiacchiere di tutto il mondo circostante, tra loro però regnava il silenzio più fitto e glaciale. Nonostante la tenesse per mano e quasi la trascinasse verso il suo appartamento, erano più lontani che mai.
"Ahia!! Brucia!fai piano!" Si lamentava Haruko mentre Jungkook con tutta la delicatezza che potesse avere cercava di disinfettarle la ferita.
"Eh, sto solo cercando di essere il più dolce possibile!"
"Tu sei dolce Jungkookie. Sai esserlo. Solo si deve avere la chiave giusta per poterne godere"
Jk la guardó e nonostante il labbro gonfio, e la faccia sfatta, le sembrava la creatura più bella su cui mai avesse posato gli occhi.
Le bació la fronte, spostandole delle ciocche di capelli, indugió sulla punta del naso per poi terminare il suo tragitto sulle labbra. Non era un bacio dolce, morbido o delicato, no. Era un bacio dove dentro c'era tutto il desiderio di Jk represso sotto la doccia, del non averla avuta al suo fianco in quel momento, la sua frustrazione nel sapere che non sarebbe stata sua fino a quando non sarebbe riuscito a scendere a patti con se stesso.
La prese per le spalle e la giró di schiena con il viso premuto contro il muro, mordendole la nuca. Si volevano, si desideravano, ma non c'era spazio in quel momento né per i sentimenti né tanto meno per la ragione. Era istinto, avevano fame l'uno dell'altra. Era pura ingordigia.
Le alzò il vestito fino alla vita con entrambe le mani, Haruko sentendo il tocco delle mani del suo amante allargò le gambe per accogliere quelle dita che sapevano darle tutto ciò che desiderava.
Jk accarezzava e premeva su quel lembo centrale di pelle dove tutto il piacere si concentra. Liberando sussulti e sospiri che non facevano altro che accrescere la sua foga.
Fece cadere le mutandine di Haruko lungo le cosce, si sbottonó i jeans e in un attimo era dentro di lei.
Le afferrò i capelli, in un gesto che non aveva niente di tenero, stringendo forte, Haruko inarcó la schiena permettendogli così di poter essere ancora di più dentro di lei, con una mano appoggiata al muro e con l'altra a cingere la nuca di lui si lasciò scivolare il suo nome in un gemito.
"Dillo ancora",le disse in tono perentorio, non era una richiesta. Era un ordine.
Haruko eseguí ciò che le era stato ordinato più e più volte, fino a quando lui non venne dentro di lei, sancendo la fine mordicchiandole il lobo dell'orecchio.
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Gauloises
FanfictionIl passato,il presente, l'amore, l'amicizia e le sigarette francesi.