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Jungkook si stava quasi strozzando con la saliva, ma cercando di recuperare un briciolo di dignità rispose:"Ciao Haruko, è passato tanto tempo dall'ultima volta che ci siamo visti. Quando sarà stato?"
"Mi fa piacere sapere che la mia presenza nel tuo letto sia passata così inosservata per te da non ricordarti neppure quando sia stata l'ultima volta! Comunque volevo dirti che sono tornata a Seoul e questa volta penso di doverci restare per un bel po. Sei libero per un caffè? Sono sotto casa tua."
Il sangue smise di arrivare al cervello di Jungkook nell'attimo esatto in cui sentí Haruko pronunciare quelle frasi. Di getto disse:"beh allora perché non sali? Non sono un perfetto uomo di casa, ma il caffè in cucina non manca mai" .Haruko attaccò il telefono, Jk la conosceva meglio di quanto credesse e sapeva che quello era un sì.
Si precipitò in bagno per lavarsi la faccia,i denti ,guardarsi allo specchio e pregare dio di non avere la faccia della morte da post sbornia, era senza maglietta e con i pantaloni della tuta, ma poco gli importava in questo momento.

L'inconfondibile canzoncina del campanello risuonó in casa. Jungkook fece un respiro profondo, sapeva a cosa stava andando incontro, sapeva quanto potesse essere rischioso per il suo equilibrio, quanto potesse essere compromettente per tutta la sua esistenza ma, cazzo se sapeva quanto se la voleva rischiare.
Percorse a grandi falcate la distanza dal bagno all'ingresso e quando aprí la porta si trovó davanti esattamente ciò che ricordava. Haruko indossava un vestito bianco leggero, al ginocchio, portava i capelli di un grigio celeste in un raccolto spettinato e delle scarpe basse, non indossava praticamente mai i tacchi ma nonostante questo era la creatura più femminile che avesse mai visto.
Haruko si tolse le scarpe, lasciando liberi i suoi piedi affusalati. S'incamminarono verso la cucina per prendere il caffè, Jungkook subito dietro di lei, quando ad un certo punto Haruko si bloccò di colpo e girandosi piantò i suoi occhi in quelli di Jk.
"Ti sono mancata? Perché tu sì"
D'istinto Jungkook la strinse per vita e l'attiró a sé con fermezza. Con la mano libera le cinse la nuca e la baciò.
Le loro lingue si incontrarono, si mescolarono in un ballo che aveva il sapore del ricordo. Jk scese con il viso, affondando nel collo di lei, inspirando il suo profumo classico, quasi antico che si fondeva con quello di sigarette, di sole e della sua pelle. Dio quanto gli piaceva quell'odore. Sapeva di vita, di carne, di passione, di lei.
"Adesso sì, mi ricordo quanto mi sei mancata."
Fece scivolare le mani sotto il suo vestito e l'afferró per le natiche portandosela in braccio. Haruko gli allacció le gambe dietro la schiena, era venuta a Seoul per questo, per lui.
Jk la posò sul tavolo in salotto, sfilandole le spalline del vestito, lasciando che le ricadesse in grembo, delicatamente la fece sdraiare. Il suo seno era finalmente nudo, Haruko non portava mai il reggiseno, il pensiero che ci fossero ancora meno barriere fisiche tra i loro corpi eccitava Jk. Lei eccitava Jk. Sapeva come tenerlo sul filo del rasoio, sapeva come toccarlo, come stuzzicarlo, come farlo diventare burro. Il sesso con lei era sempre stato inarrivabile, perfetto, solo con Tae aveva trovato la stessa sintonia, lo stesso fuoco. Il giusto incastro tra passione, amore, tenerezza ed istinto.

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