Derek

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Apro la porta di casa tra il brusio dei bambini sul retro che stanno lasciando il Diner. A quanto pare, questa sera c'è stata una festa di compleanno. Oggi toccava a Justin servire ai tavoli, e già immagino la sua faccia per la scarsa dimestichezza che ha con i bambini. Quando mi capita una festa di compleanno, con me si divertono un mondo. La mia schiena diventa una sella e io una specie di pony da cavalcare. Ma, in compenso, le loro risate mi danno spensieratezza, anche se rischio di arrivare a fine serata senza capelli.

Sguscio lungo il corridoio cercando di raggiungere la mia camera e posare finalmente lo zaino. <<Derek, tesoro, hai fatto tardi oggi?>> chiede mia madre alle mie spalle. Mi supera di corsa, tra le mani ha un paio di sacchetti pieni di carte da gettare.

<<Sì. Mi sono ricordato che dovevo fare una cosa.>>

<< Non eri insieme a Liam? È venuto qualche ora fa, ti stava cercando.>>

<<Ho dimenticato di accendere il cellulare>> mento, premendo una mano sulla tasca dei pantaloni. Mia madre posa un sacchetto accanto alla ringhiera e alza la mano per spostarmi una ciocca di capelli dal volto.

<<Ti vedo un po' affaticato. >>

<<Sto bene. Ho soltanto fame.>> La sua mano scende lungo la guancia e mi sorride.

<<La cena è pronta. Le polpette sono nel microonde. >>

<<Fritte?>>

<<Come piacciono a te.>> Si allontana di qualche passo verso la fine del corridoio, poi si ferma e si volta di nuovo verso di me.

<<Derek, quando ti sentirai pronto...io sono qui. Non escludermi dalla tua vita anche tu, ti prego.>> Le trema la voce e prosegue verso l'uscita del Diner.

Mi scoppia la testa se ripenso a oggi. Prima Miranda nelle docce e poi lei...l'unico sorriso che si ripete mia mente.

Mi dispiace davvero per tutto quello che le è stato negato ingiustamente. Ma cosa posso inventarmi?

Pronto, Casanova? Non sai se la rivedrai. E poi quella ragazza è troppo sveglia per te.

Il cellulare nella mia tasca inizia a vibrare, lo sfilo e getto un'occhiata sul display. È Liam.

<<Ma dove Diavolo eri finito?>> urla appena attacco l'orecchio al display.

<<Ero in ospedale a scontare la mia condanna.>> Lo so. Dovrei dirglielo, ma Liam inizierebbe con un cavolo di interrogatorio stile F.B.I.

<<Avevamo la partita più importante della nostra vita. Mi hai scritto che saresti tornato verso le sei. Sono le dieci di sera, Derek!>>

<<Lo so. Ultimamente le cose non stanno andando per il verso giusto. Scusa se sto cercando di riparare a un fottuto errore. >> Sospiriamo, insieme.

<<Ma ricordati anche di me ogni tanto>> brontola, come sempre. <<Riattacco, a mia madre sta venendo un'altra delle sue crisi nevrotiche. >> Le urla della madre di Liam tuonano anche attraverso il cellullare, tanto da doverlo staccare dal mio orecchio.

<<Ci vediamo domani a scuola.>> Al suo fianco sento la voce di Carmen che gli ripetere convulsamente di salutarmi da parte sua.

<<Okay...ehm, ricambio i saluti...>> Le urla di Carmen mi costringono a riattaccare rapidamente.

Raggiungo la cucina, trovandomi davanti nonna Ruth che sta sganciando una serie di pugni nel vuoto insiame a Justin, mentre guardano un incontro di wrestling alla tv.

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