Derek.

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Fa ancora freddo. I nostri respiri con il fiatone, correndo dietro un autobus di linea notturno, si disperdono nell'aria gelida di Denver. 

Ridiamo chiassosamente mentre aiuto Tessa a salire gli scalini; le porte stanno quasi per chiudersi. Le predo la mano portandola verso due sediolini vuoti, tra sguardi incuriositi di quattro persone, tra cui un simpatico nonnetto.

<<Derek, ci stanno guardando tutti?>>

<<Non si vedono tutti i giorni due ragazzi in fuga con dei costumi.>> Tessa si volta verso il vetro del finestrino, socchiudendo le palpebre. Sposto lo sguardo sulle sue mani tremanti che stringono a fatica il tessuto sulle ginocchia; avvicino un dito, e sfioro il dorso gelato. 

Le prendo entrambe le mani e le porto sulla gamba, tentando di scaldarle almeno un pochetto con le mie. 

<<Tessa, ma stai bene?>>

<<Sì...sto benissimo.>> La sua giacca foderata è imbottita, ma comunque leggera. 

Forse è stata una stupidaggine portarla via. Sfilo via il mio piumino nero con cappuccio e la convinco a indossarlo: è talmente piccola che il cappuccio casca davanti ai suoi occhi, e le mani si disperdono all'interno delle maniche. 

Si volta verso di me, con la fronte coperta dalla parte superiore del cappuccio. 

<<Romeo, non vorrai fare la fine di Jack Dawson>> domanda sarcastica. 

<<Lui è morto assiderato per temperature nettamente inferiori a queste, nel bel mezzo dell' Oceano Atlantico. Da noi le temperature hanno iniziato ad abbassarsi da qualche giorno.>>

<<Mi stai dicendo che tu hai visto Titanic?>>

<<Menzionami una sola persona al mondo che non abbia visto quel film. Insomma, qui a Denver abbiamo ancora la casa di Molly Brown. L'ho messa sulla lista, mi auguro che riusciremo a  visitarla dopo Natale.>>

<<È diventata un museo adesso>> sostiene.

<<Sì, molto caratteristico.>> Mentre parliamo di temperature e film, la sua guancia mi scivola sulla spalla, e imprigiona il mio polso con le sue dita diventate tiepide.

<<Dove andiamo adesso?>>

<<Io ho un po' fame, andiamo a mangiare qualcosa.>> Tessa si tocca il ventre e inizia a ridere. 

<< Il mio stomaco gorgoglia da un po'.>> 

<<McDonald's o Domino's pizza?>> propongo, pregando di aver portato con me il portafogli. 

<<McDonald's.>>

<<Aggiudicato.>>

Dopo due fermate, lasciamo l'autobus come due fuggitivi, e Tessa ride quando mi rivolgo al conducente del bus, dicendo goffamente : <<Ci scusi, ma questa splendida Giulietta ha fame.>>

Lo salutiamo insieme quando le porte del bus si chiudono davanti a noi. Il conducente si gratta la tempia, ridacchiando sotto i baffi. 

Passiamo davanti all'insegna luminosa del McDonald's; Tessa si sistema il cappuccio del mio piumino più volte, e io mi strofino le mani cercando di scaldarle, soffiandoci sopra. Non voglio si accorga che sto tremando.

L'interno del fast food è riscaldato, e ci accingiamo a raggiungere due posti vuoti nell'ultima fila di tavolini. 

<<Derek, riprenditi la tua giacca, adesso sto bene.>>

<<Tienila ancora un po'.>>

<<Ma così ti ammalerai, fa troppo freddo fuori.>>

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 22 ⏰

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