Derek

115 4 39
                                    

Di occhi belli ne è pieno il mondo, degli occhi tuoi ne è pieno il mio.

(Anonimo)

Strizzo lo staccio nel secchio per la seconda volta. Ho appena finito di pulire una stanza del reparto oncologico al secondo piano. 

Zio Rupert mi impartisce ordini da tre giorni. Derek fa' questo, Derek fa' quello, e lui invece se ne va in giro per i corridoi dell'ospedale a fare il cascamorto con l'infermiera di turno e con la caporeparto. 

Devo anche dire, però, che mi ha coperto quando ho saltato l'ora di lavoro dopo quello che è successo con Ben a scuola. Ho perso il turno e lui ha messo per iscritto che stavo poco bene, assumendosi la responsabilità. Ovviamente sono stato assente anche a scuola in questi giorni, e non so cosa accadrà al mio ritorno. Liam mi tiene aggiornato costantemente sulla situazione, mandandomi continui messaggi e chiamandomi ogni sera. 

Ben non si è manco avvicinato a lui, ha continuato ad allenarsi e a giocare contro le squadre avversarie delle altre scuole, concentrandosi sull'hockey in vista delle selezioni per entrare nei Colorado Avalanche.

Adesso zio Rupert mi sta facendo scontare tutto, raddoppiandomi il lavoro. Ho aggiunto l'ora in più il primo giorno, quando ho ricominciato a lavorare per terminare la punizione. Cinque fottutissimi mesi. Ne ho completati a stento due. 

Onestamente, adesso non ne sento più il peso. Non vedevo l'ora di venire, c'è qualcuno che voglio vedere. 

Ho il foglio ripiegato della mappa in tasca, e mi domando cosa penserà quando le racconterò quello che ho in mente. 

Probabilmente penserà che sei uno scoppiato, ma c'è di peggio. 

Grazie. 

Quando vuoi. 

Mi abbasso verso la terza mensola del carrello di metallo e prendo del detergente profumato. C'è ancora quella bottiglia di plastica arancione con un nome strambo stampato sull'etichetta. 

Profumo di Limone. 

Con la scusa del pavimento sporco, sono passato una decina di volte nel suo reparto e, seguendo i miei calcoli, la visita mensile dovrebbe essere prevista per oggi. 

Spero solo di non sbagliarmi e di non fare qualche altra figura del cavolo. 

Mentre zio Rupert tuba ancora con l'infermiera, lascio scorrere il carrello lungo il corridoio e lo lascio davanti alle porte dell'ascensore, premo sul pulsante touch della freccia che indica su, e aspetto che scenda, contando tutti i piani dallo schermo a sinistra. 

 Finalmente le porte si aprono. Mi guardo brevemente intorno per accertarmi che non ci sia nessuno nelle vicinanze, mi infilo nell'ascensore e premo sul numero 4 della pulsantiera. 

Le porte si chiudono, e un senso di irrequietezza mischiato alla percezione di forza apparente, mi fa sentire più pesante mentre sale. 

Secondo. Terzo. Quarto. 

Le porte si aprono e sbircio in giro con occhi vigili. L'intera panchina in sala d'attesa è occupata da una dozzina di persone e cammino tra quelli alzati, assottigliandomi tra di loro. Finalmente vedo la porta che mi interessa; in alto, fissato al muro, il cartello con il nome del dottore che sta seguendo Tessa: Dottor Moore. 

Vorrei sapere se è già lì dentro, oppure dovrò aspettare il suo arrivo incollato a zio Rupert, perdendo così la possibilità di parlarle di questa pazzia che ho appuntato su un foglio di carta. 

Il cuore quasi mi scivola via dal petto quando la porta si apre e una folta chioma rossa, questa volta liscia, gongola fuori dalla stanza. 

Tessa sorride al dottore prima di salutarlo e congedarsi. Cazzo, quel sorriso. 

Solo per i tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora