Derek

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Negli spogliatoi della palestra c'è ancora quella persistente puzza di ascelle e piedi al gorgonzola. Con una mano arrotolo l'accappatoio nel borsone alla svelta, e con l'altra mi tappo il naso con le dita.

Questo è il secondo martedì da quando Miranda è venuta a farmi visita qui dentro. Ammetto che dopo quello che è successo con Ben, e la brutta litigata che abbiamo avuto la stessa sera su Telegram, ci ho messo definitivamente una bella croce sopra.

Miranda mi ha scritto che non proverà più a cercarmi. Va bene così. Sconterò queste dannatissime ore in ospedale, lasciandomi alle spalle questa merda mi situazione.

La tasca laterale della cartella si illumina, e annuisco prendendo il cellulare che vibra. Trascino il dito verso l'alto sullo schermo e rispondo a Liam.

<<Hai finito? Ti aspetto all'uscita.>>

<<Di' un po', non avevi un'ora supplementare di geografia oggi?>>

<<L'insegnate oggi è assente. >> Resto in silenzio sistemandomi la tracolla su una spalla ed esco dallo spogliatoio, prima che questo odore nauseante mi causi il voltastomaco.

<<Derek, sei ancora lì?>>

<<Sì. Arrivo.>> Ripongo il cellulare dov'era prima, allontanandomi dallo spogliatoio.

Mi sistemo una ciocca di capelli che ho perennemente davanti agli occhi dietro l'orecchio e ciondolo per il corridoio principale infilandomi gli auricolari. Inizio una specie di buffo balletto quando parte Walk This Way degli Aerosmith, brano che ho salvato nella mia classifica personale di Spotify. Scivolo accanto agli armadietti, lasciandomi trascinare dalla maestria di Joey Perry.

<<I was a high school loser,
never made it with a lady
till the boys told me
something, I missed
then my next door neighbour
with a daughter had a favour
so I gave her just a little kiss, like this!>>

Mentre la canzone termina con l'assolo di chitarra epico, la tracolla del mio borsone viene afferrata, e ci metto un po' a capire che qualcuno alle mie spalle mi sta trattenendo. Sfilo gli auricolari, ruotando con calma la testa di profilo.

<<Dove te ne vai così allegramente, sfigato?>> Con la coda dell'occhio, riesco a intravedere la cresta colorata di Jimmy.

<<Cosa vuoi, Jimmy? Lasciami passare.>> Jimmy afferra la mia spalla e si pone davanti a me, costringendomi con la schiena al muro.

<<Il cucciolo deve
correre dalla mamma?>>

<<Non ti è bastata l'ora di punizione dalla Hopkins per aver rotto il setto nasale a quel ragazzino
del primo anno?>> lo sfido, sentendo il sangue che pulsa, sobbolle nelle vene e un ruggito si alza battendomi il petto.

<<Perché stai tremando tutto, ragazzino?>> Mi schiaccia contro la parete del corridoio, circonda il mio collo con il braccio per impedirmi di muovermi, prima di colpirmi con una serie di buffetti dietro la nuca con l'altra mano. I suoi dentoni sporgenti sono tutto quello che riesco a vedere, dal momento che mi sta alitando in pieno viso. Che schifo, cipolla avariata.

Devi trovare la forza di reagire, Derek.

E proprio mentre sto raccogliendo tutte le forze per supportare il mio autocontrollo che urla tutta la sua voglia di abbandonarmi, appaiono le sagome di Ben e Kyle.

<<Boo!>> Scherza Ben, si incurva in avanti per guardarmi negli occhi, mentre Jimmy mi costringe a stare chinato; la sua mano viscida mi scivola sulla nuca e sghignazza volgarmente.

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