Tessa.

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<<Non ricordo dove ho messo la borsa, aiutami a cercarla>> mi rivolgo a Diana, tastando per la quinta volta la superfice della scrivania. Il barattolo delle matite che ho accidentalmente colpito con la mano, rotola sparpagliandole su tutto il pavimento. 

<<Veramente, quando sei tornata dall'ospedale non avevi una borsa.>> Seguo il suono della sua voce e mi volto nella sua direzione. 

<< Porca vacca! E adesso?>> 

<<Sei sicura che l'avevi con te quando sei tornata dall'ospedale?>> chiede passandomi accanto, e percepisco dai suoi movimenti che si è chinata per raccogliere le matite sparse sul pavimento.

<<Certo che l'avevo con me...io...>> Poi la mente torna indietro. Il corridoio, lo studio del dottore e quell'irritante ragazzo...

Schiudo le labbra, portando le iridi da una parte all'altra. Non può essere. Assolutamente mi rifiuto di crederlo...era lui! Quello che mi ha afferrata per un braccio quella notte! 

<<Tessa, tutto bene?>> chiede Diana con uno strattone sulla mia spalla. 

<<Oh...sì, tutto bene.>>

<<Sei sicura? Ti vedo strana. >> 

C'è un giorno in cui io non sia strana?

<<Diana, c'era il mio cellulare in quella borsa. Come farò quando mi chiamerà la mamma?>> Diana mi prende una mano e la stringe. 

<<Salterà fuori, controllo in salotto.>> Attraverso i capelli con la mano cercando di ricordare  tutto quello che ho fatto ieri. Non funziona. 

<<Aspetta, forse l'avrò lasciata in ospedale dal Dottor Moore. >>

Mia madre bussa alla porta chiamando Diana e i miei battiti aumentano a dismisura. 

<<Se lo scopre andrà alla polizia. C'erano anche i miei documenti in quella borsa.>>

<<Non andrà da nessuna parte se la borsa si trova in casa. Sicuramente l'avrai infilata da qualche parte.>>  Sbuffo continuando a riflettere sul caos che mi intrappola le meningi. 

Dove diavolo l'avrò messa. 

<<La giornata è ancora lunga, rilassati>> cerca di tranquillizzarmi Diana, ma proprio non ci riesco. Oggi non ho lezione con Shank e credo che impazzirò scervellandomi su dove possa essere quella dannata borsa. 

<<Diana, sei pronta?>> La voce della mamma irrompe nella stanza e mettiamo fine alla nostra conversazione. 

<<Sì, stavo aiutando Tessa a mettere in ordine...>> Mente Diana con una gomitata sul mio fianco. <<Prendo la cartella e andiamo.>>

<<Tessa, vuoi venire con me? >> chiede la mamma con tono mieloso. <<Accompagniamo Diana a scuola e magari ci fermiamo a fare colazione.>>

<<Oggi non hai il turno in galleria?>>

<<Nel pomeriggio.>> Proprio non mi va di uscire adesso. Approfitterò della sua assenza per setacciare la casa, mi farò aiutare da Blaze. 

<<Preferisco restare qui.>> 

<<Va bene, ma chiamami se hai bisogno che ti prenda qualcosa.>> Deglutisco. E con cosa la chiamo? 

<<Lo farò, adesso andate o Diana farà tardi a scuola.>> Sento i loro passi muoversi verso la porta. <<Tesoro, sei sicura di stare bene? Ti vedo così tesa.>>

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