capitolo 21.

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«Muoviti, entra in quello stanzino

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«Muoviti, entra in quello stanzino.» raccatto velocemente le cose di Sole, tranne le sue mutandine che adesso mi appartengono, e le nascondo velocemente dentro lo sgabuzzino collegato allo spogliatoio dove noi della squadra teniamo le nostre attrezzature. Lei fortunatamente, capendo che quella sarà la nostra unica via di salvezza, si infila dentro lo stanzino senza fare troppe storie e io, giusto in tempo, riesco a ficcarmi un pantaloncino.

Non appena Sole è in salvo la porta dello spogliatoio si apre rivelando i miei compagni di squadra che, madidi di sudore fanno il loro ingresso nello spogliatoio tirandosi schiaffi leggeri e pacche sulle spalle. Spero solo che non vogliano riporre adesso la loro attrezzatura nel piccolo ripostiglio altrimenti saremmo fottuti.

«Pericolo scampato, capitano. Il coach ha ricevuto una chiamata da sua moglie ed è corso a casa come un cagnolino.» mi avvisa Michael, il difensore della squadra, facendo scoppiare a ridere tutti quanti. 

«Quella donna lo tiene al guinzaglio, se dovesse capitarmi mai una cosa del genere, sparatemi.» se ne esce Stevenson aprendo il suo armadietto. Si toglie la maglia sudata della nostra squadra e prende un asciugamano pronto a dirigersi nelle docce.

«Se vuoi posso farlo già da adesso Stevenson, hai fatto schifo in campo. A cosa pensavi?» borbotta scocciato il mio vice, quello che ha il compito di cazziare gli altri quando io non ci sono. Guardo con un cipiglio curioso il mio attaccante e rimango in attesa di una sua risposta. Di solito lui non è mai distratto in campo anzi è quello più concentrato perché il suo compito, non ufficiale chiaramente, è quello di provocare gli avversari. Studia i loro punti deboli e gli attacca, come facciamo tutti noi, d'altronde, solo che Stevenson cerca la rissa e le penalità, noi no. Non a caso la nostra squadra si chiama 'Hunting Falcon': siamo delle schegge in campo, abbiamo una vista aguzza e prima di attaccare i nostri avversari tendiamo ad osservarli molto scrupolosamente.

«Alla festa di Halloween» riprende il mio compagno di squadra «già mi vedo affondare in una groupie. O in due. Perché scegliere quando possiamo averle tutte?» domanda retoricamente facendo scoppiare a ridere tutta la squadra. Tranne me e Tyler, il mio vice, che ci guardiamo come se il nostro attaccante fosse un caso perso.

«Io punto a farmi una del North. Da quando gira voce che la loro reginetta verrà qui la maggior parte delle ragazze hanno deciso di seguirla a ruota. E chi siamo noi per non accoglierle a braccia aperte?» un altro giocatore della mia squadra si stampa sul volto un sorriso perverso che io provo subito a smorzare «quelle mordono Lewis, non ti degneranno neanche di uno sguardo.» e in parte è la verità. Le ragazzine ricche meritano di divertirsi con i ragazzi ricchi, noi non c'entriamo nulla con loro.
E mentre mi ripeto queste parole guardo di sottecchi il nascondiglio di Sole perché so che questo pensiero è rivolto a lei.

«Fortuna allora che avrò un costume figo.» sghignazza Lewis facendomi riportare l'attenzione su di lui «E poi se loro decidono di intrufolarsi stupidamente nella tana del lupo sanno che, di conseguenza, saranno sbranate da noi del South. Sul serio, mica credono che quello di domani sarà un semplice e casto nascondino?» no che non lo sarà. 

quindici minuti dopo la mezzanotteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora