SeanIl rumore sonoro dell'altoparlante mi sveglia dal sonno.
A seguire, una voce femminile: «Buenas tardes pasajeros. Te informo que puedes dirigirte a la salida del avión a recoger tu equipaje en el hall del aeropuerto. Esperamos que su vuelo haya sido cómodo y esperamos verle nuevamente en el "SSAerline". Gracias y adiós» l'assistente di volo, da qualche parte dietro un microfono, annuncia a tutti i passeggeri di andare a ritirare i propri bagagli nella hall dell'aeroporto, augurandoci di poterci vedere al più presto.
Le solite cazzate.
Mi stiracchio malamente sul posto a me assegnato, a metà classe. I sedili sono tutti di colore blu, e credo che mi verrà un grande mal di testa per tutto il trambusto che c'è.
Mi giro al mio fianco, alla mia destra, e noto che mio fratello ancora non si è svegliato. Ronfa profondamente, poggiato sulla mia spalla.
Come cazzo fa a non svegliarsi con tutto questo casino? Per caso a dodici anni attribuiscono dei tappi alle orecchie come bonus per l'adolescenza?
Decido di scuoterlo dal suo sonno eterno, e lui sussulta al mio tocco tutt'altro che delicato. «Ehi Enano. È ora di scendere».
Si stropiccia gli occhi con le mani. «Come? Di già?»
«Eh sì. Ma tranquillo, ci aspettano ancora altre tre ore di macchina. Quindi non preoccuparti, potrai ritornare a dormire quando scenderemo da questo coso».
Ci alziamo tutti e due dai nostri posti, prendendo dalla cappelliera sopra le nostre teste i piccoli zaini che ci hanno concesso di portare. Ci imbuchiamo in una fila stretta e a mio parere chilometrica solo per poter scendere e mettere finalmente i piedi per terra. Nell'atmosfera si respira aria di condizionatore sparato a mille e il mal di testa che credo stia per affliggermi si fa un pelino più potente.
Ma che bisogno c'è di tenerli accesi così? Vedete che siamo appena usciti da un aereo, e lì di certo non c'è una bella stufetta a riscaldarti. Un altro po' e vedevo passarmi accanto i pinguini.
Ci avviciniamo al recupero bagagli, nel mentre che borse e borsoni, valigie e zaini enormi passano su un grande nastro. Adocchiamo i nostri molto velocemente, devo dire; l'ansia di trovarli dispersi sparisce non appena vediamo le targhette con i nostri nomi. Trasciniamo le nostre valigie fino all'area "Check In" dell'aeroporto, notando una notevole fila davanti alla nostra. Ci mettiamo in coda, il ragazzino accanto a me comincia già a sbuffare dopo i primi tre minuti.
«Sean! Ma quanto ci mettono? Io ho fame!»
«Lo so, Daniel, ma devi avere pazienza. Ti prometto che non appena usciamo fuori ti compro qualcosa da mangiare».«Ma tra quanto? Il mio stomaco tra poco si mangia da solo!»
«Meglio, così diventi uno zombie e ci uccidi tutti».
Sbuffa, infastidito. «Sì, certo. Chiamo il mio esercito di Villager Zombie e ti attacco la base in legno».
«E io chiamo i Pillager. Vediamo come te la cavi».
«Perché, tu saresti un Pillager?» lo chiede quasi ridendo, davanti a noi la fila scema pian piano.
«Sì, non la vedi l'ascia enorme che ho per ucciderti?» faccio finta di manovrare con la mano destra un'ascia in ferro immaginaria, scagliandola contro di lui a modi bastone. Lui ride, mancano ancora quattro persone davanti a noi.
«Oh! Stai attento con quella cosa! Puoi uccidermi!» mi fa ridere la sua teatralità, perché lo sto letteralmente colpendo con l'aria.
«Vedi che io ho una bestia enorme che ti può distruggere semplicemente dandoti una botta di corna, quindi abbi rispetto».
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𝐃𝐢𝐫𝐭𝐲 𝐃𝐚𝐧𝐜𝐢𝐧𝐠
Romance«Sei bella come l'alba e il tramonto insieme, Enola. Come quando riesci a distinguerli solo osservando il movimento del Sole.» Sean e Daniel sono due fratelli di origine messicana, che si ritrovano a sbarcare in Europa, venendo a far parte della bel...