Capitolo 10

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Valencia, Spagna
10.04.2018 h 17:30
Enola

«Importunata? Lola ma che stai dicendo? Io sono venuto a prenderti come faccio da sempre...»

«Nessuno te l'ha chiesto, Fernando» so benissimo a che gioco sta giocando. Sta facendo finta di essere il ragazzo perfetto, che va a prendere la propria ragazza accompagnandola ovunque, ma nemmeno quando eravamo fidanzati glielo chiedevo.

La discussione sta esagerando. Mamma mi ha spiegato quello che le ha raccontato Fernando, e solo adesso so benissimo quanto può giocare a fare la vittima di turno.

Non capisco il motivo di questo suo attaccamento nei miei confronti. Okey, stavamo insieme, e l'ho amato tanto. Ma quando ha cominciato a togliere la maschera in mia presenza e a rivelare il suo vero carattere, mi son dovuta ricredere.

«Non ti piace che ti protegga, Lola?» è talmente bravo a recitare, a far finta di essere davvero dispiaciuto, e di voler davvero cambiare come mi ha tanto pregato.

«Non mi piace che ti creda ancora il mio fidanzato, Fernando», sputo il suo nome con tutto il disprezzo del mondo, cercando di fargli capire quanto io abbia voglia di non vederlo mai più.

Gli ultimi mesi da fidanzati sono stati un inferno: litigate, scenate di gelosia, e possessività non spiegata. Tutte queste cose mi hanno portato a staccarmi da una persona che non amavo più, allontanandomi da quell'amore tossico che cercava di restituirmi.

«Enola!» urla mamma, incazzata.

«Mi dispiace mamma, ma è la verità» e dicendo questo li lascio, prendendo le scale e salendo al piano di sopra.

La sento urlare dal piano di sotto, in modo da trattenermi più a lungo, ma qualunque cosa provi a dire, secondo me crederà sempre a lui.

Perché lui, per loro, è ancora il ragazzo bravo e intelligente, innamorato pazzo della loro unica figlia.

Che illusi.

Sbatto la porta, presa da una rabbia indefinita. Mi butto sul letto, la faccia nel cuscino in modo da potermi dimenticare almeno per cinque minuti della mia vita.

Quello lì ha potere su ogni cosa, anche sulla mia famiglia. Tutte le persone che conosciamo entrambi non vedono nulla di male in lui: solo un ragazzo innamorato. Per colpa dei suoi atteggiamenti credono ancora nella nostra relazione, ma io ho intenzione di mettere a tacere quelle voci.

Mi sembra di essere dentro un tornado; mille problemi mi vorticano attorno, senza che possa acchiapparne nessuno per sistemarlo.

E io sono esattamente al centro, intrappolata, incapace di uscire da quella che sembra l'accesso alla mia rovina.

Mi metto in testa di addormentarmi, in modo da avere una scusa per non parlare con nessuno, ma un bussare delicato alla porta interrompe la mia intenzione.

«Ho sonno. Lasciatemi stare».

«Tranquilla cara. Sono certa che tu non abbia sonno, adesso».

Riconosco subito quella voce sottile e delicata, tipica di una donna la cui presenza è sempre stata una fonte di luce.

Mi metto a sedere sul letto, senza dirle nulla. Deve aver intuito il mio invito silenzioso, perché la maniglia della porta si apre lentamente, cigolando un po'.

«Hola abuela» ('Ciao nonna' in spagnolo).

«Hola pequeña» ('Ciao piccola' in spagnolo).

𝐃𝐢𝐫𝐭𝐲 𝐃𝐚𝐧𝐜𝐢𝐧𝐠Where stories live. Discover now