Capitolo 12

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Valencia, Spagna
11.04.2018    h 18:20
Sean

Entro dalla porta trasparente.

   L'insegna del 'Saint Domiano' enorme sul muro all'esterno.

   Guardo a destra e a sinistra, ma di lui nessuna traccia.

   Dove cazzo è finito, adesso?

   Mi ritrovo in una sottospecie di sala d'aspetto, con divanetti in pelle nera e il capo dell'associazione seduta alla scrivania bianca in fondo alla stanza. In aria, la leggera voce di Shakira rende l'ambiente più movimentato.

   Mi guardo attorno; lo stile è molto minimalista, tutto bianco e nero. Attaccati ai muri, stilano come delle opere d'arte quadri ritraenti la danza, ballerini famosi, e anche una locandina degli orari dei vari gruppi. Assieme anche ad uno scaffale pieno di tutti i trofei vinti, posto in un punto visibile a tutti.

   All'improvviso, delle piccole bambine vestite con dei tutù lilla escono furiose dalla loro classe, andando veloci dalle loro mamme, sedute sui divanetti ad aspettarle.

   Da quanto ho capito, ci sono gruppi di varie età. Ci sono le bambine, poi le ragazzine dell'età di Daniel, e poi i ragazzi più grandi, dove sono collocato io.

   Saluto con un cenno la donna seduta al computer, la pelle rugosa e i capelli scuri e ricci. Ricambia con un sorriso raggrinzito, e senza che le dica nulla mi dice di andare nel corridoio alla sua destra, scendere le scale e andare nella sala con su scritto "Saint-HAPPY", per poi ritornare sui suoi documenti.

   Non capisco cosa significhi quella parola, ma la ringrazio lo stesso e mi avvio verso le sue indicazioni. Percorro il grande spazio bianco, pieno di quadri ritraenti la danza e i loro artisti più bravi. Ballerini e ballerine che hanno fatto la storia del 'Saint Domiano'. Con una punta di orgoglio, mi accorgo che anche Enola è tra questi, in uno degli ultimi poster. Una posa elegante, un vestito bianco a contornarle i fianchi e dietro di lei un ragazzo che ho imparato a riconoscere.

   Chissà come sta Francisco...

   Scendo le scale bianche, due rampe e sono al piano sotterraneo. Mi avvio verso il corridoio, cercando tra le varie targhette situate sulle porte quella scritta tanto strana. Arrivo alla fine del corridoio quando, finalmente, la trovo. Scritto a caratteri oro sulla porta bianca, quel nome sembra ancora più incomprensibile.

   Saint...Happy? Che vuol dire?

   Ma poi dov'è Daniel?

   Busso, cercando di essere cortese in caso fosse occupata, ma dal brusio che sento dentro sembra che nessuno mi abbia sentito. Apro la porta, alzo lo sguardo, e vorrei tanto non averlo fatto.

   Chi è tutta questa gente?

   Minimo venti persone, tra ragazzi e ragazze, parlano tra loro in un'enorme sala bianca. Talmente grande dall'essere tre volte l'appartamento che pago in affitto. Il pavimento in legno chiaro risalta le luci rettangolari poste al soffitto, milioni di zaini sono buttati malamente a terra, assieme a borracce e giacche di dubbia provenienza.

   L'imbarazzo mi dipinge il volto quando alcuni si girano a guardarmi, confusi su chi fossi.

   Mormoro un 'salve' strozzato; nessuno che ricambia.

   Cerco di capire il motivo per cui sono venuto qui, invece di aspettare Enola su uno di quei comodissimi divanetti, ma non appena sento una voce squillante e familiare capisco il perché.

Lo vedo in mezzo ad un gruppo di ragazze, e resto ancora più sbalordito quando le sento ridere e scherzare in sua presenza.

   Ma che cazzo?

𝐃𝐢𝐫𝐭𝐲 𝐃𝐚𝐧𝐜𝐢𝐧𝐠Where stories live. Discover now