Valencia, Spagna
07.04.2018 h 18:45
Enola«Va bene, Lola. Stai migliorando con il salto, te lo devo riconoscere», Francisco prende la sua asciugamano bianca, poggiata sulla sedia, e la usa per asciugarsi il sudore di dosso.
«Grazie... ma non sono ancora pronta per la gara...» prendo la mia borraccia d'acqua, scolandone metà in un sorso solo.
«Vedrai che ci riuscirai, non preoccuparti» mi rassicura, poi prende il telefono e, nel vedere l'orario, strabuzza gli occhi. «Cazzo Enola! È tardi! Devo passare a lavare la moto, ci vediamo al Cívico tra un'ora!» e così dicendo, raccatta tutta la sua roba ed esce di corsa.
Io aspetto qualche minuto, giusto il tempo di aspettare che mio padre arrivi, poi torno a casa. Papà guida, come sempre indisturbato, nel mentre che la mia voce gli racconta la mia giornata.
Arriviamo a casa, io corro dentro a salutare mamma e mi precipito al piano superiore. Entro in bagno, spogliandomi velocemente ed entrando in doccia.
Il getto fresco d'acqua serve anche a rinfrescarmi i pensieri, dovuti all'ora prima, giorno prima, o anche una settimana fa.
Il ricordo di Fernando si palesa nella mia mente, facendomelo odiare ancora di più.
Ha fatto come sempre la sua solita recita da ragazzo perfetto. Solo quando eravamo soli ha provato a sbattermi al muro e prendermi lì.
Fortunatamente avevo i riflessi pronti, e le sue palle non ne sono uscite vive dopo il mio calcio.
L'ho lasciato a terra, con le mani a coprirgli i gioielli di famiglia.
Ben gli sta.
Mi rendo conto di star perdendo tempo, così finisco di lavarmi in fretta e furia. Esco dalla doccia, correndo in camera a vestirmi e a truccarmi.
Una volta pronta, grazie ad un vestito a due pezzi, di varie sfumature inerenti all'arancione e al marrone, i capelli sciolti e il solito trucco fatto da mamma, finalmente possiamo uscire.
Quando arrivo al Cívico 53, sono le 19: 49.
Giusto in tempo.
Entro dall'ingresso, il mio sguardo d'istinto va al bancone, ed eccolo lì. Con la maglia del locale nera, i capelli un po' sudati ed un sorriso a trentadue denti nel mentre che serve cocktail ad estranei.
Una settimana fa ho conosciuto il fratellino del barista, Daniel, e potrei definirla la fotocopia di Sean. Sono letteralmente uguali. Tranne per la differenza d'età, che deforma un po' i tratti ad entrambi, ma per il resto sembrano gemelli.
Il suo sguardo percepisce il mio, e non appena si accorge di me, il suo sorriso si amplia, e la sua mano si precipita a salutarmi.
Ricambio, camminando verso la porta del retro del palco; il cuore che stranamente mi batte a mille.
Dentro, c'è il solito caos pre-spettacolo. Ci sono le mie compagne di danza, che si lasciano truccare dai make-up artist; i miei compagni maschi, che sfoggiano i loro muscoli con orgoglio; e poi ci sono io: già pronta da casa.
Saluto tutti con baci volanti, e mi dirigo verso il camerino mio e di Francisco.
Nella nostra compagnia, il Saint Domiano, ogni ragazza ha il proprio cavaliere, con cui si esibisce sin da piccoli. Condividono tutto: coreografie; camerini; allenamenti e tanto altro.
Non si separano mai.
A me, hanno scelto Francisco per ovvi motivi. Oltre ad essere più grande e alto di me, è anche uno dei più bravi. Siamo un po' come fratello e sorella, ci conosciamo da una vita e non abbiamo mai provato niente per l'altro se non pura amicizia.
YOU ARE READING
𝐃𝐢𝐫𝐭𝐲 𝐃𝐚𝐧𝐜𝐢𝐧𝐠
Romance«Sei bella come l'alba e il tramonto insieme, Enola. Come quando riesci a distinguerli solo osservando il movimento del Sole.» Sean e Daniel sono due fratelli di origine messicana, che si ritrovano a sbarcare in Europa, venendo a far parte della bel...