Capitolo 3

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Benjamin

«Mi prendi in giro?!» guardai mio padre seduto dall'altra parte del tavolo.

«No, Benjamin. E' quello che ha proposto Christopher assieme a suo figlio» disse appoggiandosi contro lo schienale della sedia.
«Maledizione» sbottai facendo sbattere la mano contro la scrivania di legno di noce, per poi alzarmi in piedi.
«Papà non puoi accettare...» gli dissi rivolgendogli la schiena.

«Ma potrebbe esser-».

«No, papà. Non ricordi cosa successe due anni fa per colpa loro? Il nonno se fosse qua...» stavo cercando le parole per finire la frase quando mi interruppe: «Ma il nonno non c'è più».

Rimasi in silenzio. Era vero, ma ancora non riuscivo a crederci.
Erano passati due anni, due maledetti anni da quanto loro se ne andarono. Per sempre.

Mi passai una mano tra i capelli facendo vagare lo sguardo per la stanza.

«Papà, non possiamo. Lo sai anche tu che è tutta una messa in scena per accedere ai nostri profitti. L'azienda dei Davies, dopo quello che è successo, ha subito un calo piuttosto rilevante. Lavorare assieme a noi sarebbe la via migliore per riacquistare fama...» continuai. «Se accetti, allora io mi ritiro».

Mio padre sgranò gli occhi, fissandomi. «Benjamin, non puoi dire sul serio...».

«Non sono mai stato più serio di così. Io non porterò avanti l'azienda di famiglia se deciderai di collaborare con loro» dissi compiendo alcuni passi in avanti.
Mio padre sospirò appoggiando i gomiti sopra ai documenti che teneva sulla scrivania.
«Va bene ne riparliamo domani in azienda, assieme agli altri».

Annuii poco convinto delle sue parole; mi voltai per raggiungere la porta e uscire da quella stanza.
«Benjamin» mi richiamò mio padre «il nonno sarebbe fiero di te».

Non dissi nulla, mi limitai a chiudere la porta alle mie spalle. Scesi le scale e raggiunsi il garage sul retro.
Salii sull'auto, misi in moto aspettando che la serranda si aprisse completamente per poter uscire.

Guidai per le strade trafficate di Londra fino a che non raggiunsi la casa del mio migliore amico James.
Entrai dal portone principale, parcheggiai l'auto e cercai di raggiungere la porta d'ingresso senza dare troppo all'occhio ad alcuni paparazzi posti vicino al cancello.

Una delle domestiche di casa Carter venne ad aprirmi e lasciarmi entrare subito dopo.

«Che faccia che abbiamo oggi, amico» disse ironicamente il mio migliore amico non appena mi vide. Roteai gli occhi emettendo un sospiro seguito da un piccolo sorriso.

«Giornataccia?» mi chiese sedendosi sul letto di camera sua.
«I Davies hanno proposto a mio padre di collaborare assieme a noi» spiegai.
«Stai parlando di... William Davies?!» annuii.
«Cazzo, amico. Ora capisco perché quella faccia».

«E tuo padre?» mi chiese.
Scrollai le spalle. «Non lo so. Io l'ho avvertito dicendogli che se dovesse accettare io lascerò l'azienda».
«Cosa?!» si alzò in piedi.
«Non ho intenzione di lavorare con loro. Non dopo ciò che è successo a...» dissi lasciando in sospeso la frase.
Non riuscivo nemmeno a pronunciare più il suo nome.

«Benjamin, non penso che loro centrino con l-».
Lo bloccai. «Non continuare la frase, ti prego» sospirai.
«Non é stato un incidente, ne sono certo».

Il mio telefono ricevette una notifica, così lo estrassi dalla tasca dei miei pantaloni.

«Cazzo» esclamai quando vidi il messaggio inviato da mia madre.

«Tutto bene?» mi chiese James.
Scrollai la testa mostrandogli il messaggio.

«Mancava solo questa...» sbuffai.
James mi strappo il cellulare dalle mani per leggere il messaggio.

«La nuova baby-sitter della piccola Lily, eh» mi rivolse uno sguardo insinuante. Sbuffai non appena capii dove voleva arrivare.
«James, smettil-»

«"James, smettila" niente. Non iniziare con le tue solite storie» cominciò a parlare lanciandomi il telefono.
«Sono mesi che continui a divertirti, e i tuoi nemmeno lo sanno».

Alzai gli occhi al cielo «Parli tu proprio».
«Si, parlo io. Da me una cosa del genere ce la si aspetta, ma da te no. Perciò» continuò «metti caso che sia davvero carina... perché non provarci?».

«James, sinceramente non me ne frega un cazzo in questo momento. Sto bene così» mi alzai per raccogliere la giacca.

«E comunque se anche volessi di certo non ci proverei con una campagnola del genere».

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Spazio autrice:
Ciao a tuttiiiiii
Ho deciso di fare un po' di cambiamenti alla trama, infatti pubblicherò da qua in avanti anche dei capitoli con i pov di Benjamin...
Ho aggiunte un po' di cose...😏
Motivo in più per continuare a leggere questa storia❤️
Mi raccomando lasciate una stellina che mi supporta moltissimooo⭐️⭐️⭐️
Un bacione
Catason💋

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