Capitolo 9

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La sveglia sul comodino segnava le nove e quarantacinque minuti. Il buio ormai avvolgeva tutto quanto, come un velo calato sopra la città.

La mia stanza era anch'essa piuttosto buia, soltanto uno spiraglio di luce proveniente dal corridoio la illuminava.
Ero distesa sul letto, osservando il soffitto, cercando inutilmente di prendere sonno.

Lily si era addormentata senza problemi mezz'ora prima, mentre io, avvolta nel silenzio più totale, non riuscivo a rilassarmi.

Mi rigirai sul materasso più e più volte, alla ricerca di una posizione comoda che mi permetteva di dormire. Ma il pensiero di quella festa al piano inferiore mi dava i nervi.

Dopo minuti interminabili che mi procurarono soltanto ulteriore nervosismo, mi alzai e andai alla finestra che si affacciava sul retro della casa.

Vidi alcune persone in piedi con delle bottiglie in mano e avvolte dal fumo delle sigarette mentre, in lontananza, alcuni uomini vestiti di tutto punto restavano immobili con le mani dietro la schiena, comunicando tra loro attraverso degli auricolari.

Sospirai voltandomi e afferrando la felpa dal letto. La indossai uscendo dalla camera, tirai su la zip appena chiusi la porta della zona giorno alle mie spalle.

Scesi le scale di marmo bianco e quando raggiunsi l'ampio ingresso mi guardai attorno cercando la sala dei ricevimenti.
Mi avvicinai non appena la trovai e scacciai i miei pensieri negativi spalancando senza timore le due ante della porta della stanza.

Nel momento in cui la aprii venni travolta dall'atmosfera caotica di quell'ambiente: la moltitudine di persone tutte ammassate tra loro, le luci abbaglianti che mi fecero ridurre gli occhi a delle piccole fessure e la musica che mi rimbombava nel petto.

Mi incamminai in mezzo alla calca per cercare Liam, ma evitando di non trovare Benjamin davanti a me.

In lontananza vidi il bancone dei drink e decisi di raggiungerlo spintonando alcune persone che mi vennero addosso.

Mi alzai sulle punte per cercare Liam con lo sguardo, quando qualcuno mi prese per i fianchi facendomi voltare.

«Sorpresa» esclamò Liam tenendo ancora le sue mani sui miei fianchi.

«Ciao» lo salutai in imbarazzo.

I nostri corpi erano a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altra, e pure non mi sentivo così male.
Alzai lo sguardo e incrociai gli occhi di Liam.

«Andiamo a bere qualcosa, che dici?» propose prendendomi per mano.
Lo fermai. «Liam, sarai qui con i tuoi amici. Non voglio disturbarti».

Lui si avvicinò a me. «Non dirlo neanche per scherzo, okay? Tu non mi disturbi».

Sorrisi abbassando lo sguardo.
Afferrai di nuovo la mano di Liam e andammo verso il bancone.

Mi sedetti su uno sgabello mentre Liam ordinò qualcosa da bere.
Si voltò verso di me, dicendomi qualcosa; ma il volume della musica assieme agli schiamazzi delle persone mi impedirono di sentire cosa mi disse.

«Come?» alzai la voce, avvicinandomi a lui.
Lui sorrise avvicinando a sé il bicchiere ricolmo di una bevanda blu. «Vedo che alla fine hai cambiato idea per questa festa».
Annuii. «Si, ho...».

E fu proprio lì che lo vidi. Con la coda dell'occhio, nei divanetti dietro al bancone nella quale mi trovavo io.

Non era solo.
D'altronde lo immaginavo.

Un gruppo di ragazzi e ragazze si trovavano attorno a lui, ad idolatrarlo come un Dio sceso in terra.
Potevo vedere anche in lontananza come si sentiva a suo agio al centro dell'attenzione.

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