Capitolo 8

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La quiete regnava in tutta la casa mentre all'esterno si faceva sentire la pioggia, in parte coperta dai dialoghi del film nella televisione.
Lily, sdraiata alla mia destra, dormiva beatamente; il suo visino dolce assomigliava a quello di un angioletto ed i suoi boccoli dorati sparsi nel cuscino creavano contrasto con il tessuto antracite del divano.

Mi alzai, sistemando meglio la coperta bianca sul suo corpicino. Afferrai il telecomando della televisione e la spensi, lasciando che il silenzio più totale riecheggiasse tra le mura bianche della casa.

Mi avvicinai alle ampie vetrate e appoggiai la fronte sulla superficie fredda del vetro, chiudendo gli occhi. Inspirai profondamente. Ma quell'attimo venne disturbato dal mio telefono che cominciò a vibrare nella tasca del cardigan arancione. Lo estrassi e, non appena lessi il nome di Liam fisso sullo schermo, sorrisi involontariamente.

«Ehi, Liam! Come v-» dissi rispondendo alla chiamata.
«Sono qua fuori, ti aspetto giù» spense la chiamata senza darmi il tempo di rispondere.

Mi voltai per lanciare un'occhiata a Lily, che fortunatamente dormiva ancora. Scesi velocemente le scale, corsi verso l'ingresso, afferrai il cappotto ed infilai velocemente le scarpe. Infine mi guardai allo specchio sciogliendomi i capelli.

Spalancando la porta d'ingresso, venni travolta dal leggero sbalzo di temperatura.
Mi guardai attorno, cercando Liam; ed ecco che lo vidi: dall'altra parte della strada, in piedi accanto ad un lampione spento.

La sua figura slanciata coperta da un cappotto beige fino alle ginocchia, i capelli castani ben sistemati e con l'ombrello trasparente che copriva il suo corpo lasciava trasparire un'aria di eleganza che colpiva chiunque lo guardasse.

Lo raggiunsi attraversando la strada correndo, non curandomi della presenza della pioggia.
Appena mi vide, raddrizzò la schiena e lasciò che un sorriso si fece largo sul suo viso.

«Ciao, ragazzo misterioso dei libri» lo salutai.

«Qualcosa di più breve, no?» mi chiese sorridendo.
Feci finta di pensarci: «Se vuoi posso trovarti un acronimo».
Liam scoppiò a ridere, contagiando anche me poco dopo.

«Lee...» mi richiamò serio «...tieni».

Abbassai lo sguardo, vidi che tra le sue mani teneva il libro che gli avevo affidato qualche giorno prima.
«E' davvero autografato da J. Brookes?!» rigirai il libro tra le mie mani, accarezzando la copertina.

«Leggi dopo ciò che c'è scritto» mi raccomandò ed io annuii sorridendo.

«Stasera... ci sei, vero?» mi sfiorò la spalla con le dita.
«Cosa c'è stasera?» mi accigliai.
«La festa, il compleanno di Collins».

«Oh... vero. Me n'ero completamente dimenticata» dissi abbasando lo sguardo. «Io... non lo so, non fanno per me quegli eventi» continuai.

«Be' nel caso tu cambiassi idea io ti aspetterò» mi accarezzò dolcemente la guancia e in quel gesto sentii gli zigomi arrossarsi sotto il suo tocco.

«Liam, io devo tornare a casa Lily è da sola e non vorrei che succedesse qualcosa» farneticai spostandomi un po'.

«Ok, ci vediamo stasera... ci conto, Lee». Non risposi, mi limitai ad alzarmi in punta di piedi e lasciargli un dolce e lieve bacio sulla guancia, mormorando un "grazie".

Rientrai in casa, e quando raggiunsi il salotto, Lily corse da me.

«Lee, chi era quel ragazzo con cui eri assieme poco fa?» cercai di risponderle «E' bellissimo!» mi interruppe.

Qualcosa si accese nel suo volto, e ridacchiando, mi disse: «Aspetta... è il tuo fidanzato?!».

«Oddio, no» strabuzzai gli occhi. Lei continuò a guardarmi di sottecchi, cercando di far trapelare qualche altra inesistente informazione.

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