Capitolo 1

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Evan's Pov
L'ennesimo pugno colpisce il viso del bastardo che ho qui di fronte a me, ma niente non parla e questa cosa mi sta dando su i nervi.

Io:Facciamo così se non parli con le buone, possiamo fare che la tua bella mogliettina andrà impasto ai miei uomini e i tuoi locali li farò scoppiare uno a uno.

Trema, non vuole che nessuna delle due cose accada.
Sono Evan Lewis, sono il boss della mafia Americana da quando ho 17 anni ed è proprio in quel periodo che la figlia del socio di mio padre fu rapita.
Ricordo ancora com'era, era una bambina dai capelli neri e gli occhi scuri quasi come il cioccolato.
Una bambina bellissima.

X:Perché ti interessa tanto di quella bambina? È successo 10 anni fa, non si sa manco se è viva.

Dice con fatica e sputando a ogni parola del sangue dalla bocca.
L'unico motivo per cui lo faccio è perché Jordan Davis 10 anni fa fu ucciso pur di ritrovare la figlia, di conseguenza mio padre con lui.
Erano grandi amici e io avevo promesso che avrei fatto di tutto per trovarla, e così sto facendo.

Io:Allora... a te non deve interessare il perché, voglio solo sapere se tu sai qualcosa!

E gli mollo un altro pugno sulla guancia destra.
Le sue urla si sentono per miglia, se non fosse che qui nessuno lo aiuterà e io non gli darò tregua finché non scoprirò anche la più piccola cosa.

Katherine's Pov
Sono le 23:30 il bar in cui lavoro ha appena chiuso e a me tocca pulire il pavimento e sistemare le ultime cose, sono Katherine Smith, ho 17 anni e vivo a Detroit una città dell'America.
Si lavoro a 17 anni per aiutare economicamente i miei genitori che attento arrivano a fine mese, e questa cosa sta avendo ripercussioni su tutta la famiglia.

Finisco di pulire il pavimento e finalmente posso tornare a casa. È dalle 15 di questo pomeriggio che sono qua, faccio orari massacranti lo so, ma tutto per i miei genitori.
Chiudo il bar e a passo svelto mi incammino verso casa.

Arrivo in pochi minuti essendo che il bar dove lavoro non è proprio lontanissimo da casa mia.
Scamino nella borsa per trovare le chiavi e quando le trovo entro dentro casa. Stranamente le luci della cucina sono accese, cosa molto strana perché mia madre si addormenta sempre dopo cena mentre mio padre lavora e torna la mattina alle 7.
Dalla cucina infatti sento le loro voci.

Mamma:Dobbiamo dirglielo prima o poi, se lo scopre sola è peggio.

Papà:È ancora piccola, lasciamogli vivere la sua vita almeno fino ai 18 anni.

Stanno parlando di me? Cosa devono dirmi, ma che non vogliono dirmi prima dei 18 anni?

Vado in cucina cercando di fare un pò di rumore per far capire ai due che sono tornata a casa. Appena arrivo in cucina vedo entrambi che mi guardano, mia mamma con un aria pensierosa, mentre mio padre cerca di fare il tranquillo.

Io:Come mai siete qua tutti e due? Non lavori oggi papà?

Papà:No amore, oggi no. Su vai a letto, sarai stanca immagino.

Io:Si, ineffetti lo sono. Buonanotte.

Gli sorrido ad entrambi e vado di fretta nel bagno dove mi tolgo i vestiti sporchi e mi do una sciaquata prima di andare letto.

Vorrei tanto sapere di che parlavano, perché non vogliono dirmelo prima dei 18 anni? Cosa cambia? Forse che sono maggiorenne? Non lo so, so solo che voglio scoprirlo a tutti i costi!

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