20. uno solo

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Sta andando tutto a puttane.

È questo l'unico pensiero che rimbomba nella testa di Manuel fino a premere contro le pareti del cranio, tanto forte da minacciare di farlo esplodere.

Non è un genio della matematica, questo è appurato, ma mettere due più due insieme a questo punto è inevitabile.

È arrivato tardi a casa anche stasera e quando lui e Nina si sono seduti a tavola gli schiamazzi e le risate che aleggiavano nella stanza fino a un momento prima si sono spenti di colpo, come un blackout improvviso.

L'ha notato subito lo sguardo basso di Simone, poi ha incontrato quello decisamente più severo di Jacopo, e in fine quello di sua madre che sembrava...deluso?

Ignora di proposito anche gli occhi azzurri e giudicanti di Pietro, il compagno di rugby di Simone che pare aver preso residenza fissa a villa Balestra ultimamente.

E in fine, la sua attenzione viene ineluttabilmente catturata dalla torta che Anita ha appena posato di fronte a Simone.

"Congratulazioni Simo!" è la scritta in corsivo che ne adorna la superficie perfettamente stuccata di crema al burro, e a Manuel è passato improvvisamente l'appetito.

Stanno festeggiando senza di lui, ma quel che è peggio è che non ha idea del motivo di quella scritta.

Di questi tempi sembra sapere sempre troppo poco di quello che accade nella vita di Simone, ma si è ripromesso una volta di aiutarlo a fare sempre e solo il suo bene, persino se questo avesse significato lasciarlo andare.

C'è un silenzio che gli gela le ossa e la presenza di Nina accanto a lui gli pare terribilmente fuori luogo, perché Simone non lo guarda mai quando c'è lei.

Eppure Manuel ne avrebbe così disperatamente bisogno.

"Qual è l'occasione?" chiede in un mezzo sussurro forzando un sorriso.

"C'era- abbiamo vinto la partita più importante della stagione," farfuglia Simone imbarazzato, come se quasi se ne vergognasse.

"La sua prima partita da capitano, tra l'altro," interviene Jacopo con un tono accusatorio e tanto duro da far sussultare sia Simone che Manuel.

"Beh, complimenti allora."

Esce fuori molto più amaro e velenoso di quanto avesse sperato, ma non riesce a capacitarsi di essere stato tagliato fuori fino a questo punto, di essersi perso un evento del genere.

Si sarebbe figurato in prima fila con il cuore fuori dal petto per il nervosismo e qualche stupido disegno in faccia, non certo da tutt'altra parte senza nemmeno esserne a conoscenza.

Nemmeno sua madre gli ha detto nulla e si sente come se non facesse più parte della sua stessa famiglia.

La conversazione riprende a fluire grazie a Virginia che, sottile ed elegante com'è lei, risparmia a tutti un solo momento di più di quell'orribile imbarazzo.

Solo Manuel rimane in silenzio e non proferisce parola, ma nell'istante in cui Simone finalmente incastra gli occhi nei suoi, spariscono tutti quanti.

Nemmeno si accorge di aver interrotto Nina quando sbotta e pretende una risposta.

"Perché non m'hai detto un cazzo?"

"Ne parlavamo da giorni, ma tu non ci sei mai," borbotta flebile, e Jacopo sembra ancora più infastidito di prima di fronte alla remissività di suo fratello.

"Non te devi sentì in colpa, non hai fatto niente de male," gli dice infatti, e nonostante quell'atteggiamento protettivo sia comprensibile, rischia di fare saltare i nervi a Manuel una volta per tutte.

simuel - tutti gli universi più uno🍊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora